Palermo, Varchi: "Io candidata, senza intesa ok alle primarie" - Live Sicilia

Palermo, Varchi: “Io candidata, senza intesa ok alle primarie”

"Faraone? Prima decida se vuole correre all'interno del centrodestra o del centrosinistra"
AMMINISTRATIVE 2022 - L'INTERVISTA
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PALERMO – Un nome in più nell’affollato scacchiere del centrodestra palermitano. Carolina Varchi è la candidata sindaco di Fratelli d’Italia. Un’ipotesi che era già nell’aria da tempo e che, venerdì scorso, Giorgia Meloni ha voluto annunciare urbi et orbi durante la presentazione a Palermo del suo libro. “Una candidatura pensata essenzialmente per rompere gli schemi di una città che negli ultimi decenni, non solo negli ultimi anni, ha avuto qualche difficoltà a rinnovare la classe dirigente”, ci dice la diretta interessata durante una pausa in commissione Giustizia, dove si sta discutendo di ergastolo ostativo. 

Onorevole Varchi, com’è maturato l’annuncio?

“La candidatura nasce all’interno del tavolo del centrodestra, nel quale FdI, e in maniera assolutamente legittima, ha ritenuto di esprimere il mio nome. Giorgia Meloni, proprio a Palermo, ha diffusamente spiegato i motivi per cui il partito, con una indicazione unanime ma nata dal territorio, ha deciso di puntare sulla mia candidatura”. 

Quasi ogni partito del centrodestra sta presentando un nome, come decidere?

“Noi partiamo dalla proposta di FdI e la portiamo al tavolo del centrodestra. Se il tavolo del centrodestra non dovesse raggiungere un’intesa, noi non ci sottrarremmo all’ipotesi delle primarie. 

Quindi è favorevole alle primarie?

“Guardi, a differenza di altri, abbiamo inserito l’ipotesi delle primarie anche nel nostro statuto. Le riteniamo un metodo di selezione assolutamente valido”. 

Perché il centrodestra stenta a trovare una quadra, nonostante la lunga opposizione a Orlando?

“Probabilmente ciò è dovuto al fatto che alle ultime Comunali, al netto del fatto che FdI e Lega hanno fatto una scelta isolata, il centrodestra si è spaccato: alcuni hanno sostenuto Orlando, altri Ferrandelli. Per questo credo sia difficile parlare di un centrodestra compatto, non negli ultimi anni almeno”.

E ora?

“Adesso stiamo ritrovando un sentiero comune e all’interno di questo dobbiamo indicare il candidato a sindaco”.

Lo accennava lei stessa, cinque anni fa avete puntato sulla controversa candidatura, ma lo si è appresso solo dopo, della iena La Vardera. Cosa è mutato da allora?

“Oggi è un altro schema. Non a caso il mio partito, nella quinta città d’Italia, non sta puntando su di una candidatura civica costruita per l’occasione. Ma sulla candidatura di una persona che da anni, anzi da sempre, milita nel campo della politica e che contemporaneamente è riuscita a sviluppare la propria professionalità. Mi sono occupata di associazionismo forense e ho sempre preferito vivere a Palermo”.

Questo che vuole dire?

“Che conosco perfettamente i pregi e i difetti delle periferie e delle zone centrali. C’è la volontà di non lasciarsi travolgere dall’improvvisazione, ma di programmare. Abbiamo già lanciato i laboratori tematici a cui hanno immediatamente aderito decine e decine di cittadini ansiosi di dare il proprio contributo”. 

Nel frattempo anche Davide Faraone è stato lanciato da Matteo Renzi quale candidato sindaco di Palermo, che mossa è?

“Non sono abituata a commentare quello che accade in casa d’altri. Sono sincera. Risponderei con una battuta…”

Vada pure.

“Beh, c’è da capire intanto se Faraone vuole partecipare alla corsa all’interno del centrodestra o del centrosinistra. Visti i precedenti accordi con Forza Italia, non si capisce se l’iniziativa della Leopolda sia stata un modo per alzare un po’ il prezzo”.

Cosa non la convince?

“Se la candidatura deve essere imposta dall’alto, addirittura dalla Toscana, mentre la Meloni ha parlato proprio qui a Palermo, siamo davvero lontani dal modus operandi che noi abbiamo scelto”. 

Fratelli d’Italia è disponibile, magari a partire dalla Sicilia, ad allargare il campo del centrodestra al centro renziano?

“Noi siamo convinti che il centrodestra debba essere accomunato da una medesima visione, da poche e selezionate battaglie, che poi sono quelle che il nostro elettorato ci chiede. Non credo nelle fusioni a freddo e neanche nelle alchimie. Serve un perimetro chiaro, non delineato dai partiti, ma dalla proposta politica. Penso alla flat tax o alla battaglia sui valori non negoziabili. Quelle battaglie in cui il popolo del centrodestra si riconosce al di là dei nomi e dei contenitori”. 

Individuato il nome del candidato sindaco a Palermo, il centrodestra troverà una sintesi anche sul nome del candidato presidente della Regione?

“Il centrodestra che si riunisce a Palermo per trovare la quadra è già centrodestra di governo alla Regione. Non so cosa dovrebbe cambiare”. 

Onorevole, un salto sull’altro versante dell’Isola: nei scorsi giorni è uscito un rumors che la riguarda circa una sua presunta preoccupazione in merito alla frattura tra Pogliese e la Lega a Catania. Che c’è di vero?

“Lo smentisco categoricamente. Non solo perché non sono abituata a parlare con altri su questioni che riguardano il mio partito, ma anche perché ritengo che Pogliese abbia agito con correttezza e con lealtà. 

Perché lo dice?

“In fondo lui ha premiato il contributo di quelle forze che lo hanno sostenuto anche laddove quello stesso contributo si è fermato ben al di sotto dello sbarramento. Io credo che l’esplosione della Lega nell’area catanese debba portare a un riequilibrio interno e, una volta che sarà conclamata la loro permanenza in maggioranza, sono convinta che Pogliese saprà gestire al meglio gli equilibri”.  

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