Dopo i “rottamatori” e i “riavviatori”, ecco i “cambiatori”. In un Pd sempre più lacerato dalle dispute interne, e che riesce a dividersi pure sulla formula della rottamazione, arriva l’appello dei trentenni: sono 19, sono trasversali alle correnti e oggi alle 16 si riuniranno in un’assemblea aperta a Villa Filippina, nel centro di Palermo, per chiedere l’abbandono dei “tatticismi che hanno fatto abdicare il Pd dal suo ruolo naturale” e l’addio alle “logiche correntizie” e alla “tutela di posizioni acquisite”, riferimento velato ma non troppo alla regola dei tre mandati, che impedirebbe agli esponenti democrat di essere candidati a ripetizione.
All’appello ha aderito anche il segretario provinciale di Catania. Luca Spataro, 34 anni, vicino a Enzo Bianco, ha firmato il manifesto dell’iniziativa in compagnia di sette componenti dell’Assemblea regionale del partito (la siracusana Sabrina Bruno, la consigliera comunale di Castelvetrano Monica Di Bella, la nissena Annalisa Petitto, l’assessore comunale di Serradifalco Peppe Lucchese, i messinesi Angela Princiotta e Rosario Ciraulo e il palermitano Massimiliano Lombardo, recente candidato al consiglio comunale vicino a Rita Borsellino), di tre componenti della direzione regionale (il trapanese Domenico Venuti, il nisseno Peppe Provenzano e la palermitana Mariangela Di Gangi, portavoce di Rita Borsellino durante le primarie), della componente dell’esecutivo regionale Ethel Consiglio, del segretario regionale dei Giovani Democratici Salvo Nicosia, di due segretari provinciali dei giovani del partito (l’agrigentino Salvatore Gazziano e il catanese Damiano Pagliaresi), del coordinatore della Rete universitaria nazionale Federico Nastasi, del componente dell’esecutivo provinciale di Agrigento Antony Carlino, dell’esponente messinese Armando Hyerace e del palermitano Domenico Agnello, fino alle ultime amministrative vicino al consigliere comunale uscente Vincenzo Tanania e dunque ad Antonello Cracolici.
L’obiettivo dell’iniziativa, dicono gli organizzatori, è “dar voce alle nuove generazioni”. “Siamo democratici siciliani – si legge nell’appello -, apparteniamo ad una nuova generazione e abbiamo deciso di uscire dagli schemi delle vecchie appartenenze e dalle collocazioni correntizie”. Per i “cambiatori” è “giunto il tempo di uscire dall’impotenza, di manifestare ciò che pensiamo, di voler determinare e contribuire ad edificare un Pd siciliano diverso, coraggioso, che sappia essere all’altezza dei bisogni della Sicilia e dei siciliani, che sappia farsi portavoce del bisogno di modernizzazione delle nostra terra”. Nell’appello, che invita il Pd a “cogliere le sfide delle grandi trasformazioni mondiali” ed evoca “una Sicilia nuova in una nuova Europa”, si parla della contestazione alle “unità posticce, figlie del bisogno di un gruppo dirigente lacerato, incapace di portare le sfide sul terreno della politica, impegnato esclusivamente nella tutela di posizioni acquisite. Crediamo – aggiungono i ‘cambiatori’ – sia giunto il tempo di mettere in campo un Pd reale forza di trasformazione della società siciliana, Per questo chiediamo ai tanti democratici siciliani che non vogliono rassegnarsi all’inedia di metterci in cammino e aprire una nuova fase”.
Ma i “cambiatori” hanno messo nel mirino anche il risultato delle ultime amministrative. “Il risultato elettorale ottenuto dal nostro partito – scrivono – dimostra che le siciliane e i siciliani non percepiscono il Pd come forza politica trainante di un tessuto sociale dinamico e moderno, né come forza dirompente contro le difese corporative, le rendite, i privilegi. Abbiamo vissuto con indignato distacco l’ultima Assemblea Regionale del partito, che si è risolta in una unità “di plastica” voluta dai vertici e percepita, piuttosto, come una presa in ostaggio, una lacerazione per posizionamenti personali e di corrente, senza tensioni ideali, senza prospettiva progettuale, senza risposte credibili per la Sicilia”. Obiettivo, ottenere un congresso: “Crediamo nella necessità – scrivono in una nota – che il segretario regionale, la direzione e l’assemblea prendano atto della difficile governabilità del partito e favoriscano l’avvio di un passaggio congressuale che trasferisca ai democratici siciliani la scelta del profilo politico e programmatico per il futuro del Pd in Sicilia”.