PALERMO – Rischiava di trasformarsi in un altro vertice a vuoto, e invece sul finire è arrivato a sorpresa l’impegno del governatore Crocetta: sì a sei mesi di Cig per la Gesip, indipendentemente dalle decisioni del governo nazionale. E nonostante la contrarietà di una buona fetta delle parti sociali presenti al tavolo.
Questo l’epilogo di un summit cominciato intorno alle 19 e protrattosi fino alle 21 passate, che ha messo intorno a uno stesso tavolo la Regione, rappresentata anche dall’assessore Ester Bonafede, il sindaco Orlando, accompagnato dal vice Lapiana e dall’assessore Abbonato, e 21 parti sociali e datoriali. E il tema era sempre quello: trovare una soluzione definitiva alla vertenza Gesip, così come aveva annunciato il governatore.
Governatore che, per inciso, ha fatto aspettare e non poco i suoi ospiti, arrivando a Palazzo d’Orleans con due ore e mezza di ritardo, mentre in piazza centinaia di operai sostavano silenziosamente (a parte qualche petardo), controllati a vista da uno spiegamento di forze dell’ordine assai più nutrito che in passato, probabilmente per evitare il ripetersi dei tafferugli di venerdì scorso. Una presenza, quella dei lavoratori, così massiccia da aver giocato un ruolo fondamentale nell’esito del vertice.
L’aria, all’interno della sala Alessi, non era delle migliori con un muro contro muro fra Comune e sindacati autonomi da un lato e confederali e parti datoriali dall’altro, con questi ultimi contrari a concedere deroghe solo per Gesip e senza l’adeguata copertura finanziaria. Il rischio, infatti, era che tutto fosse subordinato a un ennesimo viaggio della speranza a Roma, ma con il cambio di governo alle porte i tempi rischiavano di allungarsi inesorabilmente.
Ma alla fine, come detto, Crocetta si è imposto e a dispetto delle perplessità di alcuni firmatari dell’accordo quadro ha deciso per sei mesi di Cig: un risultato che forse neanche il sindaco si aspettava, ma che alla fine lo ha accontentato almeno in parte. L’attuale accordo quadro, infatti, regola la Cig per soli sei mesi, quindi di più Gesip non avrebbe potuto ricevere, e inoltre dovrebbe coprire il lasso di tempo necessario perché il Parlamento a Roma dia la fiducia a un nuovo esecutivo. Adesso toccherà a Crocetta riunire i 21 firmatati dell’accordo, forse mercoledì 27, per ratificare il tutto, ma è significativo che il presidente abbia dato per scontato il via libera alla Cig sebbene serva un passaggio formale per modificare l’accordo. E non è detto che questo arrivi con facilità: alcune parti sociali, infatti, sono ancora decise ad estendere le deroghe a tutte le aziende escluse e solo con più fondi romani. Forse anche per questo Crocetta ha promesso, insieme ad Orlando, di sostenere la richiesta dei sindacati di chiedere al ministro Fornero maggiori risorse per la Cig rispetto ai 129 milioni attuali (108 del fondo di coesione e 21 dati da Roma).
“E’ stata premiata la posizione dell’Ugl – dice Claudio Marchesini – c’è stato l’impegno del presidente Crocetta che ha convocato tutte le parti sociali per la prossima settimana. Finalmente le nostre richieste sono state accolte”.
“Finalmente – si legge in una nota di Asia – dopo mesi di incertezze sul futuro dei lavoratori si e’ raggiunta una intesa tra tutte le parti. Scongiurati i licenziamenti, copertura sin dal 01 gennaio con la cassa in deroga fino al 30 aprile. Concessione massima della regione dell’ammortizzatore sociale fino al 31 dicembre. Obbligo da parte del comune di attivare meccanismi quali i prepensionamenti, mobilita’ tra aziende ecc… affinche’ entro fine anno tutti i lavoratori possano riavere un contratto di lavoro stabile e duraturo nel tempo senza che si rivivano le criticita’ che hanno caratterizzato questi lunghi mesi. Una intesa che ha visto tutte le parti condividere questo percorso, tentare di applicare soluzioni alternative (contratti di solidarieta’ difensivi in deroga) ma, come tante volte ribadito, riscontrarne la inapplicabilita’ giuridico/normativa ed economica. Chi continua a manifestare il proprio disappunto, non fa altro che fare populismo demagogico standosene comodamente sulla comoda poltrona senza considerare che cosi’ facendo alimenta tensioni continue tra lavoratori esasperati. Bene infine anche l’intesa tra tutte le parti di richiedere un incontro ministeriale per aumentare le somme messe a disposizione dallo Stato affinche’ si possa allargare la platea dei lavoratori attualmente esclusi dagli ammortizzatori in deroga. Speriamo che mercoledi 27 al tavolo regionale sugli ammortizzatori si possa siglare un accordo che, oltre a Gesip, possa coinvolgere tutti i lavoratori esclusi. Un plauso al prefetto Postiglione, presidente Crocetta e Orlando ed un invito a tutti i lavoratori a evitare manifestazioni sino al 27 e, ritornando a lavoro il 02 maggio, dimostrare a tutti i cittadini ancor di piu’ l’essere indispensabili per la nostra città”.
