PALERMO – Le parole pronunciate a Sala d’Ercole dal presidente della Regione Renato Schifani scatenano numerose reazioni in aula. Il dibattito parlamentare va in scena scandito dalle scazzottate verbali e gli interventi al curaro delle opposizioni e la levata di scudi della maggioranza che fa quadrato attorno al presidente Schifani. Ad aprire le danze è il capogruppo del Pd, Michele Catanzaro che lancia una bordata a Schifani “che ama definirsi un parlamentarista convinto, non mette piede a Sala d’Ercole al 26 luglio”.
“Relazione tardiva”
“Durante questi 84 giorni – aggiunge Catanzaro a margine dei lavori d’aula – la Sicilia ha bruciato ed il sistema di prevenzione e di intervento sugli incendi ha avuto più di una falla. E durante questi 84 giorni i siciliani hanno continuato a fare i conti con emergenze che si stanno ormai cronicizzando”. Governo bocciato per la tempistica anche dal dem Antonello Cracolici che definisce la relazione del presidente “tardiva”. Gli fa eco il capogruppo del M5S Antonio De Luca. “Quest’anno il danno è stato più incisivo del solito, ma a livello istituzionale si è intervenuto troppo tardi. Quanto si sta facendo non è sufficiente a risolvere il problema: formazione e aggiornamento non sono stati gestiti nel modo adeguato. Sono convinto che prevenire costi molto meno che risarcire”, dice.
La richiesta di dimissioni
Ismale La Vardera (Sud chiama Nord) la tocca piano e chiede le dimissioni a Schifani. “Oggi, il governatore di tutti i siciliani è venuto in sala d’Ercole a prendere in giro sia noi parlamentari che gli stessi siciliani. Non si può pensare di scaricare le colpe all’attività criminalizzata. Schifani oggi è politicamente incapace ed è un dato oggettivo, sotto gli occhi di tutti. L’unica strada percorribile è che lui lasci l’incarico e si dimetta perché se no, a fine mandato, non ci saranno più boschi da difendere”, dice. Battuta al vetriolo anche dall’ex alleato Gianfranco Miccichè. “Noi vogliamo sapere come vengono spenti gli incendi, non delle cause perché se sono dolosi se ne devono occupare poliziotti e magistrati”. E aggiunge: “Quello che volete fare è la somma di inutilità assoluta, a che servono 50 droni? Ne servirebbero 5 mila. Fate cose serie per favore altrimenti la Sicilia brucerà”. Pollice verso anche dalla deputata pentastellata Roberta Schillaci: “Non abbiamo visto nulla di queste azioni solo un silenzio assordante”.
“Il rapporto leale”
La deputata di FdI Giusy Savarino sull’inasprimento delle pene voluto dal governo Meloni come deterrente. “Grazie al Presidente che ha portato in Ars risposte concrete, avviate anche in sinergia col governo Meloni che finalmente vuole fermare incendi e piromani. Ma non è una novità il dramma incendi, e negli anni scorsi ci siamo occupati di individuare soluzioni, proporre misure, sbloccare assunzione di personale, è importante per un sano rapporto tra assemblea e governo di capire che fine hanno fatto quelle misure approvate in Ars, chi o cosa ha bloccato e rallentato stanziamenti, acquisti, concorsi, cosa non ha funzionato? Chiedo al Presidente, arrivato solo da appena un anno e di cui mi fido, ad aiutarci a fare chiarezza, qui siamo pronti e disponibili a continuare un rapporto di leale collaborazione”, spiega. Il democristiano Ignazio Abbate sottolinea l’importanza della prevenzione e del potenziamento messo in campo dall’esecutivo regionale e assicurato che il “gruppo della Dc sarà al fianco del presidente Schifani”.
La carrellata di interventi”
Il dem Giovanni Burtone bolla come “debole” la risposta del governo, la pentastellata Stefania Campo analizzando il numero degli incendi, “aumentati di sei volte dagli anni passati”, parla di “soluzioni non efficaci”. Di tutt’altro segno l’intervento del capogruppo autonomista Giuseppe Castiglione: “Vigileremo su quello che farà il governo ma sono certo che grazie alla misure messe in campo il prossimo anno non ci saranno tutti questi incendi”. Il deputato del Pd Dario Safina ha accusato il presidente di “addebitare ai comuni colpe che non hanno”. Dure le parole dei pentastellati Lugi Sunseri (“invece di parlare di prevenzione), e Nuccio Paola (“non si possono spendere soldi per droni che non si usano”).
La maggioranza fa quadrato
I meloniani fanno quadrato. Il deputato Nicola Catania si dice “soddisfatto della relazione” e attacca le opposizioni. “Manca la proposta DA da parte dell’opposizione”. Poi esprime qualche dubbio e consigli al governo di aggiustare la rotta: “Toccare il tre per cento del fondo per le autonomie metterebbe i comuni nelle condizioni di non agire”. Infine un amarcord al vetriolo. “La catastrofe in questa regione arriva con Crocetta che ha bloccato le assunzioni negli enti locali. L’azione di governo se supportata dal Parlamento”, dice. “Ringrazio il governo per il lavoro eccellente, è stato fatto un lavoro di monitoraggio immenso e per avere dichiarato quali interventi mettere in campo”, gli fa eco il collega Carlo Auteri. Il leghista Pippo Laccoto lamenta l’assenza di proposte da parte dell’opposizione, loda l’esecutivo e avanza un suggerimento: “Nella Finanziaria dobbiamo incentivare le somme per i volontari e prevedere una regia unica per coordinare gli interventi”.
“Piove. governo ladro?”
Il capogruppo di FdI, Giorgio Assenza, lancia una bordata alle opposizioni ringraziando Schifani per avere riferito in aula sebbene “l’assessore al ramo fosse disponibile ma in modo pretestuoso la minoranza a insistito per avere lei in aula”. E ancora: “Addossate le responsabilità a questo e l’altro governo, ma è stato il governo giallorosso a impugnato la norma che apriva ai concorsi. Di cosa vi lamentate?”. L’ultimo intervento è del capogruppo di Forza Italia Stefano Pellegrino che risponde alle critiche delle minoranze accusandole di essere legati al motto “piove, governo ladro: il manifesto del populismo”. Poi difende il presidente. “Dove era Schifani? Al lavoro con i vigili del fuoco”. Infine un invito alla collaborazione: “Quando ci sono difficoltà opposizione e maggioranza devono insieme rimboccarsi le maniche e lavorare con spirito comune e risolvere i problemi”.