Palermo, il boss che fu latitante di nuovo condannato a 20 anni

Palermo, dalla latitanza al solarium: 20 anni al boss

Nel 2009 lo scovarono a Borgo Molara. Nel 2018 prese parte alla riorganizzazione di Cosa Nostra

PALERMO – Vent’anni. La condanna per Filippo Annatelli è pesantissima. Si tratta di una sentenza di primo grado, dunque non definitiva, per avere organizzato la macchina della droga nella famiglia di Corso Calatafimi, che Annatelli ha guidato fino al suo arresto.

Come tanti altri boss Annatelli, genero del boss Michele Armanno, ha trascorso una fetta della sua vita in carcere. L’ultima volta c’è finito nel 2018. Il suo nome faceva parte dei nuovi organigrammi di Cosa Nostra. In libertà c’era rimato per poco tempo, ma gli era bastato per prendere in mano il bastone del comando lui che vantava già una lunga parentesi carceraria e persino un anno di latitanza.

Lo scovarono nel febbraio 2009 in una palazzina nel rione Borgo Molara, al confine fra Palermo e Monreale. Era armato, ma non tentò neppure una reazione accerchiato com’era dai carabinieri. La caccia era partita poco più di un anno prima, quando i carabinieri bussarono all’abitazione di 97 persone. Erano i giorni del maxi blitz denominato “Perseo”.

Gli sequestrato settemila euro in contanti che gli servivano per le spese correnti di una latitanza che, lui per primo, sapeva essere a termine. Finita di scontare la pena eccolo di nuovo in pista. Nel 2017 aveva scelto il negozio di un parrucchiere a Villa Tasca come luogo degli incontri. Dentro il solarium si sentiva al sicuro ed invece era zeppo di microspie.

Registrarono la nuova organizzazione che avrebbe imposto per regolare gli affari della droga. Ieri il procuratore aggiunto Salvatore De Luca e i sostituti Dario Scaletta e Federica La Chioma, hanno chiesto e ottenuto la sua condanna.


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