CATANIA. Quattro navi Ong da giorni chiedono un porto sicuro per gli oltre mille migranti che hanno complessivamente a bordo, stazionando al largo delle coste orientali della Sicilia, nel Catanese. Ma dal Viminale ribadiscono la linea adottata: “Le persone che hanno i requisiti possono sbarcare”, ma “gli altri devono tornare fuori dalle acque territoriali”. Posizione rimarcata dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che, da Milano, sottolinea che l’Italia si fa “carico di ciò che presenta problemi di ordine assistenziale e umanitario”, ma, spiega, “senza derogare al fatto che gli obblighi di presa in carico competono allo Stato di bandiera” e “senza venire meno agli obblighi umanitari su cui non faremo mai marcia indietro”. Una posizione, questa del governo, che, secondo Piantedosi ha portato a fare “registrare qualche apertura alla discussione” in Europa. “Non voglio dire che sarà accettato domattina dai nostri partner”, precisa il ministro, però ieri “si è registrata una discussione che noi volevamo riattivare”.
L’Humanity 1, una delle navi con migranti al largo della Sicilia, ieri ha ricevuto la notifica del decreto del governo e nelle prossime ore ci sarà l’ispezione delle autorità italiane per individuare, tra i 179 a bordo, fragili, donne e bambini, che saranno fatti sbarcare. Gli altri dovranno lasciare le acque italiane in un tempo adeguato. E intanto saranno avviate interlocuzioni con Paesi europei come la Francia che si sono detti disponibili ad accoglierne una quota. Ma per la ong Sos Humanity il provvedimento “è illegale” perché le 179 persone soccorse sono “rifugiati, in uno stato vulnerabile, alcuni di loro visibilmente traumatizzati: hanno bisogno di cure mediche e psicologiche”. E lancia l’allarme scorte alimentari con “due pasti caldi che possono essere forniti solo per altri tre giorni”.
Contesta la posizione del governo anche Aboubakar Soumahoro, deputato della Camera di Verdi e Sinistra italiana, che è a Catania: “Salirò sulla nave #Humanity1 nelle prossime ore – annuncia sui social – se il governo #Meloni terrà sospese le vite umane nelle acque territoriali italiane per propaganda ideologico-identitaria. Le vite umane si salvano. È finita la campagna elettorale. Governare è rispettare la Costituzione”. E il suo collega di partito, Nicola Fratoianni, parla di “straziante e cinico gioco sulla pelle dei naufraghi da parte del titolare del Viminale”. Per il segretario della Cgil, Maurizio Landini, “è inaccettabile che non si aiutino le persone che stanno sulle navi dove ci stanno anche tanti bambini”. “Forte preoccupazione” è espressa dalla Comunità di Sant’Egidio: “Da prefettura, Ong coinvolte e autorità marittime – afferma il presidente Emiliano Abramo – ci dicono che ancora non è arrivata nessuna autorizzazione allo sbarco”.
Le quattro navi delle Ong continuano a chiedere un porto sicuro: “A dieci giorni dal primo soccorso è inaccettabile l’attesa a cui sono sottoposti i profughi a bordo”, dice Candida Lobes, responsabile comunicazione Msf che gestisce la Geo Barents, su cui si trovano 572 persone. “Abbiamo razionato l’acqua e stiamo finendo le scorte alimentari – aggiunge – e in questa situazione non possiamo farci carico anche della gestione delle richieste d’asilo, che non è di nostra competenza”. Oltre alla nave di Medici senza frontiere ci sono quelle di due altre ong in costante movimento davanti la costa del Catanese: le tedesche Humanity 1, con 179 persone, e Rise Above, con 90. Continua a restare fuori dalle acque territoriali italiane, rimanendo però vicino al suo ‘confine’, la norvegese Ocean Viking, che ha soccorso 234 migranti. Intanto due navi, non di ong, con a bordo, complessivamente, 147 migranti e due cadaveri, sono arrivate nel porto di Augusta, nel Siracusano. Sono la Jean Francois Deniau, dell’assetto Frontex, che ha soccorso 88 persone, e la petroliera Zagara che, in due operazioni, ha messo in salvo 59 migranti, recuperando anche due corpi. Ancora uno sbarco a Roccella Ionica, dove sono arrivati 81 migranti. Il senatore Nicola Irto, del Pd, parla di “propaganda della destra” che “sta costruendo una realtà parallela e prova ne è quanto sta avvenendo in questi giorni in Calabria” dove “stanno arrivando autonomamente centinaia di migranti”.