Francesco Foresta a dieci anni dalla scomparsa

Nel nome di Francesco, per la vita

Oggi sono dieci anni dalla scomparsa di Francesco Foresta. La memoria

Leggerezza. Era questa la sua più grande virtù, l’insegnamento più importante che credo ci abbia lasciato. Ironico, solare e scanzonato, preciso ed entusiasta, idealista e innovativo, amava così tanto la vita e il suo lavoro da aver fatto di quest’ultimo il perno della sua vita.

Mai prendersi troppo sul serio, diceva, mai mettere il carro davanti ai buoi.

Era così Francesco, scomparso nel pieno della sua vita, a soli 49 anni, quando era solo poco più che ragazzo, convinto che il saper ridere di sé stessi fosse un valore aggiunto per affrontare ogni sfida con impegno e serietà. Come dire, più ti sai mettere in discussione, più sei obiettivo; più sai ridere, più sei responsabile, coscienzioso e affidabile.

E tra una risata e l’altra, nel 2008 si è dimesso, a 40 anni, da vice caporedattore del Giornale di Sicilia e in tre anni ha fondato un polo giornalistico con tre testate che hanno cambiato il volto del giornalismo nella regione. Vulcanico, geniale, dissacrante, aveva la capacità di cogliere il futuro, di intuire ciò che sfuggiva agli altri osservatori e ha reso la Sicilia una terra più informata, più consapevole, più libera.

Grazie alla sua creatività è stato capace di riempire gli spazi allora vuoti del mercato editoriale e ha fondato, nel 2006, la rivista patinata, ‘I Love Sicilia’, che racconta, ormai da quasi un ventennio, storie e personaggi dell’Isola che vuole produrre e crescere, la Sicilia da amare che merita di essere narrata; tra il 2007 e il 2008 il newsmagazine di inchiesta ‘S’, per anni il più letto nella regione; e in ultimo, ma più rilevante, nel 2009, ‘Live Sicilia’, il suo fiore all’occhiello, questo quotidiano online, pioniere e seguitissimo, nell’Isola, capace di rivoluzionare le abitudini dei siciliani, che, ancora oggi, è punto di riferimento dell’informazione regionale.

Come se inconsciamente sapesse di non avere tempo da sprecare, Francesco ha preso la vita a morsi, cogliendo opportunità o creandosele. E non si è mai precluso, come fa chi si prende troppo sul serio, il divertimento, la creatività, la spensieratezza, l’intuizione, il buon umore e l’energia che hanno invece alimentato ogni sua azione. Quegli stessi che oggi alimentano la mia, frutto come sono dei suoi insegnamenti.

Oggi so, dopo anni di lacrime e sangue, che un uomo come lui, così interiormente gigante da avere avuto, nella malattia, la forza di scrivere una lettera da leggere al suo funerale, può essere commemorato solo celebrandone la vita anziché ricordandone la morte.

E così, per onorarne l’operato e le azioni, ho deciso di fondare, in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa, un’associazione no profit insieme ad altre sei donne che hanno avuto un ruolo importante nella vita di Francesco: il mio primo grazie va a loro, a Marilena, Lia, Marisa, Maria Paola, Connie e Francesca. Con loro, e grazie a ognuna di loro che mi ha sostenuta in questa scelta, la neonata associazione di volontariato ‘Francesco Foresta ODV’, supporterà con azioni concrete i pazienti oncologici e le loro famiglie.

Donata Agnello

A portare via Francesco a soli 49 anni è stato un tumore, piaga che ormai da troppo tempo riguarda una fetta di popolazione sempre più consistente e di età̀ via via inferiore. Sappiamo di poterlo arginare fattivamente solo grazie alla ricerca scientifica, unico vero strumento per dare risultati concreti anche a malati fino a poco tempo fa senza speranza, ma possiamo contribuire tutti, ciascuno nel nostro piccolo, alla sua lotta, attraverso azioni tangibili. Ecco perché la mia, da personale, vuole diventare una battaglia da estendere a tutto il territorio, e sensibilizzare l’intera collettività.

Abbiamo già messo in campo diverse iniziative, altre sono in via di pianificazione. Abbiamo istituito con l’Università degli Studi di Palermo un premio a nome Francesco Foresta a integrazione dell’assegno di ricerca di un borsista dedito alla ricerca oncologica; locheremo un appartamento nei pressi della Clinica Maddalena che ci sostiene e che ringrazio, per offrire un alloggio alle famiglie dei pazienti oncologici fuori sede, già̀ messi a dura prova dalla malattia dei loro congiunti e con il disagio di essere in trasferta sanitaria; l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia conferirà a un giornalista meritevole un premio intitolato a Francesco e, infine, l’assessorato comunale al Turismo e Sport gli intitolerà una struttura sportiva in una zona degradata e da riqualificare della città, per contrastare la povertà educativa di giovani e adolescenti meno fortunati.

L’associazione e le azioni già avviate verranno presentate il 15 gennaio alle 21 al Teatro Santa Cecilia di Palermo, messoci a disposizione dal Comune e dal maestro Garsia, presidente del Brass Group. La serata in ricordo di Francesco verrà brevemente introdotta da Felice Cavallaro, firma storica del Corriere della Sera e di I Love Sicilia, alla presenza delle principali istituzioni pubbliche e private della città e di amici e colleghi che lo ricorderanno.

Seguirà lo spettacolo ‘Roberto Baggio’ di e con Davide Enia, drammaturgo, attore e regista che ha accettato di devolvere l’intero incasso della serata all’associazione.

“Roberto Baggio” è un monologo (presentato lo scorso maggio a Monaco di Baviera), nel quale Enia gioca sull’omonima tra il grande calciatore e un medico italiano impegnato nei campi al fronte, che coinvolge così profondamente lo spettatore da trascinarlo nella storia sino a un finale quasi liberatorio.

Un racconto tutto d’un fiato, insomma, proprio com’è stata la vita di Francesco, breve e intensa, nella quale ha travolto con la sua energia quanti ancora oggi lo ricordano con affetto e stima, affamato com’era di vita e di notizie, e per questo capace di trascinare tutti nella sua storia, fino a una fine che, però, ha lasciato tutti sgomenti e che ci trova ancora oggi suoi orfani.

Oggi ricorderemo Francesco, con una Messa, presso la chiesa dei SS Pietro e Paolo in via Bentivegna alle 18, a Palermo. Un momento di raccoglimento e di preghiera per quanti gli vogliono bene.


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