PALERMO – “Il Pd ha bisogno di tutto meno che di litigi e di conta delle tessere. È il momento del pensiero lungo, ritornare alla politica e ai problemi reali della gente”. Baldo Gucciardi, capogruppo all’Ars dei democratici, si inserisce nel dibattito sul futuro del Partito democratico. Al j’accuse del segretario Giuseppe Lupo, che a Livesicilia ha parlato di totale assenza del partito nazionale, è seguita l’intervista di Antonello Cracolici, che oggi a Republica parla del Pd siciliano come di “un partito di separati in casa, in cui nessuno più si parla. Un partito irrilevante”. Gucciardi non nasconde il momento di difficoltà dei democratici: “E’ chiaro che serve una scossa. E in Sicilia va ridefinito il rapporto politico col governo. Fin qui un rapporto c’è stato solo col presidente della Regione, che è stato molto attivo e si è speso tantissimo. Insieme a lui in Aula abbiamo gestito passaggi difficili e importanti come quello dell’abolizione delle Province e la doppia preferenza di genere. Ma gli altri dodici membri del governo?”. Il capogruppo mette subito le mani avanti a scanso d’equivoci: “Non sto parlando di rimpasti o cose simili. Io parlo dell’azione politica del governo e del suo rapporto con la maggioranza, sulle cose concrete da fare, quelle che interessano ai siciliani: il lavoro, le imprese, il sostegno ai redditi”.
Cracolici dice: “Siamo al governo in Sicilia e nessuno lo sa”. Gucciardi, reclamando un rapporto più intenso con gli assessori, si sofferma sullo stesso problema. Non senza autocritica: “Io credo che ci siamo attardati. Convinti che le primarie dessero legittimità ai leader, quando invece non hanno legittimato nessuno, da Veltroni in poi. Non abbiamo tenuto più conto del fatto che la politica per comunicare coi cittadini ha bisogno di un pensiero lungo. Non è il momento delle liti o peggio ancora della conta delle tessere – aggiunge Gucciardi -. Costruiamo una linea politica, piuttosto. Su questo si costruisce un gruppo dirigente e non sulle conte. Altrimenti entreremo in una fase di coma profondo, dal Piemonte alla Sicilia”.