E’ una escalation vertiginosa quella del Covid, che con la variante Omicron spaventa anche il mondo della scuola, vista la sua diffusione soprattutto tra i più giovani. A poche ore dalla riapertura degli istituti, stabilita dal governo nazionale per il 10 gennaio, le incertezze sono tante e le richieste di un rinvio da parte dei sindaci siciliani si moltiplicano. La nuova ondata, che ieri ha fatto registrare più di duecento mila casi a livello nazionale e oltre 14 mila nell’Isola, alimenta i timori in vista del rientro nelle classi, provocando inevitabilmente le reazioni dei singoli comuni. C’è chi chiede screening di massa prima del riavvio, chi ha già deciso di posticipare il ritorno in aula, chi annuncia nuove ordinanze entro la giornata per prolungare le vacanze, ma intanto la Regione precisa che si potrà passare alla Dad soltanto se in zona arancione o rossa. Per questo nelle prossime ore in Sicilia, i comuni con la situazione epidemiologica più critica potrebbero cambiare fascia. LEGGI ANCHE: Rientro a scuola, i sindacati insorgono
I sindaci dell’Agrigentino
Basti pensare che in provincia di Agrigento sono 39 i primi cittadini che chiedono all’Asp di attivare uno screening di massa per consentire il ritorno a scuola in sicurezza di studenti e docenti: altrimenti saranno firmate ordinanze di sospensione. La lettera è firmata dai sindaci di Palma di Montechiaro, Ribera, Joppolo, Camastra, Cattolica Eraclea, Santa Elisabetta, Grotte, Santo Stefano di Quisquina, Montallegro, Alessandria della Rocca, San Biagio Platani, Bivona, Campobello di Licata, Sant’Angelo Muxaro, Naro, Cianciana, Castrofilippo, Ravanusa, Porto Empedocle, Sciacca, Santa Margherita Belice, Burgio, Lucca Sicula, Villafranca Sicula, Canicattì, Calamonaci, Caltabellotta, Sambuca di Sicilia, Realmonte, San Giovanni Gemini, Cammarata, Menfi, Aragona, Favara , Montevago, Licata, Siculiana e Agrigento. LEGGI ANCHE: La Regione, ecco dove si potrà andare in Dad
“Situazione che evolve troppo velocemente”
“In assenza dell’effettuazione dello screening – precisano i sindaci – procederemo ad emettere ordinanza per vietare le attività didattiche in presenza, almeno fino al 15 gennaio per tutte le scuole di ogni ordine e grado pubbliche o private. Abbiamo il dovere di tutelare la salute delle nostre comunità. Tra l’altro moltissimi dirigenti scolastici ,attualmente più di 600, tra cui diversi siciliani, hanno scritto al Governo chiedendo di optare per la dad, addirittura fino al 31 gennaio prossimo, in quanto ritengono anch’essi che sia davvero difficile in questa fase garantire la massima sicurezza”. Ma c’è già chi ha già deciso per il rinvio: il sindaco di Campobello di Licata, ad esempio, ha sospeso lezioni in presenza in tutte le scuole dal 10 al 15 di gennaio. “E’ una situazione che evolve continuamente – spiega a LiveSicilia il sindaco di Cammarata, Giuseppe Mangiapane -. Dobbiamo avere il quadro chiaro nelle prossime ore, ma insieme al sindaco di San Giovanni Gemini abbiamo già predisposto l’ordinanza per posticipare la riapertura delle scuole. Dobbiamo tutelare la salute degli alunni, delle loro famiglie e di tutto il personale scolastico ed è necessario effettuare screening a tappeto”
Dove slitta la riapertura
A Torrenova, in provincia di Messina, il sindaco ha emesso ordinanza con cui si prevede il rientro in classe il prossimo 16 gennaio. D’altronde l’Anci Sicilia, in una nota inviata al presidente Nello Musumeci, ha chiesto nelle scorse ore che il rientro alle lezioni per le scuole primarie, previsto per lunedì 10 gennaio, torni in modalità Dad per evitare una nuova diffusione dei contagi. Ma le richieste di rinvio arrivano da un capo all’altro della Sicilia: i sindaci di Trapani, Marsala e Messina puntano a posticipare la ripartenza delle scuola e Cateno De Luca, nel caso specifico, chiede lo stop per 15 giorni.
Nel Messinese
Il sindaco di Taormina, Mario Bolognari, è pronto a chiudere le scuole nel territorio della cittadina turistica vista la situazione preoccupante della pandemia. “In tutto sono 189 i casi a Taormina – ha riferito il primo cittadino, nel suo consueto bollettino Covid del venerdì – in una settimana si sono aggiunti 95 positivi in più, tra dati ufficiali e non ufficiali, quelli, cioè, che ci arrivano dalla richiesta di raccolta dei rifiuti da parte di chi ha contratto il virus. Si tratta di una situazione che rappresenta l’andamento generale. In ogni caso se entro domenica non arrivasse un provvedimento in tal senso, in ambito nazionale e regionale, anche se non è diretta competenza dei sindaci, consultandomi anche con gli altri colleghi, sarò costretto a chiudere le scuole per problemi igienico sanitari”. Stessa scelta per il sindaco di Sant’Agata di Militello, Bruno Mancuso: “Vista la nuova ondata e relative varianti che sta interessando anche il distretto di Sant’Agata di Militello – si legge in una nota -, i cui numeri sono difficilmente valutabili ma estremamente preoccupanti per la percentuale elevatissima di positivi che viene individuata tra i soggetti in età scolare; d’intesa con tutti i sindaci del distretto, si è ritenuto di emettere ordinanze congiunte di differimento della ripresa dell’attività scolastica al 17 gennaio 2022 per tutte le scuole di ogni ordine e grado, compresi asili nido, pubblici e privati. Chiusi fino al 16 gennaio anche circoli ricreativi e ludoteche. Successivi provvedimenti saranno adottati in base all’andamento dei contagi”.
