Gli otto posti della terapia intensiva Covid dell’ospedale ‘Cervello’ di Palermo sono al completo. Non c’è più spazio per ricoverare nessun altro, in questo momento, e sarà necessario compiere qualche trasferimento in caso di bisogno. Dimentichiamoci i numeri pacifici delle scorse settimane. I contagi che avanzano rischiano di travolgere gli ospedali.
“Sì, abbiamo il reparto pieno – dice il primario, il dottore Baldo Renda (nella foto) – la maggior parte dei pazienti, il settanta per cento, sono qui perché positivi. Cioè perché hanno un’altra patologia che deve essere sottoposta a trattamento, con il tampone positivo. E’ fatale che siamo in difficoltà, se assorbiamo tutti i casi di Palermo e provincia”.
“Poi – aggiunge il dottore Renda – ci sono anche le polmoniti che vediamo nei non vaccinati, negli anziani che non hanno completato il ciclo vaccinale. Significa che il vaccino offre comunque una buona copertura contro la malattia grave. Qualche paziente abbiamo dovuto trasferirlo a Partinico. E’ una situazione complicata e, se i contagi aumenteranno, potrebbe diventare ancora più complicata”.
E che la complicazione sia già presente e operante lo testimonia l’ultimo bollettino (QUI TUTTI I DATI) che certifica lo stato dell’arte. Quasi diecimila casi in Sicilia, una percentuale che potrebbe essere perfino sottostimata, vista l’abbondanza dei tamponi ‘fai da te’. Un aumento non piccolo dei ricoveri ordinari e presente, anche se aritmeticamente lieve, in terapia intensiva. Pure i conti a livello provinciale, con l’exploit di Catania che supera Palermo, tornano, ma nel senso della pandemia. A prescindere dalla politica, dalla burocrazia e da un comprensibile stanchezza generale, l’emergenza non sembra finita. (Roberto Puglisi)