PALERMO – Il comune di Palermo silura ufficialmente il liquidatore della Gesip Giovanni La Bianca. Palazzo delle Aquile lo aveva già fatto intendere, ma oggi è arrivata l’ufficialità: il 30 e il 31 gennaio l’assemblea dei soci all’ordine del giorno avrà, tra i vari punti tra cui spicca la ricapitalizzazione, anche il cambio del liquidatore. E la conferma arriva direttamente dall’assessore alle Partecipate, nonché vicesindaco, Cesare Lapiana: “Parleremo anche del nuovo liquidatore, anche se al momento non abbiamo deciso chi lo sostituirà”.
Una rimozione che arriva al termine di un rapporto assai turbolento fra l’amministrazione attiva e via Maggiore Toselli. La Bianca, d’altronde, non è stato scelto da Orlando ma dal commissario Luisa Latella, che lo aveva nominato in seguito a un centinaio di colloqui tenuti con commercialisti di tutta la città. E il sindaco, al suo insediamento, se l’è ritrovato decidendo però di confermarlo.
Ma il feeling è presto venuto meno, specie da quando le cose hanno cominciato a mettersi male. Da tempo il liquidatore non veniva invitato agli incontri con i lavoratori e più volte il primo cittadino aveva puntato il dito contro l’attività di La Bianca. Ultimi, in ordine di tempo, gli scontri avvenuti per la presentazione del decreto ingiuntivo da 4,2 milioni, verso cui il Comune farà opposizione, e soprattutto la sentenza di non fallibilità dell’azienda.
E proprio il responso dei giudici aveva mandato su tutte le furie il sindaco, che in un comunicato aveva chiaramente parlato di una “documentazione incompleta” che aveva causato la decisione del tribunale. Un atto di accusa da cui il liquidatore aveva provato a difendersi, ma senza successo. Ma in passato erano state numerose le occasioni di attrito fra piazza Pretoria e l’ultimo piano di via Toselli, in una sorta di scarica barile di fronte ai lavoratori nel tentativo di non divenire l’uno il parafulmine dell’altro, come nel caso delle consulenze legali al centro di un durissimo verbale del collegio dei sindaci. A conferma del clima teso, Palazzo delle Aquile avrebbe voluto convocare l’assemblea per il 30 gennaio, ovvero il giorno prima della convocazione fatta da La Bianca per la ricapitalizzazione: una mossa tesa a silurare il liquidatore prima di essere messi con le spalle al muro. Ma La Bianca si è opposto, giudicando irregolare la richiesta, e così tutto è demandato al 30: in quel giorno, oltre a nominare un sostituto per la guida della società, il Comune dovrà dire cosa intende fare, ovvero se ricapitalizzare oppure no, anche in riferimento alla consortile.
“Ed era questo che Orlando ha tentato in tutti i modi di evitare – commenta il capogruppo Udc a Sala delle Lapidi, Giulio Cusumano – adesso invece il sindaco sarà costretto a rivelare, in assemblea, quali sono i suoi programmi per l’azienda, se vuole ricapitalizzare o meno, cosa intende fare. Non potrà più nascondersi dietro un dito”.
“Sulla vicenda del liquidatore –dice il capogruppo del Pdl, Giulio Tantillo – credo abbia ragione il sindaco Orlando, l’amministrazione deve avere le mani libere per risolvere il problema. Siamo pronti a dargli una mano. Vedremo quale sarà la proposta migliore per i lavoratori, tra quelle che vengono prospettate, anche se tutte sono volte a una chiusura positiva della vicenda”.
Orlando inoltre dovrà provvedere a nominare un nuovo liquidatore, anche se l’impresa non si preannuncia facile: la Gesip naviga in cattive acque, il suo futuro è incerto e la poltrona di liquidatore è da mesi rovente.
