Il grido d'allarme dei sindaci siciliani giunge fino a Roma

Il grido d’allarme dei sindaci siciliani giunge fino a Roma

Sponda da parte di diversi parlamentari eletti nell'Isola
LA PROTESTA
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ROMA – Una folta delegazione di sindaci siciliani si è ritrovata questa mattina a Roma in manifestazione
per denunciare, ancora una volta, le gravi criticità finanziarie e organizzative in cui, ormai da troppo tempo, versano gli enti locali dell’Isola. I primi cittadini siciliani si sono mossi per chiedere al governo nazionale “urgenti provvedimenti di carattere normativo e finanziario” per i bilanci, e non solo, di piccoli e grandi Comuni dell’Isola. La manifestazione è organizzata dall’Anci Sicilia e sostenuta da Ali (Autonomie locali italiani) e Asael.

Tra le richieste avanzate dai primi cittadini dell’Isola quella di una norma che consenta di sbloccare gli obblighi del Fondo crediti dubbia esigibilità e di potere dare il via alle assunzioni che servono anche per potere affrontare la programmazione europea e il Pnrr. Presenti anche alcuni parlamentari siciliani. Per il deputato Pd Fausto Raciti “la questione dei crediti non esigibili merita pieno sostegno da parte di tutti i colori politici e il governo dovrà
interessarsene”. Il senatore Alessandro Pagano ha invece sottolineato che “ormai siamo di fronte a un dato oggettivo e la richiesta di aiuto è legittima”. Per questo ha detto di dare tutta la sua disponibilita’ “per portare al governo queste istanze”. Dalla deputata del gruppo misto Giusy Bartolozzi è invece arrivata la proposta di fare del governo il contenuto del suo emendamento presentato un anno e mezzo fa, contenente le istanze presentate oggi dai sindaci: “il governo intervenga un decreto a stretto giro. Agiamo in tempi rapidi o non ne usciremo”, ha aggiunto.

Infine gli interventi di Giancarlo Cancelleri del M5S e Davide Faraone di IV prima della chiusura del presidente Anci Sicilia, Leoluca Orlando. Per Cancelleri “siamo tutti dalla stessa parte”. “Nel prossimo decreto fiscale che partira’ direttamente dal Senato – ha spiegato – ci dovrà essere la norma che preveda non il 50% del fondo dell’accantonamento per tre anni, ma almeno una norma scalare che parte dal 50% e che poi scenda gradatamente per i due anni successivi”. “Liberare le risorse per far chiudere i bilanci è un’esigenza urgente e un tema non più rinviabile”, ha aggiunto. Per Faraone “l’esito dei negoziati con il governo non sarà scontato” ma ha assicurato il senatore che fara’ tutto il possibile per portare le richieste al governo e tradurle in fatti.

L’urgenza degli interventi è stata evidenziata dal presidente Anci Sicilia, Leoluca Orlando: “Abbiamo bisogno di interventi immediati, entro questo anno. Se non ci saranno interventi sarà dissesto per tanti comuni”, ha dichiarato. “Oggi stiamo chiedendo, tra le altre cose l’attuazione dello Statuto della nostra Regione. Troppo spesso è stata rimandata disciplina delle Regioni a statuto speciale e la questione rimane aperta da 10 anni”, ha continuato. “Ad oggi solo 152 comuni hanno presentato i bilanci di previsione e senza un intervento di sostegno la situazione puo’
precipitare”, ha sottolineato. “La situazione nei Comuni siciliani e’ critica e chiediamo di approvare i bilanci nei termini. Il bilancio 2022 vorremmo approvarlo entro marzo dando anche modo di attuare le risorse
messe in campo dal Pnrr”, ha aggiunto il segretario Anci Sicilia, Mario Emanuele Alvano.
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