Catania, l'Intelligenza artificiale: il dibattito con Regolo e Scavo

Catania, l’Intelligenza artificiale: il dibattito con Regolo e Scavo

Il punto con il direttore di Famiglia Cristiana e il reporter di Avvenire

CATANIA – L’intelligenza artificiale sarà di supporto all’informazione o metterà fuori gioco i giornalisti? E i lettori trarranno qualche beneficio dalle nuove tecnologie? Interrogativi pesanti, da maneggiare con cura. E da affrontare con uno spirito pronto alle sfide. Ne hanno parlato, infatti, Luciano Regolo, condirettore del settimanale cattolico Famiglia Cristina, e Nello Scavo, firma di Avvenire e reporter abituato a raccontare quanto avviene nei teatri di guerra attuali, dall’Ucraina al Medio-Oriente.

L’intelligenza artificiale

Si è trattato di uno dei due seminari dal titolo ‘Comunicare Oggi’ tenuti a Catania e inseriti all’interno della cornice della ‘Settimana della Comunicazione’. L’incontro di ieri è stato moderato dal giornalista Giorgio Romeo. “Non mi spaventa l’intelligenza artificiale in sé, mi spaventa semmai l’approccio pruriginoso di alcuni” ha detto Scavo rievocando gli anni dell’infanzia a Scordia, paese del Catanese.

Saperla utilizzare, definire il campo d’azione, assumersi alcune responsabilità: ha chiarito Scavo prendendo in prestito l’esperienza maturata sul campo. Perché l’intelligenza artificiale, soprattutto se utilizzata per scopi bellici, può sì uccidere, ma può anche sbagliare. E in quel caso di chi è la colpa? Dell’uomo o della macchina? “Il punto è che prima di deumanizzare, decidiamo di utilizzare strumenti che deresponsabilizzano: di fronte a questo abbiamo un sacco di sfide terribili davanti” ha sottolineato.

Giornalismo e fake news

La questione riguarda senza mezzi termini anche la professione giornalistica. Perché ci sono programmi di intelligenza artificiale impegnati a produrre quotidianamente notizie false, le cosiddette fake news. Tant’è che colossi del calibro della Bbc hanno dovuto attivare degli uffici, composti da giornalisti, per la verifica continua circa l’autenticità delle informazioni. “Pensate che, una volta, l’intelligenza artificiale ha accusato me di costruire notizie false sui massacri di Bucha: ciò è servito per fare controinformazione e sottrarre affidabilità al giornalismo” ha denunciato Scavo.  

“In sé, l’intelligenza artificiale non è una minaccia” ha subito chiarito Luciano Regolo, primo direttore laico di una delle riviste più diffuse in Italia. “Bisogna approcciarsi a questa nuova realtà avendo consapevolezza delle sue potenzialità” ha subito chiarito. “L’oligopolio attuale che ne caratterizza l’utilizzo può minare talune libertà” ha sottolineato prendendo in prestito l’insegnamento di Papa Francesco. “A noi giornalisti – ha suggerito in sintesi – corre l’obbligo della verifica, tocca far valere il nostro impregno deontologico”.    


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