Palermo, inaugurato l'anno giudiziario: "In aumento denunce per mafia" - Live Sicilia

Palermo, inaugurato l’anno giudiziario: “In aumento denunce per mafia”

Le concussioni sono aumentate da 12 a 19. In aumento le truffe e le accuse di indebita percezione di contributi
GIUSTIZIA
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PALERMO – Aumentano nel distretto di Palermo le denunce per mafia e quelle per corruzione. Quasi stabili quelle per reati contro la pubblica amministrazione. Il dato emerge dalla relazione per l’apertura dell’anno giudiziario. Ad evidenziarlo è la Relazione sull’amministrazione della giustizia nell’anno 2021 pubblicata dal distretto di corte
d’Appello di Palermo presieduta da Matteo Frasca, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Le denunce per reati contro la pubblica amministrazione segnalano un lieve incremento (da 3.799 a 3.832 con una variazione dell’1%), per altre fattispecie le variazioni sono più consistenti. Le concussioni sono aumentate da 12 a 19 (+58%), le denunce per corruzione sono cresciute del 4% (da 81 a 84) mentre quelle per peculato sono diminuite da 104 a 82. Sono tornate a crescere anche le truffe e le accuse di indebita percezione di contributi, finanziamenti concessi dallo Stato, da altri enti pubblici o dall’Unione europea.

“L’Anno Giudiziario si apre da un lato con la consapevolezza della persistenza dell’emergenza sanitaria con la quale saremo purtroppo costretti a convivere forse ancora non per breve tempo e dall’altro con la speranza che sia stata finalmente avviata, partendo proprio dai danni umani e sociali causati dalla pandemia, una vera e propria rifondazione della Giustizia”. Così Matteo Frasca, presidente della Corte d’Appello di Palermo, nella Relazione sull’amministrazione della giustizia nell’anno 2021.

“L’epidemia – prosegue Frasca – ha messo definitivamente a nudo le gravi criticità in cui versa la Giustizia: sono bastati i due mesi dell’inedito blocco dell’attività giudiziaria per arrestare il faticoso e lento processo di recupero avviato da un decennio e per determinare una inversione di rotta, fortunatamente temporanea ma al tempo stesso sintomatica del fatto che il sistema operasse al limite delle sue possibilità a prezzo di impegno dei suoi attori talvolta anche oltre il limite dell’esigibile”.

Cosa nostra continua, secondo il presidente della Corte d’Appello, a esercitare il suo “diffuso, penetrante e violento controllo sulle attività economiche, imprenditoriali e sociali del territorio”. Se negli anni precedenti il dato statistico aveva mostrato qualche cenno di diminuzione Frasca rileva che nell’ultimo anno le denunce sono state 79 mentre erano state 50 e 77 nei due anni precedenti. A livello distrettuale quindi si registra un incremento del 58%.

“Si registra un notevole incremento delle denunzie presentate dalle vittime di estorsione, caratterizzate dalla volontà di collaborare senza riserve con la giustizia; tale incremento, purtroppo si è manifestato a macchia di leopardo: mentre nel mandamento mafioso di Porta Nuova ben quindici imprenditori, soprattutto del settore edile, indicavano
compiutamente gli autori dei reati, nel mandamento di Ciaculli – Brancaccio non una sola vittima di estorsione si è fatta avanti”.

“A seguito delle numerose condanne al termine del rito abbreviato e dell’applicazione di misura cautelare detentiva ad alcuni membri del vertice nazionale della associazione Black Axe, si può ritenere ‘smantellata’ la cellula associativa radicatasi a Ballarò”. Evidenzia la Relazione sull’amministrazione della giustizia nell’anno 2021 pubblicata dal distretto di corte d’Appello di Palermo. “Più in generale, si può affermare che la presenza di membri della Black Axe a Palermo è venuta meno, come attestato dal chiaro contenuto delle intercettazioni successive agli arresti, nel corso delle quali, i membri di altri cult (gli Eiye, anch’essi poi destinatari di un fermo di indiziato di delitto), esultavano per la scomparsa degli Aye (ossia dei membri della Black Axe) da Ballarò”.


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