LA DIRETTA
21.55 E’ stato raggiunto l’accordo che prevede la cassa integrazione per la Gesip. Al termine di un vertice durato diverse ore, le parti sociali avrebbero concordato la concessione della cassa integrazione in deroga per sei mesi ma a patto di ottenere maggiori risorse dal ministero. “E’ stato riconosciuto il piano del Comune”, ha commentato il sindaco Orlando.
21.15 Sono ore decisive per il futuro della Gesip. Poco dopo le 19, infatti, è cominciato il vertice tra governo, comune di Palermo e parti sociali. Presenti, tra gli altri, il sindaco del capoluogo, Leoluca Orlando, l’assessore regionale Ester Bonafede e il presidente della Regione Rosario Crocetta, giunto poco prima delle 20. Circa duecento operai della Partecipata stazionano davanti all’ingresso di Palazzo d’Orleans, in attesa di novità. Crocetta ha annunciato che dall’incontro bisognerà uscire con una soluzione, assicurando la vicinanza della Regione ai lavoratori, ma la quadratura del cerchio si preannuncia difficilissima. Al momento, tuttavia, non trapelano indiscrezioni dal vertice. Seguono aggiornamenti.
21.00 Il vertice è ancora in corso, al momento non trapelano indiscrezioni. Gli operai continuano a stazionare davanti all’ingresso di Palazzo d’Orleans.
19.55 Al vertice è arrivato il governatore Crocetta.
19.40 Contrariamente a quanto circolato nelle scorse ore, il vertice sarebbe cominciato da circa mezz’ora. Non sarebbe ancora giunto il governatore Crocetta, impegnato a Palazzo dei Normanni. L’ufficio stampa del presidente, tuttavia, assicura che Crocetta arriverà a breve. Al momento è in corso l’intervento dell’assessore Bonafede, subito dopo toccherà al sindaco Orlando prendere la parola. Presenti tutte le sigle sindacali e datoriali, che interverranno nei prossimi minuti.
18.20 Il governatore Rosario Crocetta sarebbe arrivato al vertice tra governo, Comune e sindacati. Presenti anche tutte e 21 le parti sociali convocate.
17.40 Sarebbe iniziato da circa mezz’ora il vertice tra governo, Comune e sindacati. Attualmente l’incontro sarebbe presieduto dall’assessore al Lavoro Ester Bonafede, vista la momentanea assenza del governatore Crocetta. Delle 21 parti sociali convocate, ne sarebbero presenti meno della metà, mentre alcuni dei rappresentanti sindacali avrebbero protestato per l’assenza del presidente della Regione. In piazza circa 250 lavoratori, traffico ancora a rilento.
17.00 E’ iniziato a Palazzo d’Orleans il vertice tra governo, comune di Palermo e sindacati per discutere del caso Gesip. Circa duecento gli operai presenti davanti all’ingresso del palazzo. Traffico a rilento, tuttavia, al momento, la situazione appare sotto controllo.
16.55 “Per i lavoratori della Gesip abbiamo prospettato diverse soluzioni, ma il comune di Palermo vuole solo la cassintegrazione in deroga, ma questo dipende dal parere vincolante dei sindacati. Alla riunione di questo pomeriggio è stato convocato anche Orlando, vedremo cosa dirà”. Lo dice il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, a margine del vertice di maggioranza in corso a Palazzo dei Normanni.
15:32 Secondo le ultime indiscrezioni il tavolo tecnico per la Gesip è stato allargato a tutte le 21 parti sociali firmatarie dell’accordo quadro in merito agli ammortizzatori sociali. Attualmente in piazza Indipendenza cento dipendenti, la situazione è abbastanza tranquilla con una buona disposizione di forze dell’ordine.
15:02 Polizia e carabinieri stanno presidiando piazza Indipendenza, dove a breve sono attesi gli operai della Gesip che si concentreranno davanti a palazzo d’Orleans in concomitanza con la riunione tra governo e sindacati convocata per discutere della vertenza che riguarda circa 1.800 persone della società partecipata dal comune di Palermo. Due mezzi pesanti della polizia sono stati piazzati ai lati del portone del Palazzo della Presidenza della Regione, altri automezzi di carabinieri ai trovano nella zona laterale, a pochi metri da Palazzo dei Normanni, dove nei giorni scorsi ci sono stati gli scontri tra manifestanti e agenti che hanno effettuato cariche di alleggerimento rispondendo al lancio di oggetti.