Provincia di Palermo
Primi provvedimenti anche nel Palermitano, con il sindaco Gaetano Di Chiara che dispone il rientro dopo quattro giorni dalla data fissata: “Si avvisano i cittadini che, per contrastare una maggiore diffusione del covid-19 verranno sospese le attività didattiche in presenza di tutte le scuole pubbliche e private presenti sul territorio comunale sino al 14 gennaio 2022”, si legge sull’ordinanza. Stessa decisione a Misilmeri: anche in questo caso il rientro slitterà al 14. A Trappeto la data di inizio è ancora più lontana: il sindaco Santo Cosentino ha firmato un’ordinanza poche ore fa, disponendo “la chiusura temporanea di tutte le scuole di ogni ordine e grado nel Comune dal 10 gennaio al 22 gennaio 2022”. A Cinisi, il sindaco Giangiacomo Palazzolo, condivide la sua preoccupazione attraverso un video pubblicato sui social: “Faccio un appello pubblico all’assessore Lagalla – dice – ribadendo che in queste condizioni non si possono riaprire le scuole. E’ necessario prima tracciare tutti gli alunni, avere un dato certo e non approssimativo. L’inizio, così, non ci può essere. A me a Cinisi risultano al momento più di quattrocento casi, ma la situazione è costantemente in evoluzione”.
“Vogliamo i dati aggiornati per prendere decisioni”
“Vogliamo conoscere i dati epidemiologici aggiornati per prendere le necessarie decisioni sulla riapertura o meno delle scuole”. E’ quanto chiedono i sindaci della provincia di Palermo al commissario per l’emergenza Covid Renato Costa. “Quelli che si hanno forniti in queste settimane sono incompleti o non fotografano la realtà della situazione – dicono i sindaci che si sono riuniti oggi in videoconferenza per cercare soluzioni idonee in vista della riapertura delle scuole – Di fronte alla situazione pandemica in atto, con senso di responsabilità, abbiamo condiviso lo stesso identico stato di disagio nell’affrontare l’emergenza da COVID 19 per via delle difficoltà riscontrate nel sistema di trasmissione dei dati del tracciamento dei soggetti positivi e in quarantena. Abbiamo riaffermato il ruolo fondamentale dei Comuni nell’essere coinvolti per tempo per approntare tutte le misure idonee a lenire le difficoltà e i disagi della popolazione cui comunque si sta cercando di provvedere con iniziative fai da te”. Di fronte all’ondata di contagi da virus Covid-19, tutti i sindaci hanno sottolineato la comune assenza di comunicazioni certe e attendibili da parte delle competenti Autorità Sanitarie (ASP Palermo e Struttura Commissariale anticovid), prese come sono a far fronte alla crisi emergenziale. “Chiediamo – concludono – alle autorità sanitarie distrettuali competenti di agire con prudenza comunicando a ciascun sindaco i dati ufficiali delle persone positive e in quarantena sulla base dei quali, accertato il potenziale pericolo pandemico, poter decidere eventualmente la proroga dell’apertura delle scuole di ogni ordine e grado”.
La task force
Nel frattempo l’Assessorato regionale all’Istruzione ha convocato la task force per una riunione prevista per domani alle 10.30: al centro dell’incontro che si svolgerà on line, la riapertura in sicurezza degli istituti scolastici in Sicilia
Misilmeri: la decisione del sindaco
Con un’ordinanza il sindaco di Misilmeri ha disposto la sospensione delle attività didattiche in presenza per tutte le scuole di ogni ordine e grado del territorio sino al 14 gennaio. La decisione è stata presa da Rosario Rizzolo “in via precauzionale e prudenziale, al fine di contrastare la diffusione del Covid-19 verosimilmente conseguente alla concomitante presenza di persone alla ripresa delle lezioni scolastiche
Nebrodi: i sindaci chiudono le scuole
I sindaci del comprensorio tirrenico-nebroideo, ricadenti nel distretto sanitario di Sant’Agata Militello, decidono norme restrittive per le scuole di ogni ordine e grado, pur di evitare un ulteriore balzo in avanti dei contagi da Covid19. Dopo aver inviato una lettera al prefetto di Messina e alla procura di Patti, nella quale si denuncia “l’insostenibile situazione di stallo in cui si trovano i servizi sanitari per la gestione dell’emergenza coronavirus”, quest’oggi hanno emanato singole ordinanze per posticipare al prossimo 17 gennaio il ritorno in classe. “Una situazione che sta diventando ingestibile – dice il sindaco di Naso, Gaetano Nanì – ricevo giornalmente telefonate da concittadini che spontaneamente si chiudono in isolamento perché positivi e a cui l’Asp non riesce a garantire tamponi e tracciamenti. Nella mia città siamo a oltre 50 positivi e più di 60 tra quarantene e isolamenti, numeri importanti e destinati purtroppo ad aumentare”. “Il ritorno a scuola in queste condizioni è una vera follia – ammette il primo cittadino di Torrenova Salvatore Castrovinci – considerato lo stato del sistema sanitario della nostra provincia. Personalmente non sarò complice di un modus operandi altamente svantaggioso per i cittadini, Asp e Usca hanno una mole di lavoro sovradimensionata rispetto all’attuale assetto. Chiediamo più medici e paramedici, ma anche l’attivazione di una cabina di regia con il supporto di esperti informatici che possa rendere fluido ed efficace il caricamento dei dati necessari per la gestione di contatti, isolamenti e positivi”.
