Ok alla terza dose addizionale di vaccino per i pazienti, ecco le categorie

Ok alla terza dose addizionale di vaccino per i pazienti, ecco le categorie

Arriva la circolare del ministero della Salute
CORONAVIRUS
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ROMA – Circolare del ministero della Salute sulla terza dose di vaccino contro il Covid. Il provvedimento prevede la dose addizionale di farmaco “dopo almeno 28 giorni dall’ultima dose”. Per dose addizionale si intende una dose aggiuntiva a completamento del ciclo vaccinale primario, per raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria. Si parte dai pazienti trapiantati. La dose ‘booster’, diversamente da quella addizionale, verrà somministrata dopo 6 mesi definendo la strategia in favore di ulteriori gruppi tra cui fragili e a maggiore rischio per esposizione professionale.

Chi potrà ricevere la dose addizionale

Sono 10 le categorie di pazienti che potranno ricevere una terza dose ‘addizionale’ di vaccino anti-Covid: trapiantati di organo solido in terapia immunosoppressiva; trapianto di cellule staminali ematopoietiche; attesa di trapianto d’organo; terapie a base di cellule T; patologia oncologica; immunodeficienze primitive; immunodeficienze secondarie; dialisi e insufficienza renale cronica grave; pregressa splenectomia; AIDS. Lo stabilisce la circolare del ministero della Salute. Si potrà utilizzare come dose addizionale uno qualsiasi dei 2 vaccini mRNA autorizzati: Pfizer nei soggetti di età ≥ 12 anni e Moderna in d’età ≥ 18.

In particolare, per la dose addizionale sono incluse le seguenti condizioni che, precisa la circolare, potranno essere aggiornate sulla base di evidenze disponibili: trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva; trapianto di cellule staminali ematopoietiche (entro 2 anni dal trapianto o in terapia immunosoppressiva per malattia del trapianto contro l’ospite cronica); attesa di trapianto d’organo; terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico (cellule CART); patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure; immunodeficienze primitive (es. sindrome di DiGeorge, sindrome di Wiskott-Aldrich, immunodeficienza comune variabile etc.); immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico (es: terapia corticosteroidea ad alto dosaggio protratta nel tempo, farmaci immunosoppressori, farmaci biologici con rilevante impatto sulla funzionalità del sistema immunitario etc.); dialisi e insufficienza renale cronica grave; pregressa splenectomia; sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS) con conta dei linfociti T CD4+ 200cellule/μl o sulla base di giudizio clinico. Sulla base delle indicazioni fornite in precedenza, tali soggetti dovrebbero aver già ricevuto due dosi di vaccino a mRNA; comunque, indipendentemente dal vaccino utilizzato per il ciclo primario (Comirnaty, Spikevax, Vaxzevria, Janssen), considerate le indicazioni fornite dalla commissione tecnico scientifica di AIFA, si sottolinea nella circolare, “sarà possibile utilizzare come dose addizionale uno qualsiasi dei due vaccini a m-RNA autorizzati in Italia: Comirnaty di BioNTech/Pfizer nei soggetti di età ≥ 12 anni e Spikevax di Moderna nei soggetti di età ≥ 18 anni. La dose addizionale va somministrata dopo almeno 28 giorni dall’ultima dose”.

La dose ‘booster’

La circolare del ministero sulla terza dose aggiuntiva di vaccino anti-Covid distingue dunque tra dosi ‘addizionali’ e dosi cosiddette ‘booster’. Per dose addizionale, si legge, “si intende una dose aggiuntiva di vaccino a completamento del ciclo vaccinale primario, somministrata al fine di raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria”. Per dose “booster”, invece, “si intende una dose di richiamo dopo il completamento del ciclo vaccinale primario, a distanza di un determinato intervallo temporale, somministrata al fine di mantenere nel tempo o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria, in particolare in popolazioni connotate da un alto rischio, per condizioni di fragilità che si associano allo sviluppo di malattia grave, o addirittura fatale, o per esposizione professionale”.

La dose “booster” va somministrata dopo almeno sei mesi dall’ultima dose. Al momento, in base alle indicazioni del CTS, precisa la circolare, “si considera prioritaria la somministrazione della dose addizionale nei soggetti trapiantati e immunocompromessi”. Ferma restando la priorità del raggiungimento di un’elevata copertura vaccinale con il completamento dei cicli attualmente autorizzati, “sarà definita la strategia di somministrazione di una dose “booster” di vaccino a m-RNA (Comirnaty di BioNTech/Pfizer e Spikevax di Moderna) in favore di ulteriori gruppi target, a cominciare da quelli sopra menzionati, tenendo conto delle evidenze scientifiche e dell’evoluzione dello scenario epidemiologico”.
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