Un omicidio premeditato. Un appuntamento con la morte fissato in una villetta di campagna. Poi tre colpi di pistola sparati a bruciapelo. Il caso è chiuso. Almeno per i carabinieri del Comando provinciale di Palermo. Arrestato, cinque mesi dopo il delitto, Giovanni Fiorista (nella foto), 35 anni, operaio edile di Casteldaccia. Sarebbe stato lui ad ammazzare Salvatore Calabrese, 52 anni. La moglie ne aveva denunciato la scomparsa. Il corpo fu ritrovato il 15 dicembre 2011 in contrada Valle Corvo, una zona isolata di campagna. Gli avevano sparato tre colpi al torace e alla testa. La vittima era soprannominata “u torinese” per via di una parentesi di vita vissuta nel capoluogo piemontese nei primi anni Novanta. A Torino era finito pure in carcere per estorsione.
Le indagini coordinate dal procuratore di Termini Imerese Alfredo Morvillo e dal sostituto Bruno Brucoli si sono concentrate sulle relazioni pericolose della vittima: un sottobosco di truffe, rapine, furti e traffico di stupefacenti, delitto questultimo per il quale il figlio Marco è ancora recluso. In questo contesto, è stata individuata la figura di Fiorista con il quale nelle ore precedenti alla scomparsa Calabrese aveva fissato un appuntamento per visionare un villino da affittare. Successivamente Fiorista era apparso nervoso. Preoccupato dalle indagini dei carabinieri. Avrebbe agito da solo e da solo avrebbe trasportato in macchina il cadavere. Ascoltando le sue conversazioni i militari non avrebbero fatto luce solo sul delitto, ma anche su una serie di furti e danneggiamenti che Fiorista avrebbe messo a segno con alcuni complici ancora da individuare.