PALERMO – Un’ordinanza ministeriale ha stabilito le regole per l’aggiornamento delle graduatorie provinciali per le supplenze (Gps) valide per il biennio 2024/2026.
E c’è chi chiede una “modifica immediata per quanto riguarda la valutazione dei titoli esclusivamente per quanto riguarda le graduatorie per il sostegno” nelle scuole di primo e secondo grado. Sono un gruppo di docenti che hanno dato vita a un comitato, eleggendo Alessio Golia come loro portavoce.
I supplenti non sono tutti uguali
I supplenti non sono tutti uguali. Chi possiede l’abilitazione si posiziona in prima fascia delle graduatorie e solitamente trovano tutti lavoro. In base al titolo di studio, un docente può avere acquisito più di una abilitazione per essere inserito nelle graduatorie di più classi di concorso.
Alle graduatorie si accede in base al titolo posseduto, a cui vanno aggiunte l’abilitazione (che serve per insegnare una specifica materia) o la specializzazione (per gli insegnanti di sostegno che seguono alunni con disabilità) ed eventuali titoli a cui viene assegnato un punteggio in base a una tabella. Più il punteggio è alto più è facile ottenere una cattedra. Anche un solo punto fa la differenza.
Soldi e impegno
Molti insegnanti pur di lavorare in modo stabile si sono specializzati. Ci sono voluti soldi e impegno. Per quanto riguarda l’abilitazione, invece, per dieci anni non ci sono stati decreti per avviare i corsi. Lo scorso agosto è subentrata una novità: sono previste più tipologie di corsi abilitanti in base al bisogno: da 30 Cfu (per chi è già abilitato o specializzato), 30 Cfu (per chi ha tre anni di lavoro alle spalle), 36 Cfu (per chi ha i 24 crediti formativi), 60 Cfu per chi inizia ex novo.
i 30 Cfu
Finora sono stati avviati soltanto i corsi di abilitazione da 30 Cfu per chi è già abilitato o specializzato, i più facili da gestire perché non richiedono accesso con esami preselettivi (in quanto i partecipanti hanno già fatto preselettiva con precedente abilitazione o specializzazione), sono online (in quanto il tirocinio è già stato svolto) e durano un paio di mesi.
L’attivazione dei corsi è dipesa dalle singole università, che si sono organizzate in autonomia per i tempi di attivazione, ma non per tutte le classi di concorso. Per alcune classi di concorso i corsi non sono stati avviati.
“Tempi non rispettati”
Le graduatorie per i supplenti dovevano aprirsi a fine marzo. “Se i tempi fossero stati rispettati tutto questo non sarebbe successo – scrivono dal comitato di docenti – perché nessuno si sarebbe abilitato in tempo rispetto alla chiusura delle graduatorie, che durano 20 giorni, perciò l’inserimento dei titoli in questione sarebbe stato rimandato al prossimo biennio. Invece sono partiti i corsi abilitanti e a metà strada sono state aperte le graduatorie”.
Cosa prevede l’ordinanza
“La nuova ordinanza per la riapertura delle graduatorie prevede una tabella di valutazione titoli che conferisce al titolo abilitante di 30 Cfu per docenti già abilitati o specializzati, fino a 36 punti, non solo sulla graduatoria della materia trattandosi di ‘titolo di accesso’ – spiegano – ma anche sulla graduatoria dedicata ai docenti di sostegno, per cui il titolo non è di acceso ma solamente titolo aggiuntivo. Questo punteggio ha avuto una ricaduta devastante sulla struttura della graduatoria del sostegno diverse ragioni”.
Servono docenti qualificati”
Prima di tutto per una questione di sostanza che riguarda direttamente gli alunni con disabilità: “Questi alunni necessitano di docenti di sostegno qualificati, non solo perché hanno una specializzazione, ma perché intenzionati a occuparsi dell’insegnamento dei ragazzi con bisogni speciali e quindi a restare di buon grado su questa graduatoria, magari dopo anni di lavoro e con una laurea affine”.
Al contrario “i docenti specializzati che hanno aderito al percorso abilitante di 30 Cfu sono ormai proiettati all’insegnamento sulle singole discipline e solo secondariamente all’insegnamento su sostegno: proprio loro sono stati premiati, perché con (fino a) 36 punti in più in graduatoria saranno proiettati in avanti con un salto enorme, passando avanti a colleghi che lavorano da anni e sono intenzionati a continuare il proprio lavoro proprio per questa categoria di studenti”.
“Una ricaduta assurda”
“Una ricaduta assurda che destabilizza la graduatoria, facendo perdere la continuità del docente di sostegno agli alunni con disabilità che saranno i primi a rimetterci in termini di qualità dell’insegnamento: chi non ha intenzione di restarvi – è la dura critica – sarà chiamato per primo, chi ha intenzione di restarvi e ci lavora da anni sarà scavalcato e probabilmente non lavorerà. Siamo rimasti molto stupiti dal fatto che il ministero non abbia considerato quest’aspetto”.
Ed ancora: “Una seconda questione di sostanza è rivolta al valore intrinseco della graduatoria per il sostegno, ripetiamo, dedicata ai docenti che seguono gli alunni con disabilità. Molti di questi docenti non hanno proprio intenzione di fare il percorso di 30 Cfu per abilitati o specializzati perché non hanno intenzione di insegnare su materia. In altre parole vogliono fare il docente di sostegno e basta. Conferire 36 punti a chi segue il corso per abilitarsi su materia significa svalorizzare questa graduatoria che sembra essere diventata il trampolino di lancio per le graduatorie delle materie definite di serie A. Il docente di sostegno non ha meno valore degli altri docenti, anzi, si occupa di casi difficilissimi e delicati perciò dovrebbe essere valorizzato così come la graduatoria in cui è inserito”.
“Docenti discriminati”
In ballo c’è anche quella che viene definita “una questione di iniquità e discriminazione nei confronti dei docenti”. Ed ecco l’elenco delle problematiche denunciate: “I percorsi abilitanti da 30 Cfu per docenti già abilitati o specializzati non sono stati attivati per tutte le classi di concorso. Alcuni docenti non hanno proprio potuto iscriversi ai corsi. Questa è una discriminazione vera e propria, un aspetto di incostituzionalità oggettiva”.
Molti docenti precari di sostegno con specializzazione “non si sono iscritti ai percorsi abilitanti da 30 Cfu perché al momento dell’uscita dei bandi universitari hanno ricevuto informazioni discordanti sul loro valore per le graduatorie, sul funzionamento, sui tempi, sui costi, soprattutto da parte dei sindacati”.
Costi non per tutti
C’è poi il problema dei costi: “Da 2000 a 2500 euro, non tutti i docenti possono permetterselo in tempi stretti. Un movimento di milioni di euro in un paio di mesi”.
E molto altro ancora. I docenti criticano l’approccio dei sindacati, “impreparati” per affrontare al meglio la questione. Ecco perché chiedono al ministero di fermare la valutazione per le graduatorie.