PALERMO – Il più piccolo dei sette indagati per lo stupro di Palermo torna in carcere. Riccardo Parrinello, di cui facciamo il nome perché è diventato maggiorenne (non lo era all’epoca dei fatti), è stato arrestato. Si tratta di un aggravamento della misura cautelare. Non si conoscono ancora le motivazioni del provvedimento del Gip. La nuova misura potrebbe essere stata decisa in seguito all’analisi di video e messaggi via chat che si è scambiato con gli altri indagati subito dopo la violenza avvenuta lo scorso 7 luglio al Foro Italico. Nuovi elementi, dunque. A chiedere e ottenere l’arresto è stata la procuratrice dei minori Claudia Caramanna.
Cosa aveva detto il giudice
La settimana scorsa il giudice per le indagini preliminari aveva deciso di revocare la custodia cautelare in carcere e di trasferirlo in una comunità. “È incensurato e ha rappresentato una versione dei fatti dalla quale, comunque, emerge un principio di resipiscenza e di rivisitazione critica”, aveva scritto il gip Alessandra Puglisi. Aggiungendo che “la sua piena confessione, unita alla consapevolezza del fatto, attenua le esigenze cautelari non rendendo indispensabile il controllo attraverso la detenzione presso l’Istituto penale minorile”.
Cosa dice l’accusa
Di avviso opposto la procuratrice Caramanna secondo cui, l’indagato meritava il carcere per la gravità delle accuse. Era stato proposto appello al Riesame, contemporaneamente il pm ha chiesto una misura cautelare nuova ad un Gip diverso da quello che ha deciso il trasferimento in comunità e che ora ha firmato l’aggravamento della misura cautelare. Ci sono nuovi elementi investigativi che hanno aggravato il quadro delle esigenze cautelari. Evidentemente si tratterebbe di elementi che cozzano con quanto descritto e confessato dal giovanissimo indagato.
Nel corso dell’interrogatorio l’indagato aveva spiegato che era stato il primo ad avere un rapporto sessuale con la diciannovenne, ma non per sua volontà. Ha sostenuto pure che la ragazza fosse consenziente. Ad un certo punto si sarebbe tirato indietro e messo da parte, prima che gli altri proseguissero la violenza di gruppo, approfittando a turno della ragazza stordita dall’alcol. Prima dunque, a suo dire, che la ragazza urlasse “basta”.