PALERMO – È indagato per peculato e autoriciclaggio. L’avvocato palermitano Francesco Menallo ha subito un sequestro per equivalente per un importo di un milione e 371 mila euro. A tanto ammonta la cifra di cui si sarebbe appropriato mentre era presidente e legale rappresentante della “Fondazione Assistenza Sociale” di Bagheria.
Lo scorso dicembre gli era stata anche applicata una misura interdittiva della sospensione per un anno dalla professione chiesta dalla Procura e accolta dal giudice per le indagini preliminari Nicola Aiello. Dopo l’interrogatorio il Gip, però, decise di revocare la sospensione.
Menallo, ex militante del Movimento 5 Stelle, nel gennaio 2020 è stato condannato in primo grado al processo sulle cosiddette “firme false” per le elezioni comunali del 2012 a Palermo. Fu Menallo a consegnare le firme a sostegno delle candidature al pubblico ufficiale per l’autenticazione. Erano state ricopiate quando si accorsero che c’era un errore. Il processo è in appello, ma sarò dichiarato prescritto.
La Fondazione che ha presieduto fra il 2017 e il 2019 è un ente di formazione che ha ricevuto finanziamenti europei e regionali. Una parte dei soldi sarebbe stata dirottata da Menallo sul proprio conto corrente personale, senza alcuna giustificazione, e poi usata anche per comprare una casa a Ustica.
Inizialmente si chiamava “Centro assistenza sociale” che nel 2016, attraverso una fusione, divenne “Fondazione l’intelligenza italiana al servizio dell’umanità”. Un atto di fusione non approvato dalla Regione siciliana che nominò un commissario straordinario.
Tra gli anomali movimenti di denaro scovati dai finanzieri della compagnia di Bagheria, coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Andrea Zoppi, ci sono anche delle somme maturate dal riscatto di alcune polizze sottoscritte con i versamenti contributivi di alcuni dipendenti che non avrebbero ricevuto il Trattamento di fine rapporto.
Il sequestro riguarda conti correnti, depositi bancari, la casa a Ustica e due immobili a Palermo.