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Gesip e la guerra dei sindacati

Non di sole vertenze vive la Gesip. La società partecipata del comune di Palermo, infatti, oltre ad affrontare il problema della proroga ormai scaduta, si trova a dover fronteggiare anche una vera e propria guerra fra sigle sindacali. Una battaglia senza esclusione di colpi fatta di incontri separati a Palazzo d’Orleans, comunicati di fuoco e uno stillicidio di dichiarazioni al vetriolo che la dicono tutta su quanto siano arrivati ai minimi storici i rapporti fra i rappresentanti dei lavoratori.

Per rendersi conto di quanto il clima sia teso, basta guardare a quanto successo venerdì scorso. Il governatore Raffaele Lombardo, infatti, ha prima incontrato solo alcune sigle sindacali, e per la precisione Cisas, Usb, Fiadel e Asia. Non c’erano praticamente tutti gli altri, compresi i confederati, cosa che ha fatto scoppiare il caso. “Sindacati autonomi, molti dei quali peraltro non legittimati, in quanto non firmatari di accordi aziendali né di Contratti Collettivi Nazionali”, li hanno definiti Uiltucs Uil, Filcams Cgil, Ugl, Alba, Fisascat Cisl, Cisal. Con Pietro La Torre, segretario della Uiltucs, che ha rincarato la dose, parlando di “organizzazioni più ‘di comodo’ che hanno magari un occhio di riguardo nei confronti di dinamiche politiche”. Un’accusa bella e buona, insomma, di essere al servizio della politica e precisamente del presidente Lombardo. E d’altronde Salvo Barone, di Asia, non ha mai negato di appoggiare la candidatura di Mimmo Russo dell’Mpa: “E’ un segretario della nostra organizzazione, che poi si ritrovi nel partito del governatore è secondario. Noi siamo un sindacato autonomo e alternativo, siamo per i lavoratori. Ci schiereremmo anche contro Lombardo, se questo facesse l’interesse dei dipendenti. Sul presidente possiamo dire che c’è stato di aiuto sia nella vertenza dei Pip che in quella Gesip. Gli saremo riconoscenti per le attività istituzionali effettuate”.

E proprio Barone ha risposto a muso duro a La Torre: “Non è la prima volta che la Uiltucs nella persona del signor La Torre assume atteggiamenti discriminatori su altre sigle sindacali, utilizzando una terminologia lontana anni luce dal corretto confronto. Comportamenti per i quali è già stato condannato dalla giustizia. Anche noi ci attiveremo attraverso nostri legali affinché si possa avere giustizia davanti a simili comportamenti”. Per la cronaca, i tecnici della Presidenza della Regione hanno poi incontrato anche gli altri sindacati ma stavolta non c’era Lombardo.

Il clima quindi non è dei più distesi, anche perché alla base dei dissidi ci sono anche vecchie ruggini, questioni personali, antiche amicizie trasformatesi in rivalità e la voglia di essere accreditati come i più rappresentativi dei 1734 dipendenti.

Ruggini che sono venute fuori anche in occasione del famoso ordine del giorno approvato all’Ars in sede di Finanziaria per un’anticipazione a Gesip di 50 milioni di euro proposto da Marianna Caronia. Se la Uiltucs ha apprezzato l’iniziativa, pur ritenendola insufficiente, gli altri sindacati hanno puntato il dito contro la vicinanza di La Torre alla Caronia, dal momento che il padre di quest’ultima è stato fino allo scorso anno il responsabile nazionale della Uil Trasporti.

Una rottura del fronte sindacale che non è nuova e che, almeno per oggi, sembra essersi momentaneamente ricomposta. Il sit in promosso stamane davanti la Prefettura, infatti, ha ricevuto l’adesione di tutte le sigle che hanno incontrato Umberto Postiglione. Un’unità che però sembra sempre più fragile. “Facciamo un appello all’unità dei lavoratori- dice La Torre – mentre per quanto riguarda le organizzazioni sindacali l’unità si raggiunge tra i sindacati titolari delle norme sul lavoro e che hanno sottoscritto accordi aziendali che li legittimano al ruolo. Ad ogni modo non è possibile raggiungere l’unità ad ogni costo se ci sono profonde differenze nel trovare soluzioni alla vertenza”.

“Apprendiamo con stupore le dichiarazioni della Uiltucs – replica Barone – considerata l’unione sindacale e il percorso unitario intrapreso stamane anche nei termini relativi all’affrontare la soluzione del problema. L’assenza del signor La Torre al tavolo di oggi probabilmente è la causa che ha determinato le dichiarazioni in questione. Non si può prescindere da una unione fra lavoratori diversificata dall’unione sindacale, in quanto chi ha deciso liberamente di aderire alla nostra organizzazione sindacale è parte integrante delle attività sindacali a tutela dei lavoratori, fa parte di un ragionamento a monte condiviso con la base e non si può chiedere a un lavoratore di non appartenere a qualcosa alla quale ha deciso di appartenere. In questo momento l’unione a tutela dei lavoratori è un elemento indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Se qualcuno ancora oggi parla di titolarità contrattuale, di firme e di contratti, evidentemente non ha a cuore esclusivamente la vertenza dei lavoratori”.

LA REPLICA DI LA TORRE
“Strumentalizzare l’assenza dal tavolo di questa mattina rientra in quell’atteggiamento discutibile dei rapporti tra i sindacati. Infatti oggi i segretari regionali di Filcams, Fisascat e Uilutcs erano e sono impegnati nella delicatissima trattativa regionale che coinvolge la Coop 25 aprile. In ogni caso la rappresentanza della Uiltucs è stata ampiamente interpretata dai dirigenti sindacali presenti. Dichiarazioni odierne riportate sono la somma storica dei comportamenti registrati e che ancora nell’odierna giornata hanno continuato a manifestarsi. Gli obiettivi sulla vertenza di lavoratori Gesip non ci hanno mai visto portare all’esclusione di alcun soggetto o chiedere tavoli separati, se non che prendendo atto di decisioni assunte da altri soggetti. Il confronto di merito e l’autonomia dalle dinamiche politiche ci hanno sempre contraddistinto e continueranno a contraddistinguerci nella vertenza, sulla quale non abbiamo certo preoccupazioni se non quelle sul futuro dei lavoratori”. Lo dice il segretario della Uictucs Pietro La Torre.


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