CATANIA – Il combinato disposto dell’effetto Conte-reddito di cittadinanza non trascina più le liste del Movimento Cinquestelle. Le amministrative si confermano il Tallone d’Achille dei pentastellati che pure avevano lanciato il guanto di sfida con il coordinatore regionale Nuccio Di Paola.
Obiettivo dichiarato (ma mancato): sorpassare il Pd e diventare la prima forza tra i partiti di opposizione. Da Catania arriva una botta di non poco conto e il 5% necessario a superare la soglia di sbarramento arriva per un soffio (nel 2018 presero il 13,51%).
Peggiore quella incassata a Siracusa: porte sbarrate in consiglio comunale: i pentastellati sono inchiodati al 3% (cinque anni fa erano al 16%). A Ragusa i pentastellati incassano il 5,19%, cinque anni fa invece (quando persero al ballottaggio con Cassì) avevano un bacino pari al 22%. La storia non cambia in quel di Trapani incassa il 4% a dispetto dell’11% di cinque anni fa.
Risultati che non passano inosservati, tanto che il consigliere comunale palermitano Antonino Randazzo che chiede un chiarimento interno al coordinatore regionale. “Le elezioni amministrative sono sempre stato un punto debole del M5S; questa volta è stata quasi una ecatombe. Nuccio Di Paola proceda a convocare urgentemente una assemblea a livello regionale per analizzare il catastrofico voto delle amministrative in Sicilia e su come cambiare passo promuovendo attività politica che miri a dare risposte alla quotidianità dei Siciliani e non finalizzata a selfie e post sui social.
“Avviamo finalmente un reale radicamento del Movimento nei quartieri della grande città e nei comuni. Prima che sia troppo tardi”, scrive sui social. Di tutt’altro tenore il commento di Di Paola che rivendica alcune piccole bandierine piazzate in giro per l’isola. “In Sicilia il M5S c’è e va avanti con forza e passione.
A Paceco abbiamo vinto con il nostro Aldo Grammatico a cui vanno i miei complimenti. Il M5S ha contribuito alle vittorie dei sindaci in coalizione a: Carlentini, Ravanusa, Trabia e Villafrati.
In tanti comuni siciliani eleggiamo consiglieri comunali e mettiamo dentro assessori per continuare l’azione di radicamento”, dice.
“Nelle amministrative non abbiamo mai brillato, ma in Sicilia il trend rispetto al risultato nazionale è sicuramente migliore anche in ottica di coalizione. Inutile nasconderlo il vero vincitore è l’astensionismo, cioè la sconfitta di tutta la politica. Agli attacchi e critiche contro il M5S francamente ci siamo abituati, non è la prima e non sarà l’ultima volta. Attacchi e critiche che spesso arrivano da chi con zero coerenza ha lasciato il M5S. A tutti loro abbiamo sempre risposto con vera coerenza e impegno”, continua.
“La linea del M5S è segnata: quella dell’apertura alla società civile (come a Licata, dove con il nostro candidato sindaco raggiungiamo il 32,10% e come lista raggiungiamo l’11,74%) e del sempre più forte radicamento sui territori, anche grazie alla recente nomina dei referenti provinciali e l’avvio dei gruppi territoriali. Non ci fermiamo, continuiamo con ancora più forza, passione e perseveranza insieme al Presidente Giuseppe Conte, che non smetterò mai di ringraziare, per costruire la nostra visione di Sicilia alternativa al centrodestra”, dice tentando di ridimensionare un risultato da dimenticare.