PALERMO – Dovrebbe essere oggi il giorno decisivo per la Gesip, o almeno è questo che ha annunciato il governatore Rosario Crocetta. E sarà proprio a Palazzo d’Orleans che, alle 16.30, si terrà il vertice che dovrebbe mettere la parola fine, in un senso o in un altro, a una vicenda che si trascina ormai da mesi: approvare il piano presentato dal comune di Palermo, concedendo la deroga per ammettere la Gesip alla cassa integrazione in deroga, oppure escluderla dando il via ai licenziamenti di massa.
La posta in gioco è alta, anzi altissima, come si è capito venerdì quando la città ha vissuto momenti di tensione fra scontri di piazza, cariche delle forze dell’ordine e assedio ai palazzi istituzionali. Un copione che potrebbe ripetersi anche oggi, malgrado gli arresti e la mano dura degli inquirenti che sabato hanno convocato alcuni dipendenti della società per le indagini sui tafferugli del giorno prima: un avvertimento per tutti gli altri a non esagerare nelle proteste mandando nuovamente in tilt Palermo.
E il tavolo si preannuncia come un durissimo braccio di ferro tra il Comune da un lato, che chiede a gran voce il via libera al proprio piano quadriennale che prevede un uso particolare degli ammortizzatori sociali con il ritorno in servizio dei dipendenti, a 900 euro più contributi e assegni familiari, e dall’altro, invece, undici sigle sindacali e datoriali che già venerdì hanno disertato il vertice per dire no ad apposite deroghe per Gesip. Il timore, infatti, è che il via libera per l’azienda di via Toselli apra le maglie dell’accordo quadro sugli ammortizzatori sociali in deroga, e a quel punto migliaia di lavoratori, dalle partecipate di Messina e Catania ai dipendenti degli Ato, busserebbero alle porte di Palazzo d’Orleans per chiedere soccorso. E, malgrado le rassicurazioni del governo regionale, i confederali sono stati chiari: le risorse sono già poche, allargare la platea significherebbe scatenare una guerra fra poveri.
In mezzo sta Crocetta, diventato il vero king maker della vertenza: tutto passa dalle sue mani, adesso, anche se il governatore ha ribadito, più e più volte, che senza il via libera delle parti sociali e datoriali non potrà far nulla. Anche se, dicono i più critici, Palazzo d’Orleans avrebbe gioco facile a negare deroghe alla Gesip per non inimicarsi sindacati e imprese e a scaricare la responsabilità del fallimento del vertice sul Comune, giudicato troppo rigido nelle sue posizioni: un sospetto rafforzato anche dalla convocazione di questo pomeriggio. Delle 21 parti sociali firmatarie dell’accordo quadro, infatti, solo 11 sono state chiamate al tavolo di oggi: Cgil, Cisl, Uil, Confsal, Confindustria, Confapi, Cna, Casartigiani, Confartigianato, Claai e Confccoperative, proprio le stesse che venerdì hanno diserato la convocazione ribadendo il no a deroghe per Gesip. Una posizione che difficilmente potrà cambiare nel giro di un week end. Escluse, invece, Ugl, Confcommercio, Confesercenti, Lega cooperative, Unicoop, Agci, Unci, Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Confsal. Un’esclusione che ha mandato su tutte le furie il segretario regionale dell’Ugl, Giuseppe Monaco: “Le 11 sigle convocate rappresentano solo le parti consenzienti all’esclusione della Gesip dall’accesso agli ammortizzatori sociali che già al tavolo del 12 marzo si erano pronunciate. Le altre parti non sono state convocate. Se la personale battaglia di Crocetta contro il sindaco di Palermo e contro la Gesip deve essere vinta così, con le carte truccate, non oso pensare il triste destino di quest’Isola”.
E’ innegabile, infatti, che in questa vicenda si sia creato un asse privilegiato tra Crocetta e i confederali, che non hanno mancato di lanciare bordate sul sindaco Orlando, giudicato incapace di produrre un piano efficace e a cui hanno chiesto di applicare invece i contratti di solidarietà. Una prospettiva, questa, che implica però l’uscita dell’azienda dallo stato di liquidazione con la ricapitalizzazione, che vale decine di milioni di euro che piazza Pretoria non ha. Ecco perché si prospetta un muro contro muro, oggi, fra chi non vuole concedere deroghe all’accordo quadro e chiede altre soluzioni e chi, come Orlando, sbatterà i pugni sul tavolo per ribadire che il piano del Comune è la sola strada percorribile. Una posizione dalla quale il Professore non è disposto a muoversi di un millimetro, forte della lettera del ministero del Lavoro inviata al Prefetto con cui si ribadisce che non esistono limiti legislativi per l’ammissione della Gesip alla cassa integrazione, proprio perché in deroga. Il problema, quindi, non è normativo ma politico.
Crocetta ha annunciato che dal vertice di oggi bisognerà uscire con una soluzione, assicurando la vicinanza della Regione ai lavoratori, ma la quadratura del cerchio si preannuncia difficilissima. E così lo spiraglio di un provvedimento definitivo si fa sempre più stretto, con il rischio concreto che da domani partano i licenziamenti e si scateni la rabbia dei lavoratori.