Il punto di partenza è il dolore. Quando muore qualcuno non può che essere così. Nessun giudizio, nessun dito puntato, nessuna morale della favola. Sono lacrime e basta, anche in un tempo divisivo come questo. Ogni discorso deve rispettare la soglia delle terapie intensive. E, da lì in poi, si deve procedere con un sentimento di affetto e di solidarietà. Perché ci pare, ogni tanto, di cogliere una reazione mostruosa, se muore qualcuno che non era vaccinato: una sorta di ‘ben gli sta’. Un pensiero immondo che si intravvede, non avendo il coraggio di affermarsi esplicitamente per un rimasuglio di benedetto pudore. Come pure è orrenda l’idea di alcuni No Vax che vedono nei morti vaccinati un contrappasso, una conferma delle loro tesi sull’inutilità del vaccino. Orrenda umanamente: non ci si fa ‘ragione’ con le vittime. Realisticamente, oltretutto, insensata.
Il vaccino protegge
Che il vaccino protegga dagli effetti più gravi del coronavirus in un contesto di quasi assoluta sicurezza è ormai un fatto certo. E chi nega una evidenza del genere è semplicemente un nemico della verità. L’ultimo report dell’Iss rappresenta una pietra sulle follie dei No Vax. Citiamo un lancio dell’Ansa: ‘E’ “forte” la riduzione del rischio di infezione da virus SARS-Cov-2 nelle persone completamente vaccinate rispetto a quelle non vaccinate: 77% per la diagnosi, 93% per l’ospedalizzazione, 96% per i ricoveri in terapia intensiva e per i decessi. E’ questo il dato aggiornato all’8 settembre sulla protezione e l’efficacia vaccinale pubblicato nel report esteso dell’Istituto Superiore di Sanità’. Capito?
I morti tra i non vaccinati
Eppure, tante persone continuano a non vaccinarsi, a ritardare, a non proteggersi. E, tragicamente, muoiono, a Palermo come altrove. Vanno via con una sofferenza immensa. Vanno via senza potere dire addio. E vanno in via in forza di una ‘scelta’ contraria al buonsenso. Se si fossero protette, sarebbero ancora qui. Lo scriviamo non per approfondire un lutto che rispettiamo e a cui ci sentiamo vicini, ma perché è nostro dovere comunicare un percorso concreto che possa orientare le scelte. Chi non si vaccina, muore.
Muore qualche vaccinato
Pure qualche vaccinato, certamente, muore. Tuttavia, le percentuali – che non sono mai amiche del senso umano di una perdita – ci dicono che si tratta di sfortunate e tragiche eccezioni. Abbiamo di recente narrato della sgangherata polemica sollevata dall’europarlamentare leghista Francesca Donato a proposito di un grande medico, il dottore Leonardo Ditta, morto da vaccinato. La risposta della figlia, Anna Ditta, è stata esemplare. Nemmeno il lutto può farci dimenticare che cosa è esatto e cosa non lo è. Del resto, la logica appare lapalissiana: perfino i guidatori prudenti possono incorrere in un incidente mortale. Se guidi a fari spenti nella notte, il rischio sarà molto maggiore.
Le bare di Bergamo
Ricordiamo tutti, con profonda impressione, le bare di Bergamo. La lunga fila di camion con i morti di Covid. Il vaccino non c’era e si moriva aspettando una salvezza che sembrava impossibile. Adesso che abbiamo un’arma formidabile, c’è chi la rifiuta. E dice addio alla vita. Per scelta.