Sicurezza a Palermo, Lagalla tira dritto: "Fatto quello che serviva"

Sicurezza, Lagalla tira dritto fra le accuse delle opposizioni

Il dibattito in consiglio comunale

PALERMO – I numeri sulle grandi città italiane, quelli sui controlli dei vigili urbani e delle telecamere da installare, la necessità di interventi anche di natura sociale. E un punto fermo: quella sulla sicurezza non è un’emergenza, anche se la percezione dei palermitani non può essere ignorata.

In una città arroventata dal caldo, il sindaco Roberto Lagalla affronta il tema del momento in consiglio comunale, davanti a una platea che si divide tra favorevoli e contrari secondo un copione quasi scontato. Critiche le minoranze, indulgenti le forze di maggioranza seppur con qualche rimprovero da fare, specie sul fronte della comunicazione.

Violenza a Palermo, il tema del giorno

La sicurezza è diventata l’ultimo terreno di scontro politico a Palermo e la notizia è che, almeno al Comune, il dibattito verte su problemi concreti e reali. Gli ultimi episodi raccontano di un centro storico insicuro per i turisti, vittime di aggressioni e scippi.

Una situazione che ha generato allarme fra i residenti ma anche tra chi vive di turismo e commercio, nel timore che la cattiva pubblicità possa vanificare anni di sforzi.

Il dibattito dura quasi tre ore, seguendo uno schema consolidato: l’apertura del primo cittadino, poi
un intervento a gruppo politico e infine la replica. C’è qualche momento di tensione, un po’ di urla, tentativi di contestazione ma nel complesso la seduta scorre senza troppi problemi.

Lagalla si difende

Le minoranze avevano chiesto a gran voce il sindaco e Lagalla ha colto l’occasione per una tribuna d’eccezione, da cui difendere il proprio operato.

“Esiste un allarme sociale e civico che pone una esigenza di attenzione e di ulteriore rafforzamento dei controlli e di attenta disanima – ha detto -. C’è un potenziamento dei servizi, grazie alle risorse messe a disposizione dal ministero del ministero degli Interni. Ci sono i controlli nelle borgate, c’è la vigilanza statica interforze alla Vucciria, con un servizio dinamico del centro storico”.

E poi le telecamere, altre 400 entro fine anno, l’incremento dei turisti senza raggiungere livelli di guardia, la necessità di una maggiore sinergia per contrastare il disagio economico, sociale ed educativo. “Sono cosciente di aver fatto quello che serviva, forse senza raccontarlo o senza girare con i fotografi – ha aggiunto l’ex rettore -. Parlo con i palermitani ogni giorno e mi dicono di andare avanti”.

Opposizioni all’attacco

Le minoranze non hanno fatto sconti. Quando parlavamo dell’emergenza sicurezza, venivamo definiti allarmisti – ha detto Carmelo Miceli – leggendo gli stessi dati di cui parliamo oggi. Per noi la sicurezza non è un problema improvviso e lo hanno detto anche i presidenti di circoscrizione del centrodestra, a nome di periferie che vanno integrate”.

“Respingiamo la relazione del sindaco – ha attaccato Concetta Amella del M5s -. Un sindaco impalpabile, senza una visione nemmeno a medio termine. Dopo i fischi e le classifiche, ci saremmo aspettati altro, non statistiche che in una città povera come la nostra non descrivono la realtà”.

Non è stata più morbida Giulia Argiroffi di Oso: “Sembra che il sindaco legga della città sui giornali, è evidente che non la vive e non cammina per le strade. Non è possibile che chi vuole garantito il rispetto delle regole debba rischiare in prima persona”.

“Cento vigili in più non risolveranno il problema – ha aggiunto Franco Miceli – perché servirebbero altre modalità. La povertà educativa e la dispersione scolastica andrebbero affrontate con fatti concreti”.

“Lagalla è il sindaco e dovrebbe dare una scossa a una maggioranza debole – ha detto Rosario Arcoleo del Pd – in una città che avrebbe bisogno di un primo cittadino capace di trovare soluzioni”.

Maggioranza compatta

Per un giorno il centrodestra ha ritrovato la sua compattezza, almeno davanti alle telecamere, con una difesa a tutto campo del sindaco e la conferma della fiducia. Non che siano mancate le note polemiche su una comunicazione giudicata insufficiente e sul poco raccordo con le periferie, anche se non troppo accentuate.

“Il tema della sicurezza non si risolve con una seduta – ha aggiunto Giuseppe Milazzo di FdI, che ha citato il decreto del governo Meloni -. Lagalla ha la fiducia della maggioranza, interpreta un progetto che continuerà per i prossimi sette anni. Ferrandelli ha sposato questo progetto”, con un riferimento all’articolo odierno di LiveSicilia.

“Mancano servizi essenziali che incidono direttamente sul senso di sicurezza dei cittadini – ha detto Sabrina Figuccia della Lega – come l’illuminazione pubblica e la manutenzione urbana. Manca un reale contatto con le periferie, non bastano interventi spot”.

Il capogruppo del sindaco, Dario Chinnici, ha chiesto un patto educativo aperto al terzo settore e alle scuole, rispedendo al mittente le critiche: “C’è chi ha fatto lo stesso discorso di qualche anno fa, quando il sindaco era un altro, e non possiamo dimenticare come abbiamo trovato la città”.

Domenico Bonanno, della Dc, ha criticato la mancanza di proposte delle opposizioni: “Servirebbe onestà individuale e bisognerebbe ringraziare la Polizia municipale che prova ogni giorno a dare un segnale a una città difficile. Invito però Lagalla a promuovere iniziative personali e non con l’Anci”.

Per Leopoldo Piampiano di Forza Italia “la sicurezza è un tema delicato e non possiamo accettare attacchi al corpo della Municipale che svolge un lavoro straordinario”.


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