A distanza di due mesi e mezzo dall’approvazione del Decreto Sostegni-bis e quindi dell’emendamento che stravolge, in buonissima parte, l’assetto delle Camere di Commercio siciliane, l’onorevole Stefania Prestigiacomo, esponente di Forza Italia, deputata parlamentare e prima firmataria dell’emendamento, ha deciso di rompere il silenzio e di dire la sua su tutta la vicenda con un’intervista esclusiva concessa a LiveSicilia.
“Finalmente la questione delle Camere di Commercio siciliane ha iniziato a procedere sulla via di quella riforma – esordisce la Prestigiacomo – che da tempo i territori di Siracusa e Ragusa auspicano e reclamano. C’è voluto un voto del Parlamento della Repubblica per porre sul tavolo della politica il tema della separazione delle Camere di Commercio delle due province sud orientali di Siracusa e Ragusa da Catania. E sono lieta che il Governo Regionale e anche il mondo imprenditoriale siciliano abbiano compreso la validità e la necessità della norma, approvata a luglio, che inizialmente non da tutti sembrava essere stata compresa”.
Sappiamo che luglio non è stato un mese facile per lei, ma forse avrebbe dovuto rompere prima questo silenzio.
“Durante i mesi scorsi non ho mai voluto replicare alle reazioni scomposte di chi vedeva crollare il suo castello di potere, polemiche a volte anche miserabili, che hanno indicato la cifra umana e culturale di chi le ha fomentate. E suggerirei anche più cautela: invocare, come è stato fatto, l’intervento della magistratura per presunto aggiotaggio con riferimento all’approvazione del mio emendamento dal Parlamento, sovrano luogo di espressione della democrazia, indica non solo una visione delle istituzioni alla Marchese del Grillo, ma anche una inquietante mancanza d’equilibrio e lucidità. E mi domando a quale etica istituzionale si ispiri chi, essendo commissariato da una legge dello Stato, anziché fare un doveroso passo indietro si fa nominare nel Consiglio Nazionale di UnionCamere in quanto presidente della SuperCamera, che non esiste più, e lo rende noto attraverso i giornali. Per non parlare del ‘carbonaro’ lavoro ferragostano in cui sono stati prodotti documenti farlocchi poi sconfessato dagli stessi sottoscrittori per premere sulla Regione affinché impugnasse la norma innanzi alla Corte Costituzionale”.
Anche il presidente della Repubblica aveva sollevato la questione costituzionale subito dopo l’approvazione del Sostegni-bis.
“No, il Presidente della Repubblica non è entrato nel merito delle norme: ha sollevato una questione generale ed il suo richiamo è stato strumentalizzato per sostenere ben altro. Il richiamo al Parlamento sull’eterogeneità degli argomenti introdotti dagli emendamenti nel decreto legge – citando tra le varie norme anche questa, precisa la Prestigiacomo – era del tutto corretto, ma spiegato nella stessa lettera dal fatto che il Parlamento, dall’inizio della pandemia, è stato impegnato esclusivamente nell’approvazione di decreti urgenti finalizzati al contrasto del Covid, comprimendo, di fatto, il potere legislativo dei parlamentari che non hanno avuto altri strumenti per esercitare le proprie prerogative. D’altro canto se il Presidente della Repubblica l’avesse ritenuta incostituzionale non l’avrebbe promulgata. Tant’è che la giunta regionale ha del tutto escluso la possibilità di impugnare la norma davanti alla Corte Costituzionale”.
L’assessore Turano sta incontrando le associazioni datoriali per una proposta, un documento, da presentare al ministro al più presto.
“Sin dal primo momento ho mantenuto un dialogo sempre aperto e costruttivo con l’assessore Turano che ringrazio per il lavoro che sta svolgendo e che troverà il pieno sostegno mio e senz’altro dei colleghi cofirmatari dell’emendamento rispetto alla giusta richiesta di ottenere una camera di commercio in più. Era questa la versione originaria dell’emendamento poi modificato last minute dal governo. Siracusa e Ragusa hanno diritto e ragione di pretendere una realtà autonoma, non fagocitata dagli interessi, pur legittimi, di una realtà importante e metropolitana come Catania e hanno diritto di dire la propria sul tema dell’aeroporto di Fontanarossa del quale sono da sempre azioniste”.
L’aeroporto di Catania fa gola a tanti.
“Ed è stata proprio la privatizzazione di Fontanarossa lo scopo mai dichiarato dell’accorpamento delle tre Camere avvenuto anni fa, ben prima della legge Madia, e spacciato come il rafforzamento di un’area, il sud est, che doveva marciare unita per contare, e pesare di più, nel panorama regionale e ‘mondiale’ e che poi si è invece tradotto, ottenuto il controllo delle quote dell’aeroporto, nella totale cancellazione da parte della Super Camera delle vivacissime, fino a quel momento, realtà locali di Siracusa e Ragusa. Ma le privatizzazioni si fanno per sviluppare una realtà, mica per pagare i debiti delle Camere di Commercio”.
I rappresentanti ragusani presenti nel Consiglio camerale hanno affermato più volte di non volersi staccare da Catania e di non voler andare con Siracusa.
“Da quando c’è stato l’accorpamento non è più esistita, di fatto, una rappresentanza siracusana e ragusana autonoma. Se lo lasci dire da chi, come me e i miei colleghi sottoscrittori dell’emendamento – Fausto Raciti (PD), Antonino Minardo (Lega), Paolo Ficara e Filippo Scerra (M5S) – che rappresentano l’intero arco costituzionale di quei territori, forse, hanno una più autentica sensibilità e legittimazione democratica per cogliere umori e sentimenti”.
Però le tre Camere di Catania, Siracusa e Ragusa già nel 2015 avevano sottoscritto un accordo per camminare unite.
“Occorre ricordare la titolarità delle competenze: la materia camerale è di esclusiva competenza dello Stato. Quella volontà delle tre camere di Catania, Siracusa e Ragusa di accorparsi, fu infatti ‘ratificata’ dalla legge Madia, che dimezzò ex lege il numero delle Camere in tutta Italia. Tutti i successivi ricorsi che rivendicavano competenze sulla materia presentati alla Corte Costituzionale non sono nemmeno stati ammessi. In verità in base alla legge Madia, Siracusa e Ragusa avevano già all’epoca i parametri per formare da sole un’unica Camera di Commercio, ma il Governo di allora, molto sostenuto dai promotori ‘dell’accorpamento spontaneo’, inserì nella legge l’inciso “fatti salvi gli accorpamenti precedenti” e a nulla valse la nostra richiesta e la mobilitazione dei territori interessati di rivedere questa scelta. Evidentemente i promotori “reali” di questa operazione avevano più audience nelle stanze del Governo. Ben venga quindi un confronto col governo nazionale che punti a scardinare il mantra della intoccabilità del numero delle CamCom e comprenda le ragioni di un territorio come la Sicilia. Tutto ciò restando fermo il dettato della legge che ‘nelle more’ prevede, in ogni caso, lo scorporo di Siracusa e Ragusa da Catania e i relativi commissariamenti. Atti, questi, che ripristinano un minimo di giustizia”.
Non aver ancora nominato i commissari ad acta della Camera del Sud Est decreta ugualmente il commissariamento dell’Ente?
“Non formalmente, ma la legge è legge e se ancora non sono stati prodotti i decreti di commissariamento è solo per un ritardo ministeriale”.
È stato detto che questa sua battaglia è per avere un posto in Sac.
“Lo escludo categoricamente”.