PALERMO – Il servizio mensa nelle scuole di Palermo terminerà a maggio, in anticipo rispetto al previsto, e scatta la protesta dei genitori che hanno scritto al Comune.
Di Gangi: “Decisione immotivata”
“Le famiglie, i bambini e le bambine continuano a pagare il prezzo del disinteresse dell’amministrazione Lagalla in fatto di infanzia”, dice la consigliera comunale del Partito Democratico Mariangela Di Gangi.
“E come ciliegina sulla torta, arriva la comunicazione unilaterale – segnalata da tante famiglie in queste ore – con cui il Comune anticipa di un mese la sospensione del servizio mensa rispetto alla fine dell’anno scolastico. Una decisione non concertata e non motivata, che comporta gravi disagi per le scuole, costrette a rimodulare il tempo scuola, e per le famiglie, che vedranno ridursi in modo netto il tempo educativo garantito. Con ricadute pesanti, soprattutto per i genitori lavoratori”.
Giaconia: “Gravi disagi”
Solidarietà ai genitori arriva anche dal consigliere comunale Massimo Giaconia. “Un provvedimento inaccettabile, che ha messo in seria difficoltà numerose famiglie, soprattutto quelle in cui entrambi i genitori lavorano, costrette a riorganizzare in tempi strettissimi la gestione quotidiana dei propri figli, senza alcun supporto da parte dell’amministrazione. Gravi disagi si registrano anche all’interno delle scuole, che, per carenza di personale qualificato, non sempre sono in grado di autorizzare la somministrazione dei pasti portati da casa”.
La replica: “Poche adesioni”
Arriva però la replica dell’assessore alla Scuola Aristide Tamajo. “Le motivazioni che hanno indotto l’amministrazione a rimodulare le attività di refezione sono state dettate dal numero estremamente ridotto di adesioni per il mese di giugno dello scorso anno: un quinto di pasti per classe, che in numero assoluto ha significato 3 o 4 pasti giornalieri forniti per classe, suddivisi in 40 centri di refezione. Si ribadisce, tuttavia, la disponibilità a valutare l’eventuale ripristino del servizio, qualora per una o più classi si registrasse la volontà unanime e documentata delle famiglie di proseguire con la refezione per tutto il mese”.

