PALERMO – “Vi sono decine di imprese edili siciliane che, pur partecipando ad una media di dieci gare d’appalto al mese, da tre anni non ne vincono una”. Lo afferma Ance Sicilia, l’associazione costruttori edili. “Il risultato é che, avendo comunque versato la tassa di partecipazione ad ogni gara, finalizzata a coprire una parte dei costi di funzionamento dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, – aggiunge – hanno speso in media 30 mila euro l’anno senza potere produrre nulla”. “Eppure, basterebbe che l’Authority producesse un solo atto atteso da anni, ossia la pubblicazione dei bandi-tipo (mettendo a sua volta la Regione siciliana nelle condizioni di emettere i propri), per far sì che non vi siano più ricorsi e per abbattere in un colpo solo i costi dell’Authority di quasi 900 mila euro”. Infatti, sostengono gli imprenditori “se tutte le stazioni appaltanti pubblicassero bandi con un unico testo-tipo (coerente con la norma, corretto, esente da discriminazioni, discrezionalità e problemi interpretativi), verrebbe meno per le imprese partecipanti o escluse l’odierna necessità di sopportare ulteriori spese per presentare ricorsi”. “Ciò, di conseguenza, ridurrebbe anche i costi dell’Autorità di vigilanza che, secondo il Sole 24 Ore, – affermano – spenderà quest’anno 200 mila euro per attività legali (+150% rispetto al 2012), 250 mila euro per cancelleria, 100 mila euro per acquisto libri, 286 mila euro per spese telefoniche e 73 mila euro per formazione (totale 909 mila euro)”.