CATANIA – La sospensione di Salvo Pogliese dalla carica di sindaco di Catania porta con sé un altro garbuglio, quello della sua successione alla guida della Città metropolitana. Il sindaco, che in seguito a una condanna in primo grado per peculato è stato sospeso per effetto della legge Severino, è infatti anche il capo dell’ex Provincia regionale, per effetto della riforma voluta da Rosario Crocetta che eliminava gli enti a elezione diretta.
La successione
Dal momento in cui, ieri, al Comune di Catania è stata recapitata la lettera della Prefettura con cui si comunicava la ripresa della sospensione di Pogliese, a guidare l’amministrazione catanese è il suo vice Roberto Bonaccorsi. Il tecnico aveva già rivestito la carica tra il luglio e il novembre del 2020, in occasione dei primi quattro mesi di sospensione per Pogliese, e anche in quel caso aveva svolto le funzioni di capo della Città metropolitana.
In questo senso, quello della sospensione di Pogliese e del subentro di Bonaccorsi è l’unico precedente disponibile di successione alla testa di un’amministrazione e di una Città metropolitana. Come già scritto da Livesicilia, infatti, da quando esistono gli enti a elezione indiretta non è mai successo che un sindaco venisse sollevato temporaneamente dalle sue funzioni.
La richiesta di un commissario
Quello che successe nel 2020, però, potrebbe non replicarsi oggi. Se infatti allora tutto rimase congelato, con Bonaccorsi a guidare l’amministrazione e Pogliese non dimissionario, oggi lo scenario politico è in parte mutato. Dal quartier generale di Pogliese non è mai stata pronunciata, oggi come allora, la parola “dimissioni”, ma l’avvicinarsi di elezioni nelle altre due metropoli siciliane e la necessità di rinnovare proprio il vertice delle Città metropolitane potrebbe spingere i partiti a cercare nuove strade, come ad esempio le elezioni anticipate. A questo, infatti, porterebbero le diverse richieste di dimissioni per Pogliese, soprattutto dai partiti di centrosinistra
Alla richiesta di dimissioni il segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo aggiunge anche quella di un commissario per la Città metropolitana di Catania: “A nostro giudizio – scrive infatti Barbagallo in una nota – non ci sono le condizioni che consentano a Salvo Pogliese di presiedere la conferenza della città metropolitana di Catania prevista per venerdì 28 gennaio attraverso un suo delegato. Con la sospensione infatti, viene meno ogni tipo di potere di delega. Il governo regionale nomini immediatamente un commissario con le funzioni di sindaco metropolitano”.
Barbagallo ha presentato in tal senso un atto ispettivo urgente all’assessorato regionale Enti Locali, e già nei primi giorni di gennaio aveva firmato, insieme a uno schieramento trasversale di deputati regionali di maggioranza e opposizione, un disegno di legge per prorogare il rinnovo dei vertici delle Città metropolitane, previsto per la fine di gennaio. In vista delle amministrative a Palermo e Messina, e con la vicenda di Pogliese ancora in bilico, ci si sarebbe infatti trovati con consigli comunali in scadenza che rinnovavano i consigli metropolitani, e proprio per evitare una cessazione immediata delle funzioni dei vertici metropolitani i deputati regionali avevano presentato il loro disegno di legge.
Le prossime mosse
All’indomani dell’annuncio di sospensione, Salvo Pogliese ha preso un aereo per andare a Roma e parlare di politica regionale con Nello Musumeci e lo stato maggiore di Fratelli d’Italia Segno che Pogliese, come già accadde durante i primi mesi di sospensione, non ha intenzione di abbandonare il suo ruolo politico di capo della sua maggioranza e di segretario per la Sicilia orientale di Fratelli d’Italia. E potrebbe essere proprio in questo ruolo politico che Pogliese farà le sue prossime mosse sullo scacchiere cittadino e regionale.