CATANIA – Il nodo della questione è l’esame (o meno) dei pentiti Francesco Squillaci e Paolo Mirabile sulla migrazione del gruppo Strano e Martiddina di Piano Tavola (gli Squillaci) dai Santapaola ai Cappello-Bonaccorsi. La difesa di uno degli imputati del processo d’appello Revenge 5, precisamente di Massimo Squillaci, insiste. Ma la pg Iole Boscarino, ieri, ha ribadito la sua opposizione ad ascoltare collaboratori di giustizia che sono detenuti da diversi anni e non possono certo avere conoscenza di fatti avvenuti nel 2009. Le imputazioni infatti riguardano quell’arco temporale.
La pg ha depositato alla Corte d’Appello la sentenza – ormai definitiva – dello stralcio abbreviato dello stesso processo. Un verdetto che sancisce il passaggio mafioso degli Squillaci da un clan a un altro. I legali hanno chiesto di poter valutare i contenuti e, comunque, hanno insistito nell’esame dei due pentiti.
Il processo di primo grado, impugnato dagli imputati, si è concluso con una raffica di condanne. La pena più pesante – 27 anni – a Fabio Reale che nel frattempo ha deciso di voltare pagine ed entrare nel programma di protezione. L’imputato-collaboratore è stato esaminato nel corso del processo su proposta della pg.
Il processo d’appello comunque ha subito un piccolo stop dovuto a un impedimento della scorsa udienza e al fatto che per un motivo di incompatibilità di un componente del collegio.
I capitoli dell’inchiesta Revenge hanno colpito a più riprese il clan Cappello-Bonaccorsi (chiamati nella malavita ‘carateddi’).