Barrafranca, il Tribunale: “L’ex sindaco Accardi è incandidabile”

Barrafranca, il Tribunale: “L’ex sindaco Accardi è incandidabile”

A chiederlo è stato il Ministero dell’Interno
VOTO DI SCAMBIO
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BARRAFRANCA – Il Tribunale di Enna ha dichiarato “incandidabile” per le prossime due tornate elettorali l’ex sindaco di Barrafranca Fabio Accardi. L’ex sindaco, si ricorda, è attualmente sotto processo per una ipotesi di voto di scambio politico-mafioso con il defunto boss di Cosa Nostra Raffaele Bevilacqua.

Sulla incandidabilità si è espresso il Tribunale di Enna, che ha accolto la richiesta. L’ex sindaco in una nota si dice “assolutamente sorpreso del deposito del provvedimento del Tribunale di Enna”. “Nel corso dell’ultima udienza del 1 dicembre 2021 lo stesso Tribunale si era riservato di pronunciarsi in ordine alle questioni preliminari e alle istanze istruttorie e non di decidere nel merito”, afferma.

La relazione e gli omissis

“Ma soprattutto il Tribunale non ha ritenuto utile acquisire la relazione Prefettizia priva degli omissis, così come non ha ritenuto utile acquisire la presupposta relazione redatta dalla Commissione di Indagine”, prosegue Accardi.

L’ex sindaco definisce queste richieste istruttorie dei suoi legali “atti indispensabili per avere contezza diretta dei fatti posti alla base del provvedimento di scioglimento e dei soggetti a cui imputare il presunto disordine amministrativo e il conseguente pericolo di infiltrazioni mafiose”.

Il reclamo

“Valuterò, pertanto – conclude – assieme ai miei legali di reclamare il provvedimento che ritengo ingiusto nel merito e nel metodo, nonché, gravemente lesivo del mi diritto di difesa”. Accardi è difeso dagli avvocati Felice Giuffrè, Paola Terranova e Sergio Bonincontro.

Il processo a suo carico intanto prosegue. Ad Accardi è contestato, in sostanza, di aver accettato la promessa di ottenere voti in vista della sua nuova candidatura a sindaco alle elezioni amministrative del 2021. In quel periodo erano in corso le indagini che portarono all’operazione antimafia Ultra.

L’accusa

E per l’accusa lui avrebbe manifestato “in corrispettivo, disponibilità a facilitare l’assunzione di soggetti d’interesse dell’organizzazione mafiosa all’interno della Ati che si era aggiudicata l’appalto per la gestione dei rifiuti solidi urbani” a Barrafranca.

Inoltre, secondo l’accusa, avrebbe manifestato la disponibilità a rilasciare in favore di Bevilacqua una certificazione da produrre al Tribunale di Sorveglianza di Catania che gli consentisse di essere trasferito in paese. Queste accuse, però, va sottolineato, sono oggetto di un processo. Bevilacqua poi dopo qualche tempo fu arrestato nuovamente nell’operazione Ultra e morì durante la detenzione.


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