Sos Palermo – il faro che abbiamo acceso sulle condizioni complessive di vivibilità della città – si sofferma sugli ultimi episodi di cronaca. Un autista della Rap è stato selvaggiamente picchiato in via Montalbo, forse per una banalissima questione di viabilità, sfociata in una aggressione con conseguenze gravi.
Alcuni palermitani, residenti dello Zen, hanno minacciosamente circondato agenti di polizia che stavano facendo il loro dovere, sulle tracce di un presunto pusher. Un ristorante è stato depredato in centro.
Vicende, le prime due, un po’ diverse da quelle che, finora, compongono la nostra campagna. Non stiamo scrivendo di rifiuti e cassonetti strapieni e nemmeno di violenza nella zona della movida.
Tuttavia, l’allarme risuona egualmente, per una serie di ragioni, visto che parliamo di quartieri di Palermo che, con altri, sono ‘periferia’, rispetto alle zone più servite, attraversate da violenza e guai.
La città ‘abbandonata’
Ecco perché si avverte un Sos lampeggiante. Da anni, la cosiddetta Palermo Bene si interroga, con l’impegno dei volontari quotidiani, ma anche con l’infausta degnazione di certe dame di carità di qualunque genere, su come affrontare le marginalità.
L’ascensore sociale – altra impolverata definizione – non c’è. E non ci sono nemmeno le scale. Chi scrive è stato più volte nelle scuole dello Zen, incontrando ragazze e ragazzi brillantissimi, intelligenti e capaci.
Poi, dopo la ‘lezione di giornalismo’, erano i professori stessi a raccontare che avrebbero avuto un percorso più difficile, quei ragazzi e quelle ragazze, perché appesi a un crudele e ingiusto stigma, originato dalla provenienza. Né, d’altra parte, il degrado di un contesto – ma quante parole stereotipate e immodificabili – fornisce un alibi alla violenza.
Aspettando che qualcuno costruisca ascensore e scale, con attrezzi non effimeri, non retorici, non resta altro che il coraggio di chi abita tra i palazzoni fatiscenti, in mezzo alla munnizza, in luoghi che sono rimasti periferia, per un deficit pluriennale della politica.
C’è tanta onesta, c’è tanta etica, c’è tanto impegno in quei palermitani ‘abbandonati’, che nessuno può identificare con sacche criminali. Devono soltanto essere messi nelle condizioni di emergere.
Il colpo al ristorante
La terza notizia è il clamoroso furto al ristorante messicano di via Manin, Joe’s Cantina, in pieno centro. Sono stati portati via macchinari, pezzi di arredo e di pavimento, oltre allo storico bancone. I ladri si sono dileguati, a quanto pare, senza lasciare tracce. Un poco rassicurante, l’ennesimo, déjà vu. E, anche in questo caso, per chi apre ogni giorno al pubblico, ci vuole tanto coraggio.