PALERMO – Il pronto intervento in scuole, asili nido ed edifici pubblici in centro storico e in tutta la città adesso è seriamente a rischio. Il Comune di Palermo, infatti, non ha i soldi per finanziare gli accordi quadro che, sulla carta, avrebbe dovuto invece rendere più celeri i lavori specie negli edifici a rischio o frequentati dagli studenti e per i quali non è possibile attendere i tempi lunghi degli appalti.
Il problema sta tutto nell’elenco annuale del piano triennale delle opere pubbliche, approvato dalla giunta in agosto e che adesso deve andare in consiglio comunale come atto propedeutico al bilancio. Nel 2018 sono previsti lavori per 80 milioni, sempre che si arrivi ad appaltarli, e di questi 12,4 sono a carico del Comune mentre il resto viene da fondi regionali, statali o europei. Peccato, però, che Palazzo delle Aquile non abbia nemmeno tutti i soldi che sarebbero di sua competenza, arrivando a coprire soltanto metà della somma.
In bilancio infatti sono stati stanziati 3,3 milioni, a cui aggiungerne altri 2,8 di reimputazioni e liquidazioni degli anni precedenti: in totale si arriva, in pratica, a 6,1 milioni mentre ne mancano all’appello 6,2. Una situazione che non è certo nuova: già ad agosto, quando il piano è stato approvato in giunta, era sorto il problema con una querelle tra gli uffici delle Opere pubbliche e la Ragioneria. Secondo i primi, infatti, in base a un comma del Bilancio statale 2017, dal primo gennaio del 2018 tutti i proventi dai permessi a costruire, ossia un tesoretto che per Palermo vale 9,2 milioni, vanno spesi solo per opere pubbliche e manutenzioni, vale a dire per finanziare gli accordi quadro. Per la Ragioneria, invece, quei soldi erano già stati impiegati in altri capitoli di bilancio. Un braccio di ferro andato avanti per mesi e risolto con un compromesso: approvare il piano ma con l’impegno, vergato dal sindaco, si verificare poi la presenza dei 12 milioni necessari.
Ma lunedì scorso il Ragioniere Bohuslav Basile, nel parere di regolarità contabile sull’elenco annuale che la prossima settimana dovrà andare in consiglio comunale, ha ribadito il problema: non ci sono abbastanza soldi. “Il parere è reso favorevole con riferimento agli interventi finanziati con risorse extracomunali – precisa Basile – Con riferimento agli interventi finanziati con risorse proprie, ammontanti a 12,4 milioni, con lo schema di bilancio sono stati stanziati 3,3 milioni, pertanto il parere è reso limitatamente al suddetto stanziamento”. E di questi tre milioni, uno deriva da un mutuo, quello per la rete fognaria dell’Ortofrutticolo, e quindi si tratta di somme in qualche modo vincolate.
Fra i 3,3 milioni in bilancio e i 2,8 degli anni precedenti si salvano i 2,7 milioni per il secondo forno crematorio dei Rotoli, i fondi per le fognature all’Ortofrutticolo, 55 mila euro per lavori urgenti all’asilo La Mimosa, 22 mila per il secondo stralcio del restauro delle facciate del Politeama, 16 mila euro per il completamento del miglioramento statico dello Spasimo, 40 mila per il progetto della nuova tribuna della piscina comunale. E ancora 15 mila per la palestra di Borgo Nuovo, 10 mila per la manutenzione urgente allo stadio delle Palme, 13 mila per la nuova sede dei vigili in via Ugo La Malfa, 5 mila euro per la manutenzione straordinaria delle caditoie per le acque piovane, quasi 45 mila euro per la manutenzione di ponti e cavalcavia che, in questi ultimi mesi, sono finiti nell’occhio del ciclone.
Il problema, come detto, riguarda gli accordi quadro: mancano all’appello 4,2 milioni di euro per gli immobili pubblici di tutta la città, centro storico compreso, e altri due milioni (uno a testa) dai due accordi quadro per il pronto intervento in scuole e asili nido, visto che uno riguarda dalla Prima alla Quarta circoscrizione e l’altro le restanti. Peccato che i contratti prevedano che negli accordi quadro ci sia una dotazione minima di due milioni.
Il rischio, in poche parole, è che tra qualche mese le manutenzioni si fermino del tutto. “I soldi a disposizione sono questi – dice l’assessore al Bilancio Antonio Gentile – Lo avevamo segnalato alle Infrastrutture, ma hanno comunque presentato un elenco annuale troppo costoso. Ci sono vincoli finanziari che valgono per tutti e quindi dovranno dirci cosa tagliare. Non è un libro dei sogni”.
Ma che fine hanno fatto i 9,2 milioni che avrebbero potuto finanziare gli accordi quadro? Sono stati spalmati in altri capitoli di bilancio: 6,7 milioni per spese correnti e 2,5 per investimenti. In particolare quasi sei milioni vanno alle aziende partecipate, ossia 3,4 milioni per la manutenzione delle caditoie, 1,5 per la loro pulizia e un milione per la manutenzione strade. Oltre 650 mila euro vanno agli impianti elettrici e tecnologici degli edifici pubblici in centro storico, 145 mila euro per gli impianti delle scuole, 275 mila euro per l’adeguamento delle scuole alle norme di sicurezza (elenco annuale 2013), 294 mila euro per il dragaggio dell’Oreto e i canali di maltempo (risalenti al 2014), 273 mila euro per gli impianti di scuole e asili, quasi 400 mila euro per impianti termici e di condizionamento degli edifici comunali e 152 mila euro da restituire perché incassati in eccesso dai permessi a costruire. Una situazione che ha messo in agitazione gli uffici tecnici, che adesso sperano di poter unire gli accordi quadro sulle scuole e di reperire comunque le somme tra le pieghe di bilancio.
“In un quadro nebuloso e di incertezza, iniziano a trasparire i primi effetti della profonda crisi economico-finanziaria del Comune – dice Ugo Forello del M5s – Con il piano annuale delle opere pubbliche 2018 e le ridotte risorse economiche presenti in bilanci, il Comune dovrà rinunciare a circa 6 milioni di euro di interventi già programmati, prevalentemente, da accordi quadro. A rischio in una città dove la carenza di infrastrutture e di manutenzione si fa sempre più evidente, gli interventi di riparazione e messa in sicurezza di edifici scolastici e comunali presenti in tutte e otto circoscrizioni territoriali. Altra amara costatazione è che, anche quando ci sono i finanziamenti, la maggior parte delle opere del piano annuale (siamo ormai a 11 mesi su 12) non sono nemmeno iniziate. Tutto ciò accade in una Palermo anestetizzata e ormai provata, nell’assoluto silenzio e disinteresse dell’amministrazione attiva”.
“Questo piano è molto povero che, vista la situazione delle casse del Comune, vede tagliare diverse opere e tocca anche gli accordi quadro – dice il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo – Che fine faranno gli interventi per le scuole? Non c’è neanche traccia dei cinque milioni di somme libere. Chiederemo dopo il bilancio all’assessore al ramo e al Ragioniere di poter rimpinguare questo capitolo perché la manutenzione scolastica e altre opere importanti vanno portate avanti”.