PALERMO – Nuove addizionali Irpef, più alte della norma e in parte meno gravose rispetto alle previsioni della giunta Orlando, e l’introduzione già dal 2023 dell’addizionale comunale sui diritti di imbarco portuale. Sono questi due dei principali contenuti della bozza di accordo tra il Comune di Palermo e lo Stato, approvata negli scorsi giorni dalla giunta guidata da Roberto Lagalla.
L’accordo composto di numerosi allegati, prevede un rigido cronoprogramma con una serie di misure da attuare ma parte comunque dallo stesso impianto con cui si era misurata la precedente giunta: quello fissato dalla legge di stabilità per il 2022 in cui era contenuta la norma salva città metropolitane.
Con quell’impianto normativo rimangono quindi in piedi alcune delle previsioni e tra queste ci sono la previsione che l’addizionale Irpef possa andare oltre la soglia dello 0,8 per cento e che possa essere introdotta l’addizionale sui diritti di imbarco.
Queste due misure, d’altronde, insieme con la riduzione del 2 per cento annuo delle spese per “servizi istituzionali, generali e di gestione” andrà a creare ogni anno un tesoretto per il cofinanziamento da parte del Comune del ripiano del disavanzo. Lo stato contribuirà con il suo esborso per tre parti. Un quarto invece lo metterà Palazzo delle Aquile.
A cambiare come detto sono, anzitutto, le aliquote addizionali dell’Irpef. Come emerge dalla tabella, dopo aver sventato nel 2022 un aumento dell’aliquota al 1,55 per cento, lasciandola allo 0,8 per cento. Nel 2023 si assisterà a un’innalzamento allo 0,95 per cento (con un +0,15 per cento mentre il precedente accordo proponeva un +1,16 per cento fino cioè a 1,768 per cento in più.)
Negli anni successivi, e cioè nel 2024 e nel 2025, l’addizionale sarà pari all’ 1,002 per cento (mentre prima la previsione era del 1,388 per cento nel 2024 e del 1,273 per cento nel 2025). Nel 2026 l’aliquota arriva all’1,404 per cento, primo anno in cui le previsioni vanno oltre quelle del precedente accordo che invece stabiliva un addizionale Irpef dell”1,27 per cento. Dal 2027 e il 2034 la quota di addizionale rimane tra l’1,388 per cento e l’1,320, sempre di qualche punto in più rispetto all’accordo precedente. Poi l’addizionale diminuisce in modo più significativo sia nei confronti con gli altri anni che con quanto previsto dal primo accordo con lo Stato.
Con la nuova bozza d’accordo tra Palermo e Roma prende forma anche la nuova tassa che aggiunge una cifra ai diritti di imbarco portuale. Fino al 2026 la giunta Lagalla prevede di incassare mezzo milione all’anno, facendo pagare a una quota di passeggeri prudenzialmente calcolata in difetto 0,65 centesimi.
Dal 2027 complice invece dal sovracosto per i passeggeri dovrà essere ricavato un milione di euro attraverso un’addizionale cada uno di 1,30 euro.
L’accordo adesso tornerà a Roma per l’approvazione. Intanto, la strada sembra quella già segnata dallo Stato un anno fa: sbarcare e vivere a Palermo costerà di più rispetto ad altre città.