“Un sistema che non funziona, orientato solo alla gogna e non ai principi costituzionali della non colpevolezza fino al terzo grado di giudizio. Non porto rancore ma non dimentico”. Così Livio Marocco commenta l’assoluzione di ieri al processo sulle “spese pazze” dell’Ars.
Marrocco è stato l’unico imputato assolto nel merito da tutte le accuse. Per altri ci son state anche delle prescrizioni. “Non avevo mai avuto a che fare con la giustizia ed ho avuto modo di vivere un mondo completamente diverso in cui la tua vita è appesa al nulla – aggiunge -. Nessuno mi restituirà questi 10 anni, nessuno mi ridarà indietro ciò che ho perso in termini lavorativi, in termini di carriera istituzionale. Nessuno scriverà nei media tanto quanto ha scritto in termini negativi in questi anni su di me. Questo lo so ma non dovrebbe essere così”.
“Sono riuscito a resistere in questo lungo periodo perché ero certo delle mie ragioni, perché avevo una
famiglia che mi sosteneva e che io sostenevo – conclude – perché avevo il mio lavoro ed ho potuto difendermi. Non so se un’altra persona avrebbe resistito. Dobbiamo interrogarci su questo. Adesso guardo avanti portando con me questa esperienza come fonte di forza e coraggio”.
Interviene anche Rudy Maira: “Finalmente una sentenza che entra nel merito e cancella quella lettera scarlatta che mi sono portato addosso quando ipocritamente si è parlato di spese pazze nei gruppi parlamentari. Ero certo dell’esito favorevole nel giudizio di appello poiché come giurista, prima ancora che come uomo politico, sapevo di avere agito secondo il principio di legalità sancito in Costituzione ed in linea con le norme vigenti durante i miei mandati. Avendo letto il dispositivo della sentenza voglio precisare che l’assoluzione è stata pronunciata perché il fatto non sussiste, e che solo per un importo di due mila euro, che non sono riuscito a ricostruire come spesa, è stata dichiarata la prescrizione”.
Per Giulia Adamo interviene l’avvocato Luigi Cassata: “L’assoluIuzione della mia assistita è stata pronunciata perché il fatto non sussiste. In ordine all’unico episodio dichiarato estinto per prescrizione, ritengo che anche in questo caso il fatto non sussiste. Lette le motivazioni valuteremo il da farsi per ottenere anche in questo caso ampia formula assolutoria”.

