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Servono cento milioni|per salvare Palermo

Dissesto al Comune
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Quasi cento milioni di euro, per la precisione 98,7: tanto servirà al comune di Palermo nel 2012 per evitare il dissesto dovuto ai debiti con le società partecipate. La notizia, per certi versi clamorosa, è contenuta in una relazione stilata dalla Ragionerie generale e distribuita ieri sera ai consiglieri di Sala delle Lapidi. Il frutto di una ricognizione-lampo dello stato dei conti dell’ente voluto con forza dal commissario Luisa Latella, che intervenuta in Aula non ha voluto parlare di programmi o tematiche in particolare, ma ha sottolineato la necessità di salvaguardare l’equilibrio dei conti, i posti di lavoro e i servizi per la città.

Nello specifico, mancano all’appello otto milioni per l’Amia per l’aumento del contratto di servizio, 70 milioni per la Gesip e altri 20 per l’Amat. E questo servirà solo per garantire i servizi. A questi andranno aggiunti 27 milioni da destinare agli stipendi per i lavoratori del Coime, finora stanziati dal governo ma spariti nell’ultima manovra; sei milioni per l’aumento dell’iva, che diventeranno 12 nel 2013 e 13,5 nel 2014; l’introduzione dell’imu, che rappresenta una vera incognita in luogo della sicura ici; ulteriori tagli dei trasferimenti regionali e nazionali (tra Sicilia e Sardegna salterà quasi un miliardo e mezzo). Insomma, la cifra totale supera i 130 milioni.

E dire che la seduta era iniziata nel migliore dei modi. Per il debutto dell’ex prefetto di Vibo Valentia, il Palazzo delle Aquile è stato tirato a lucido come non si vedeva da anni. Sala delle Lapidi illuminata più del solito, consiglieri numerosi (oltre 40) e incravattati, vigili ai lati dello stendardo del comune con tanto di cambio della guardia e guanti bianchi, perfino un applauso all’in piedi all’ingresso del commissario. Scene d’altri tempi, di orlandiana memoria, con tanto di suono della campanella all’ingresso nel Palazzo del commissario. Un suono, raccontano alcuni consiglieri, che negli ultimi anni si è sentito così poche volte da poterle contare sulle dita di una mano.

E l’emozione ha preso anche il commissario, imbarazzato da complimenti e strette di mano e forse ancora un po’ a disagio in mezzo alle macchinose cerimonie dell’Aula. La Latella, in appena due giorni e mezzo, è stata protagonista di una girandola di incontri istituzionali, “una full immersion – ammette l’ex prefetto – che mi ha preso dalla mattina alla sera, ma io sono a disposizione della città, pur restando al di sopra di ogni partito. Palermo è una delle città più belle d’Italia, che ha problemi comuni a quelli degli altri centri del Meridione. Sono a disposizione, bisogna fare rete con il consiglio comunale che è la massima espressione dei territori”. Carinerie a parte, però, il commissario ha subito individuato le priorità: “La situazione economico-finanziaria del comune rischia di presentare risvolti non favorevoli, specie visto che questo sarà il primo anno che dovremo presentare un bilancio consolidato (che comprenda, cioè, anche i conti delle partecipate, ndr). E’ necessaria una razionalizzazione della spesa, preservando il più possibile i posti di lavoro. Mi rivolgerò agli organi nazionali per avere il massimo conforto possibile”.

E già domani si terrà in Prefettura un vertice per l’Amia, mentre, sempre nel pomeriggio, la Latella incontrerà i dirigenti del comune. “Vedere i rifiuti ammassati per le strade – ammette il commissario – non fa bene a una città turistica come questa. Ma non ho ancora avuto modo di approfondire tutte le questioni: presenterò progetti e programmi solo quando le avrò approfondite. Presenteremo in tempo brevi anche uno schema di bilancio consolidato all’Aula, mentre entro trenta giorni dovremo formulare le controdeduzioni alla relazione degli ispettori regionali. Non farò alcun passo senza consultarmi con il consiglio comunale”. Una disponibilità al dialogo raccolta dagli inquilini di piazza Pretoria, che hanno smorzato anche i toni più polemici e si sono detti pronti a collaborare, paragonando il commissario a “un Monti al femminile”, impegnata, usando un paragone cinematografico, in una “mission impossible”.

Ma c’è spazio anche per un riferimento alla vicenda di Patrizia Monterosso. La nomina del vicecommissario sarebbe, secondo l’Udc, illegittima, come ha evidenziato il capogruppo dei centristi Salvo Italiano: “Il nostro coordinatore cittadino – ha detto Italiano – ha scritto una lettera che ho consegnato al commissario e alla presidenza del consiglio. Il nostro ufficio legale giudica illegittima la nomina della Monterosso, intravedendo possibili rischi anche per l’amministrazione. Per segnare una svolta in città, si cominci col ripristinare la legalità anzitutto nella pubblica amministrazione”.

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