"Paolo Borsellino appartiene a tutti, ci insegna la riconciliazione"

“Paolo Borsellino appartiene a tutti, lui ci insegna la riconciliazione”

Le parole del professore Visconti. Uomo 'di sinistra'
VIA D'AMELIO
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PALERMO- “Paolo Borsellino appartiene a tutti, può insegnarci la riconciliazione”.

Trentadue anni dopo la strage di via D’Amelio, ecco l’opinione del professore Costantino Visconti, direttore del dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Palermo. Visconti è stato un leader del Movimento Studentesco del liceo Meli, lo stesso che frequentò il magistrato.

Dunque, professore. Come stanno le cose?
“Stanno così, secondo me. Abbiamo il dovere incontrarci in qualche snodo di fondo che tenga unita la nostra comunità nazionale. Non dobbiamo per forza essere un Paese diviso su tutto. Amiamo Borsellino. Era un grande uomo, politicamente di destra, un fulgido eroe repubblicano. La sinistra lo ama sicuramente, ma deve farlo abbracciando tutta la sua biografia per intero. Ci sono figure splendide che possono favorire un nuovo riconoscimento reciproco, perché ci uniscono nella fedeltà alla Repubblica e alla Costituzione, pur nelle legittime differenze”.

Costantino Visconti

Come arriva l’antimafia al trentaduesimo anniversario della strage di via D’Amelio?
“Arriva stanca, per le troppe divisioni. Preoccupata per il rischio di diventare irrilevante. Perché già, in parte, lo è”.

C’è anche sempre molta retorica, oltre le buone intenzioni…
“Sì, è vero. Ma anche le liturgie servono nel rito doveroso della memoria. Perché la memoria è il fondamento delle comunità. A volte più della stessa storia”.

Voi, come Scienze Politiche, avete realizzato un docu-film con la regia di Ambrogio Crespi: ‘Falcone e Borsellino, il fuoco della memoria’. Non a caso.
“Sì, insieme al rettore Midiri e ai colleghi del dipartimento, ne siamo orgogliosi. Domani ci sarà una anteprima riservata ad alcune importanti personalità che sono fondamentali nell’opera di sensibilizzazione e promozione che ci impegnerà già nei prossimi mesi, tra cui la Presidente dell’antimafia nazionale Colosimo e l’omologo regionale Cracolici. Falcone e Borsellino non sono statue, appartengono alla vita, ci parlano, ci spronano”.

C’è una famiglia che, a ragione, si sente ferita. Troppe ombre, troppi inciampi sulla strada della verità.
“Qualcuno dovrebbe chiedere scusa alla famiglia di Paolo Borsellino che è stata maltrattata”.

Si riferisce, per esempio, a una parte della magistratura?
“Certo, ma non solo, e badando sempre a non generalizzare. Mi è molto piaciuta l’iniziativa coraggiosa dell’Anm, l’Associazione nazionale magistrati, che ha reso possibile la realizzazione de ‘La grande menzogna’ di Claudio Fava al Palazzo di Giustizia di Palermo. C’è il senso di una riflessione autentica e autocritica che non può fare che bene”.


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