Palermo, sotto accusa Giuseppe Di Giovanni e Giuseppe Auteri

L’ex latitante e il “capomafia” a piede libero: processo e tensioni

Giuseppe Di Giovanni e Giuseppe Auteri
Giuseppe Di Giovanni e Giuseppe Auteri sotto accusa

PALERMO – Sono rimasti da soli. La posizione processuale di Giuseppe Auteri e Giuseppe Di Giovanni è stata separata dagli altri imputati. Per l’ex latitante e il presunto capomafia si è svolta la prima udienza.

Auteri è stato arrestato dopo un anno e mezzo di latitanza. I carabinieri lo hanno scovato al secondo piano del civico 6 di via Giuseppe Recupero, nella zona di via Oreto. Aveva un revolver calibro 35 e quindici colpi e alcuni fogli con cifre e nomi puntati (contabilità della droga?).

La fuga, l’arresto

Era in fuga da settembre 2021, ben prima che nel luglio 2022 divenisse ufficialmente latitante. Sapeva che la sua libertà era una cambiale in scadenza. Ad aprile 2020 aveva scalato le gerarchie a Porta Nuova, in concomitanza con la scarcerazione di Tommaso Lo Presti, detto “il lungo” per distinguerlo dal cugino omonimo, soprannominato “il pacchione”, scarcerato per fine pena.

I contrasti

Per un periodo Auteri affiancò Giuseppe Incontrera, crivellato di colpi alla Zisa, nella gestione della cassa. “Li devi segnare, vedi, io me li sto segnando”, diceva Incontrera ad Auteri. Forse è proprio ai fogli trovati nel covo che faceva riferimento.

Incontrera non lo vedeva di un buon occhio. “I soldi di Ballarò… sta facendo perdere tutto, il pazzo”, si sfogava con la moglie Maria Carmela Massa. Ne aveva discusso con il reggente Giuseppe Di Giovanni e quest’ultimo si era rivolto in maniera sprezzante nei confronti di Auteri: “Gli fai buttare il sangue”.

Nel gennaio 2021 sarebbe avvenuto, su disposizione di Lo Presti, il definitivo passaggio di consegne della cassa del mandamento fra Incontrera (“Mi sto allibertando a tutti”) e Auteri, che era ormai latitante. L’arresto di Giuseppe Di Giovanni gli spianò la strada.

Nel frattempo le cose sono cambiate. Auteri è stato acciuffato e Di Giovanni scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Il presunto capomafia, fratello dei boss Gregorio e Tommaso, è stato costretto a trasferirsi in Calabria.


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