PALERMO – Oltre trecento pratiche ai raggi X e molte pensioni di invalidità concesse a chi non ne aveva diritto. Alcune avrebbero del clamoroso per le modalità e per l’identità di coloro che avrebbero approfittato dei servigi di Agostino Genova, ex direttore all’Ufficio invalidità dell’Asp di Palermo. Genova ha confessato e fatto diversi nomi. Ci sono dei falsi invalidi ancora in circolazione.
Il capitolo voti
La Procura di Palermo ha delegato le nuove indagini ai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria. Nel frattempo l’Inps, parte lesa, incrocia i dati e li riscontra. E poi c’è il capitolo voti. Fino al suo arresto Agostino Genova (oggi è libero ma con l’obbligo di rientrare a casa di sera) era assessore ai servizi demografici del comune di Partinico. I 528 voti raccolti nella Nuova Democrazia Cristiana, il partito di Totò Cuffaro (lo hanno sospeso dopo l’arresto), non gli sono bastati per essere eletto in Consiglio comunale a Palermo. Andò male anche a Partinico, ma c’era l’indicazione – rispettata – di metterlo in giunta. Genova avrebbe contattato le persone con cui aveva a che fare per le vicende di ufficio sponsorizzando la sua candidatura. E ora ci sono una cinquantina di elettori che meritano l’attenzione degli investigatori.
Le visite domiciliari
Sotto processo sono già finiti il medico legale Rosario Cammalleri, Pietra Di Fiore, che gestiva un Caf a San Giuseppe Jato, e il venezuelano Carlos Battaglia, una sorta di procacciatore di clienti. C’è molto di più, però. Dai Caf arrivavano le richieste per le pensioni. Per evitare sorprese in caso di visita da parte delle commissioni collegiali si sceglieva la strada della pratica domiciliare. Genova, o chi per lui, si spostava a casa del richiedente e tutto diventava più facile. Prima di tutto, però, serviva il certificato di qualche medico compiacente il quale metteva per iscritto che il richiedente era impossibilitato ad uscire di casa. Tutto a discapito di chi soffre davvero ed è costretto a restare in casa perché non può deambulare.
Il procuratore Maurizio De Lucia, l’aggiunto Paolo Guido e i sostituti Felice De Benedittis e Giulia Beux lavorano sotto traccia da mesi. Lo spaccato è molto più torbido di quanto è già emerso. Una montagna di pratiche per le pensioni sarebbero state riconosciute dietro pagamento di tangenti. Il conteggio ancora parziale ha raggiunto quota 900 mila euro. Per anni le cose sarebbero andate avanti così.
Il primo a confessare era stato il medico legale Rosario Cammalleri. C’era un tariffario: 250 euro per il riconoscimento di pensioni di invalidità, indennità di accompagnamento e benefici della legge 104; 750 euro per pratiche molto più complesse (ad esempio quelle prevista in caso di cecità). Poi anche Genova ha deciso di collaborare con la Procura. C’è un fascicolo con oltre trecento pratiche da analizzare. Dal falso cieco alla finta paralisi nei movimenti. Gente che potrebbe tranquillamente andare a lavorare e che invece percepisce una pensione.