La decisione dei sindaci del catanese
I sindaci del territorio di Caltagirone, nel Catanese, chiuderanno le scuole se la Regione Siciliana non ne rinvierà l’apertura o se non sarà realizzato entro domenica prossima uno screening di tutta la popolazione scolastica. A firmare un appello alla Regione sono stati i primi cittadini di Caltagirone, Castel di Iudica, Grammichele, Licodia Eubea, Mazzarrone, Militello, Mineo, Mirabella Imbaccari. Palagonia, Raddusa, Ramacca, San Michele di Ganzaria, San Cono. Scordia e Vizzini, a conclusione di una riunione svoltasi stamani al municipio di Militello.
“Vista la terribile esplosione pandemica – sottolineano i primi cittadini in una nota inviata al presidente Nello Musumeci, all’assessore della Salute Ruggero Razza, all’assessore dell’Istruzione Roberto Lagalla e ai vertici provinciali dell’Asp – , al fine di tutelare la salute delle nostre comunità, chiediamo all’Asp e alle istituzioni tutte l’attivazione dello screening della popolazione scolastica da effettuarsi entro domenica 9 gennaio, per poter far ripartire le attività didattiche, almeno in parziale sicurezza o, in ogni caso, se necessario, il rinvio dell’apertura delle scuole”.
Secondo i sindaci la tensione e la preoccupazione sono altissime “per la fine delle vacanze natalizie e il ritorno tra i banchi di migliaia di ragazzi in un momento dove i contagi crescono in modo vertiginoso, peraltro in presenza di un disallineamento dei dati per la difficoltà di confermare ufficialmente molti positivi. La variante Omicron – affermano – ha una contagiosità molto alta e, pertanto, c’è il serio rischio che, con il ritorno a scuola, i contagi possono moltiplicarsi ulteriormente”.
I sindaci si dicono pronti ad andare oltre: “In assenza dell’effettuazione dello screening – sostengono – o se sarà necessario, del differimento dell’apertura delle scuole, emetteremo ordinanze per la chiusura, almeno sino al 15 gennaio, dei plessi di tutte le scuole di ogni ordine e grado, pubbliche o private. Abbiamo il dovere di tutelare la salute delle nostre comunita”.
La posizione dell’Anci
Sul tema arriva anche la posizione ufficiale dell’Anci. “La riapertura delle scuole in presenza a partire dal 10 gennaio sarebbe un atto irresponsabile. Non esistono, infatti, le condizioni minime di sicurezza e la possibilità da parte dell’Asp di fornire collaborazione adeguata alle autorità scolastiche”, lo hanno ribadito 200 sindaci che hanno partecipato in videoconferenza ad una riunione urgente indetta dal presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando, per fare il punto sulla ripresa delle lezioni a scuola in un momento di aumento di contagi per il Covid. Già nei giorni scorsi l’Associazione dei comuni siciliani aveva manifestato preoccupazione per il dilagare dei contagi, sottolineando, in una nota inviata al presidente Musumeci e all’assessore Lagalla, la necessità di riprendere le lezioni in Dad. Dal confronto di questo pomeriggio, che ha registrato gli interventi di tutti i sindaci allarmati dall’elevatissima percentuale di positivi, è emersa “l’assoluta necessità di tratteggiare una linea comune in tutta l’Isola, assumendo tutte le precauzioni necessarie per evitare ulteriori contagi con l’obiettivo di garantire la sicurezza sanitaria degli studenti e delle famiglie”.
I sindaci siciliani hanno sottolineato che “ci troviamo di fronte ad una situazione drammatica e al tempo stesso di incertezza che, purtroppo, non dispone di misure adeguate. Misure che il governo nazionale e la Regione siciliana devono assolutamente modificare. Tutto questo viene aggravato ulteriormente dal forte stato di stress cui sono sottoposte le strutture sanitarie. Bisogna, infine, garantire che la raccolta dei rifiuti speciali Covid non gravi sul bilancio del comune e venga gestita, per competenza, dalle Asp”.