La squadra si stringe intorno a Pogliese, ma restano le incognite - Live Sicilia

La squadra si stringe intorno a Pogliese, ma restano le incognite

Il giorno dopo la rinnovata sospensione del primo cittadino di Catania. Ecco cosa si muove all'ombra dell'Etna

C’è chi la chiama, senza alcuna ironia, “sensazione di sospensione”. Chi malcontento. Chi angoscia. Il day after è, insomma, confuso. Il giorno dopo la rinnovata sospensione del sindaco Salvo Pogliese dallo scranno più alto di Palazzo degli elefanti, in Comune sembra che ognuno racconti sfumature diverse. Tutte accomunate dall’attesa, non si sa di cosa. L’unico la cui posizione è cambiata da subito è il vicesindaco Roberto Bonaccorsi. L’assessore al Bilancio ieri ha ricevuto dalla prefettura la comunicazione che, adesso, tocca di nuovo a lui. Un atto dovuto, niente di inatteso, però forse l’unico punto fermo in questo momento delicato. “Le sue valutazioni il sindaco dovrà farle in un momento in cui sarà più sereno”, dice Bonaccorsi a LiveSicilia.

“Prevale lo spirito di squadra”

Le richieste di dimissioni sono arrivate da più parti, dal Partito democratico al Movimento 5 stelle, passando per Sinistra italiana e Claudio Fava. Nella maggioranza, invece, chi ha parlato lo ha fatto con nettezza: “Sindaco, resta dove sei”. “È come dentro allo spogliatoio di una partita di calcio – afferma il vicesindaco – Alla fine prevale sempre lo spirito di squadra. E in questa occasione, al di là di tutto, i fatti sono molto semplici: siamo di fronte a un uomo che ha dedicato la sua vita alla politica, ha fatto dei sacrifici, ha costruito con passione un percorso che adesso viene bruscamente interrotto“. E da cosa poi? “Da una legge che lo stesso Partito democratico vuole modificare”, prosegue Bonaccorsi.

La legge Severino, che ha sospeso e ri-sospeso il primo cittadino per un totale di 18 mesi, è infatti papabile di cambiamenti, visto che sono i dem in parlamento ad averne proposto una parziale rettifica, dopo il caso del sindaco di Reggio Calabria, di centrosinistra, condannato per abuso d’ufficio. “Nelle maglie di quel ripensamento, però, ci è finito Pogliese – aggiuge Roberto Bonaccorsi – Quale stato d’animo può avere una persona che viene sospesa per una legge che tutti vogliono cambiare?”. Non buono, è inevitabile. Così come sono inevitabili le riflessioni sul futuro.

Il Consiglio comunale va avanti

Si vocifera che il sindaco sia, al momento, in attesa anche lui. In attesa di uno stato d’animo meno tumultuoso e di una rediviva lucidità di pensiero. In attesa di decidere se intraprendere una nuova azione legale per impugnare la nota della prefettura. Ma anche in attesa di capire se una eventuale modifica alla legge Severino possa arrivare in tempi record, magari entro aprile o maggio, per rientrare in municipio riabilitato. In quest’ultimo caso, ci sarebbero solo da stringere i denti. E l’amaro calice delle dimissioni, evocato nella serata del conclave con i suoi, finirebbe nel lavandino.

“Noi stiamo andando avanti, per la prossima settimana abbiamo programmato due sedute di Consiglio comunale”, replica il presidente del senato cittadino Giuseppe Castiglione. “Pogliese deciderà di fare quello che si sente, noi continuiamo a lavorare”, prosegue l’autonomista. E gli dà manforte il capogruppo di Grande Catania, Sebastiano Anastasi: “Il primo cittadino prenderà la sua decisione con la serenità che questa scelta richiede – dice – Naturalmente discutendo con i partiti che hanno sostenuto il progetto politico che è stato votato e ha vinto nel 2018″. La scelta, insomma, “va ragionata dentro ai contorni del centrodestra e sarà, certamente la scelta migliore per Catania”.

L’incognita Lega e le prossime settimane

Nei contorni del centrodestra, però, c’è anche la Lega. Gli ex nordisti hanno evitato comunicati stampa di solidarietà, arrivati invece da Fratelli d’Italia e da Forza Italia. Alessandro Porto e Fabio Cantarella, ex assessori e luogotenenti salviniani all’ombra del vulcano, sono stati recentemente sostituiti in giunta da Andrea Barresi e il clima con il partito padano non è stato dei più sereni. Nel quadro nazionale e regionale, poi, se Pogliese si dimettesse non è escluso che la casella catanese possa toccare a Salvini e ai suoi. “Aspettiamo l’evolversi della situazione”, afferma Giuseppe Gelsomino di Catania 2.0, appendice sammartiniana in municipio. “Posso solo dire che, per me, la Legge Severino deve essere assolutamente abrogata”. Alla domanda se i rumors che parlano di Valeria Sudano candidata sotto al liotro siano veri, Gelsomino ribatte: “La senatrice Sudano, che è sempre vicina a noi del gruppo e alla città, è impegnata nelle votazioni del presidente della Repubblica“. Come a dire: in questo momento, ha altri pensieri.

“Saranno mesi in cui avere una guida politica per la città sarà essenziale: ci saranno le risorse del Pnnr da investire e poi i Pon…”, ragiona ad alta voce Salvo Di Salvo, adesso tornato a volare con la colomba dell’autonomia dopo un percorso politico che, da quando è cominciato, è stato quantomeno articolato. “È chiaro che la città non è pronta a nuove elezioni nel giro di pochi mesi: come si può dare ai cittadini un programma credibile in così poco tempo?“. Lo sa lui e lo sanno tutti. Ed è forse questa la spiegazione della sensazione di attesa, angoscia e sospensione raccontata anche da chi non vuole essere citato. “Noi dubbi non ne abbiamo – conclude Graziano Bonaccorsi del Movimento 5 stelle – Sarebbe auspicabile che il sindaco si dimettesse. Ma, nel frattempo, continueremo a fare il nostro lavoro di opposizione. Al di là che Pogliese ci sia o non ci sia, c’è un vicesindaco che ne fa le funzioni e ci sono delibere importanti che devono arrivare in Consiglio e sulle quali vigilare”.


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