Le navi Ong al largo di Catania: preoccupazione di Sant'Egidio

Le navi Ong al largo di Catania: preoccupazione di Sant’Egidio

Il presidente Emiliano Abramo: "Si autorizzino a scendere almeno donne gravide, bambini e persone fragili".

CATANIA. La Comunità di Sant’Egidio esprime forte preoccupazione per il mancato sbarco delle persone – quasi 1000 – ancora a bordo delle tre navi delle ONG che hanno ritrovato rifugio dal maltempo nelle acque territoriali italiane ovvero difronte al porto di Catania. Sul caso il ministro Piantedosi ha fatto sapere che si interverrà per tutelare donne e bambini, ma chi non rientra nelle esigenze di carattere umanitario sarà rispedito indietro. In giornata è giunto a Catania pure Aboubakar Soumahoro, parlamentare della Camera dei deputati eletto nella lista Verdi e Sinistra italiana, che in un video su Facebook ha lanciato un appello per la difesa dei chi chiede solo, ha affermato, “il sacrosanto diritto di poter vivere”.

“Dalla prefettura, dalle stesse ONG coinvolte e dalla autorità marittime ci dicono che ancora non è arrivata nessuna autorizzazione allo sbarco o altra indicazione da parte del Ministero – afferma il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Emiliano Abramo -. Ancora nessun intervento a verifica e garanzia della salute delle persone presenti sulle navi che, nel frattempo, si muovono davanti al porto di Catania con condizione metereologiche destinate a peggiorare come emerge dai comunicati della Protezione Civile. In questa situazione confusa chiediamo che prevalga il buon senso e si autorizzi almeno lo sbarco delle donne gravide, dei bambini e dei fragili in generale. Abbiamo dato disponibilità a sostenere la prima accoglienza dei profughi”.


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