PALERMO – “La pena confermata, atteso il superficiale e lacunoso quadro meramente indiziario dal quale scaturisce il precedente procedimento, è manifestamente eccessiva, sproporzionata e iniqua”. A scriverlo è l’avvocato Giuseppe Lipera, del foro di Catania, nel ricorso presentato in Cassazione contro la sentenza, del 21 settembre del 2023, con cui i giudici della Corte d’Assise d’appello di Palermo hanno confermato la condanna a 23 anni di reclusione per Dana Mihaela Nicoleta Chita, romena di 26 anni, riconosciuta colpevole dell’omicidio di Michelangelo Marchese, 89 anni, strangolato nella sua abitazione di Palma di Montechiaro (Agrigento) da dove sarebbero stati anche portati via i pochi risparmi e l’auto.
La donna fu fermata il 20 novembre del 2020 a distanza di alcuni mesi dell’omicidio avvenuto nella notte tra l’11 e il 12 luglio. L’anziano l’aveva ingaggiata come badante e le avrebbe promesso che l’avrebbe sposata lasciandole l’eredità. La donna, che avrebbe agito con altri complici non identificati, lo avrebbe strangolato e ucciso dopo averlo immobilizzato con del nastro adesivo sul quale sono state trovate tracce del Dna dell’imputata.