Tende, cartoni e rabbia: | "Un brutto Natale..." - Live Sicilia

Tende, cartoni e rabbia: | “Un brutto Natale…”

Fiamme e proteste davanti al Palazzo del Comune. "Ci hanno abbandonato - dicono gli uomini Gesip - ma se nessuno troverà una soluzione per noi, sarà un terribile Natale per tutti".

Protesta Gesip
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gesip, palermo, protesta

La tenda di uno degli operai

PALERMO – Hanno dato fuoco ad una bara di legno utilizzata nei giorni scorsi durante le proteste. “E’ la morte della nostra città – dicono gli operatori Gesip – ma anche quella del nostro lavoro”. Parlano di dignità calpestata per una vita ormai senza senso: “Sono malato, non riesco a pagare nulla, tre affitti arretrati e non posso nemmeno mandare i miei figli a scuola”, dice uno di loro. Le fiamme a piazza Pretoria scemano, una squadra dei vigili del fuoco è arrivata nel giro di pochi minuti sul posto ed ha spento il rogo. Legno e plastica in fumo tra quelle tende in cui dormono ormai da 23 giorni tredici dei lavoratori che attendono ancora una risposta sul loro futuro. “Se non troveranno una soluzione per noi – dice Sebastiano Montalbano, che per la Gesip fa il custode – sarà un brutto Natale per tutti.

Mi dispiace dirlo e mi scuso in anticipo con tutti i palermitani per i disagi che ci saranno, ma non risponderemo di noi stessi”. A rincarare la dose è Angela Vita, anche lei custode: “Quando tuo figlio viene da te con le scarpe bucate, per chiedertene un paio nuovo e non puoi comprargliele, ti rendi conto che la tua vita è in bilico. Perché non assorbono noi della Gesip alle altre società comunali già esistenti? Perché un’intera campagna elettorale è stata portata avanti nel segno della Gesip e adesso ci hanno abbandonati?”. Le fa eco un altro operaio: “Orlando lo sa fare davvero il sindaco? Io direi che bisognerebbe mettere un annuncio: cercasi sindaco disperatamente. E’ sparito”. Montalbano mostra l’interno delle tende collocate davanti al Comune: a terra ci sono dei cartoni zuppi d’acqua: “Io qui rischio l’infarto. A casa ho moglie e figli, mi sto ammalando. Ma non importa, se mi succederà qualcosa mi avranno sulla coscienza”.


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