CATANIA – Il San Luigi di Catania è la prima Casa di Comunità ad aprire in Sicilia. Il Presidio territoriale di assistenza è parte della riorganizzazione della sanità regionale legata ai fondi Pnrr, ed stato visitato oggi dal presidente della Regione Renato Schifani e dall’assessore alla Salute Giovanna Volo. Una visita preceduta dalle polemiche per la mancata partecipazione dei sindacati.
San Luigi Catania: la struttura
Le Case di comunità sono, insieme alle Centrali operative territoriali, il primo passo verso la riorganizzazione del sistema sanitario. In particolare, le CdC hanno la funzione di cerniera tra sanità territoriale e ospedali: luoghi in cui è possibile trovare, su tutte le 24 ore, medici e specialisti per la cura delle malattie croniche e delle criticità.
Il San Luigi è, in particolare, la prima Casa di Comunità siciliana a diventare operativa. Al suo interno i servizi sanitari saranno offerti da medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, oltre che da infermieri di famiglia e comunità e altri professionisti sanitari.
La visita di Schifani
Il presidente della Regione Renato Schifani si limita a visitare la nuova struttura, concedendo ai giornalisti solo una battuta sulla questione del Presidio di Bronte: “Tutti i sindaci hanno vari problemi – dice Schifani, riferendosi al sindaco di Bronte – e vorrebbero che la propria struttura sanitaria, magari sotto casa, non possa essere cancellata. Noi siamo sensibili a queste esigenze, però dobbiamo guardare alla sanità nel suo complesso: vi sono delle realtà che ormai sono superate da altre tecnologie e dalla presenza di grossi ospedali”.
Le Case di Comunità
A raccontare il nuovo Pta San Luigi è quindi l’assessore alla Sanità Giovanna Volo: “Anche in Sicilia abbiamo la possibilità di avviare questa struttura per curare le cronicità e le criticità dei nostri cittadini. Qui ci sarà la possibilità di accedere, 24 ore su 24, a diversi specialisti, con un servizio potenziato dalla telemedicina”.
Ma in che modo le Case di Comunità si inseriscono nel disegno complessivo della sanità regionale? “Comportano una grande innovazione – dice Volo – nel nostro fornire assistenza. Tra le altre cose, svolgendo la funzione di cerniera tra medicina di prossimità e ospedali, sarà possibile ridurre le attese nei reparti di Pronto Soccorso, con una riduzione anche degli atti violenti che hanno purtroppo contrassegnato il lavoro di medici e infermieri negli ultimi anni”.