CATANIA -Appena 19 consiglieri presenti per l’approvazione del Dup. Appena uno in più della metà necessaria per validare la seduta. Restano le difficoltà nel raggiungimento del numero legale, in aula, e del sindaco di raccogliere sufficienti esponenti della maggioranza per portare a casa importanti delibere, come quelle appunto propedeutiche al bilancio.
La seduta saltata
Ieri sera, ad esempio, erano appena 15 i consiglieri presenti al dibattito sul Bilancio (tra i documento più importanti) l’opposizione ha chiesto la verifica del numero legale che non c’era. Si replica oggi quando, con buone probabilità, i consiglieri saranno presenti. Ma resta il problema alla cui base ci sarebbero motivi molto politici. Come sottolineato dalle opposizioni in occasione della polemica sulla seduta convocata in piena allerta maltempo.
L’affondo dell’opposizione
“È infatti nota a tutti la crisi che sta attraversando in questo momento la maggioranza per via della scelta del sindaco di voler operare in tempi urgenti un rimpasto, probabilmente anche non condiviso dalla stessa maggioranza – hanno evidenziato i consiglieri di opposizione. È risaputo che lo stesso sindaco, in una riunione di maggioranza, ha preso quindici giorni di tempo. E sta adesso correndo per poter incassare tutti gli atti di natura finanziaria in modo da poter quanto prima fare i cambiamenti in giunta così come ha pensato di fare, in modo da posizionare i suoi uomini all’interno, visto che la sentenza della cassazione lo metterà fuori dal palazzo degli elefanti per almeno dodici mesi”.
Le fibrillazioni
Fibrillazioni che si ripercuoterebbero nei comportamenti in aula e nella composizione dei gruppi, dove l’aria del rimpasto si respira a pieni polmoni. E da un po’ di tempo. Non è un segreto che alcuni avrebbero aspettative assessoriali – Bosco e Barresi in testa – e altri lamenterebbero la mancata corrispondenza tra esponenti in aula e ruoli di sottogoverno (che siano in Giunta o all’interno delle partecipate). A Palazzo degli Elefanti restano alcune anomalie. A partire da Forza Italia: il gruppo è scomparso con l’uscita di Agatino Giusti e l’unico esponente oggi è Giovanni Petralia. Eppure, sono due le poltrone assegnate in quota azzurri: Michele Cristaldi – e la presidenza dell’Asec Trade, con Giovanni La Magna. Passando per i consiglieri sammartiniani. Il passaggio alla Lega del leader non ha infatti comportato alcun passaggio in maggioranza al Comune di Catania. Sammartiniani che, martedì sera, hanno abbandonato il gruppo Italia Viva – che con un unico componente è stato sciolto – e dato via, rispolverandolo, al Gruppo Catania 2.0. Di cui fanno parte Francesca Ricotta e Giuseppe Gelsomino, insieme a Dario Grasso. Tomasello, restato solo, è confluito nel gruppo misto. Infine la Lega, senza gruppo ma con ben due assessori presenti in Giunta.
Grande Catania
Un quadro disordinato che, sempre pi spesso, contribuisce alla mancanza del numero legale mantenuto in aula, sempre più spesso, dagli autonomisti di Grande Catania, il gruppo più numeroso in consiglio. Più volte determinante per consentire all’amministrazione di portare a casa delibere.