RIBERA (AGRIGENTO) – Ci sono gli agricoltori, allo stremo per l’acqua che nell’Agrigentino arriva con il contagocce, e le organizzazioni di categoria Coldiretti, Cia e Confagricoltura. E ci sono sindaci e amministratori del comprensorio di Ribera, venuti ad ascoltare Renato Schifani e Totò Cuffaro. Un duo che oggi, per dirla con le parole del governatore, è caratterizzato da “un’alleanza forte”.
Bagno di folla per Cuffaro e Schifani
Nella città delle arance è l’agricoltura la protagonista dell’inaugurazione la Festa dell’amicizia della Democrazia cristiana. Lungo la strada d’ingresso della cittadina agrigentina fanno bella mostra le bandierine della Dc. Bandiere che non mancano neanche nell’aula consiliare del Comune che accoglie i due protagonisti del giorno dopo il bagno di folla in strada con tanto di inno nazionale e taglio del nastro che dà inizio alla tre giorni.
Schifani e Cuffaro sono seduti l’uno accanto all’altro, ascoltano e scherzano durante il lungo preambolo di saluti prima del loro intervento. L’aula consiliare è piena: il capogruppo della Dc all’Ars, Carmelo Pace, che a Ribera è stato sindaco per dieci anni, gongola e sorride quando il governatore e Cuffaro gli attribuiscono “il grande merito” di essere stato il regista delle norme che hanno portato all’agricoltura “più del 30% dei 500 milioni complessivi” dell’assestamento di bilancio.
Chi c’era a Ribera
A Ribera, cuore pulsante della Democrazia cristiana, con il deputato Ignazio Abbate e gli assessori Andrea Messina e Nuccia Albano, c’è lo Stato Maggiore del partito. A rispondere alle domande (e alla rabbia) degli agricoltori ci sono il dirigente generale del dipartimento Agricoltura, Dario Cartabellotta, e il capo di gabinetto dell’assessore Salvatore Barbagallo, Calogero Foti.
Non poteva mancare Silvio Cuffaro, fratello dell’ex governatore e dirigente Generale del dipartimento Finanze. I prima fila anche Giovanni Albano, fratello dell’assessora al Lavoro e presidente della Fondazione Giglio di Cefalù.
Cuffaro: “Governo attento all’agricoltura”
Cuffaro, che poco prima aveva incassato le lodi da parte di Schifani (“La nostra alleanza è forte e il rapporto non è solo politico ma umano”), spiega al suo popolo i risultati del governo regionale: “Il presidente, fin dal suo insediamento, ha messo in atto una serie di iniziative per fronteggiare le emergenze e alleviare la crisi degli agricoltori. Stiamo lavorando tutti quanti, in sinergia, per trovare soluzioni nell’immediato e pianificare progetti duraturi nel tempo”.
Parole che stringono sempre di più l’abbraccio ideale tra Schifani e Cuffaro, che ha già avuto il sigillo di ceralacca delle elezioni europee. A Ribera c’è anche un altro protagonista dei tempi in cui Cuffaro governava a Palazzo d’Orleans: Felice Crosta, ex presidente dell’Agenzia regionale acqua e rifiuti. Ha poi trovato posto come consulente a titolo gratuito dell’assessora Albano per le tematiche relative alle politiche comunitarie in materia di lavoro e per i Cantieri di lavoro regionali.
Sciacca e le terme, una storia lunga anni
A Ribera anche uno stuolo di sindaci e amministratori che per la prima volta, dopo tanti anni, guardano alla riapertura delle terme di Sciacca come una possibilità di sviluppo e lavoro. Il sindaco di Sciacca, Fabio Termine, mette da parte la sua appartenenza al centrosinistra e riconosce al governatore Renato Schifani, seduto accanto a lui, “l’impegno in prima linea” per un progetto di riapertura “che questa volta è ben visibile”.
Schifani illustra il progetto per le terme di Sciacca e le diverse misure per il contrasto alla crisi idrica, incassando diversi applausi. “La Sicilia sta crescendo grazie a una politica espansiva e che guarda alla semplificazione delle regole”, ricorda dopo avere evidenziato ancora una volta le lungaggini burocratiche con le quali la Regione fa i conti “ogni giorno”.
Dirigenti, si cambia
Un passaggio non casuale, dal momento che poco dopo il presidente della Regione annuncerà “un grande rinnovamento” per quanto riguarda i dirigenti regionali: “Cerchiamo entusiasmo e persone he guardino all’incarico di dirigente come ad un impegno per la Sicilia”. Schifani, che poco prima aveva assistito anche alle rumorose critiche di un agricoltore per la mancata attivazione della bretella che potrebbe portare acqua dal fiume Sosio alla diga Castello, lascia la sala con una promessa: “Snelliremo le procedure, ci sono passaggi troppo lunghi e incomprensibili, specie in una situazione di emergenza”.