Spaccio di cocaina, dodici arresti - Live Sicilia

Spaccio di cocaina, dodici arresti

Gli arrestati

Un gruppo dinamico e una struttura militare quella capeggiata da Luigi Morinello, gelese di 27 anni arrestato insieme con altre undici persone con l'accusa di traffico di sostanza stupefacente nell'ambito dell'operazione "Bombole d'oro".

GELA (CALTANISSETTA) – Sono stati alcuni movimenti sospetti di Luigi Morinello, intercettato dai militari, a fare scattare le indagini che hanno preso il via nel novembre del 2011 e si sono protratte per sei mesi, fino agli arresti di oggi. L’operazione ha consentito di individuare e smantellare un’intensa rete di spacciatori, responsabili di aver quotidianamente riversato sul mercato di Gela, con notevoli guadagni, enormi quantità di cocaina. Secondo gli inquirenti sarebbe stato proprio Morinello, già noto alle forze dell’ordine per reati di spaccio, a gestire l’attività di compravendita della droga sul territorio. Dalle attività di monitoraggio, eseguito con telecamere nascoste piazzate dai militari, è infatti emerso che per procacciare cocaina ai numerosi gelesi che se ne rifornivano, il ventisettenne si avvaleva di alcuni fidati collaboratori. Si tratta di Nunzio Attardi, Carmelo Cavallo, Angelo Bellomia e Angelo Marino.

Era infatti lo stesso Morinello, considerato punto di riferimento dell’ importante illecita attività, a gestire tempi, modalità e quantitativi di approvvigionamento della sostanza stupefacente, stabilendo l’intensità dei flussi da riversare sul mercato locale. L’attività dello spaccio era affidata a due uomini di fiducia che coprivano diverse zone della città. Marino era infatti incaricato dello smercio nel quartiere San Giacomo ed Attardi invece incontrava gli acquirenti direttamente a casa, nel quartiere Scavone. In alcuni casi, come si evince dalle immagini registrate dai carabinieri, davanti al cancello della sua abitazione si creava una vera e propria fila di clienti. In un episodio si nota un acquirente che sbriciola e lascia cadere la polvere bianca ritenendola di qualità scadente.

A fare arrivare la droga a Gela, che veniva divisa in dosi nell’appartamento di Morinello ed in alcuni casi in quello di Attardi, era il catenese Angelo Bellomia, profondo conoscitore del mercato della droga nella città etnea. Era infatti lui il corriere che personalmente gestiva i contatti con i grossisti catanesi, Claudio e Michael Giuseppe Loria, rispettivamente padre e figlio adottivo. Tra gli arrestati anche Salvatore Arizzi, un assuntore abituale di droga ed anche spacciatore gelese che si riforniva da Morinello e Vincenzo Ieva, che in due distinti episodi commissionò due trasporti di cocaina da Catania a Gela ad Angelo Bellomia.

L’arresto del corriere non fermò l’attività dello spaccio. In un episodio, risalente al novembre 2011, durante una trasferta da Catania, i militari fermi ad un posto di blocco sulla Gela – Catania, individuarono e bloccarono il corriere Bellomia che a seguito di una perquisizione fu trovato in possesso di 50 grammi di cocaina nascosti in un paio di scarpe. Un arresto che non scoraggiò Morinello, il quale dopo aver provato inutilmente a coinvolgere i parenti del suo corriere di fiducia, nella convinzione che potessero intrattenere rapporti con i rifornitori catanesi per approvvigionarsi della sostanza, si rivolse ai gelesi Antonio Radicia e Giuseppe Domicoli, gestori di un bar di via Crispi, a ridosso del centro storico. Entrambi, già noti per precedenti legati al mondo dello spaccio (Radicia fu arrestato dai carabinieri nell’ambito dell’operazione “Mercante in Fiera”, ndr), accettarono di fare da corrieri.

I numeri dell’indagine. Nel corso dell’attività investigativa sono stati riscontrati 101 episodi di compravendita della droga ed è stato accertato che Luigi Morinello nel periodo compreso tra la fine del dicembre 2011 e i primi giorni di marzo 2012 ha commissionato a Bellomia 14 trasferte a Catania durante le quali ha trasportato 50 grammi di cocaina, pura al 60%, per ciascuna trasferta. Complessivamente sulla piazza di Gela, in poco più di due mesi sono stati venduti circa 700 grammi di sostanza stupefacente. Mediamente ogni giorno Attardi e Marino vendevano circa 10 dosi di cocaina. Quest’ultimo custodiva la sostanza nel garage della nonna.

Gli inquirenti. L’operazione antidroga ‘Bombole d’oro’, ha smantellato un fluente mercato della droga a Gela. Lo conferma il procuratore della Repubblica presso il Tribunale, Lucia Lotti, che questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, ha parlato di un ‘settore crimale sempre in effervescenza’. “Gli spacciatori si muovono – ha detto il procuratore – seguendo il trend del momento e valutando la facilità dei canali di approvvigionamento. E’ un settore che non conosce crisi quello dello spaccio. Ingenti somme di denaro vengono infatti immesse nel mercato della droga. In un periodo in cui le aziende sono in crisi e non hanno soldi per i lavoratori, il fenomeno della compravendita della droga cresce e questo rappresenta un pericolo per l’econimia. Le indagini dimostrano un’attività fruttuosa e continua, nella quale sono coinvolte diverse fasce sociali, talvolta anche elevate. Tra gli acquirenti, infatti, abbiamo riscontrato facoltosi imprenditori ma anche studenti. Un dato che allarma in considerazione del fatto che la cocaina viene venduta ad un prezzo consistente e che gli studenti per procurarserla possono incorrere in attività illecite. Il traffico di sostanze produce un accumulo illecito di denaro che inquina l’economia.

C’è la probabilità che gli introiti vengano investiti con flussi di denaro che alterano il tessuto economico sociale del territorio”. “Gli arrestati di oggi – ha spiegato il tenente colonnello del reparto territoriale dei carabinieri, Alessandro Magro, non sono solo semplici trafficanti di droga ma soggetti coinvolti in attività illecite che si ramificano facilmente in vari settori. Le nostre attività di controllo proseguono ininterrotte sul territorio per scoraggiare il fenomeno sempre più in crescita”. “Abbiamo accertato che la compravendita della droga avveniva durante tutti i giorni della settimana – ha aggiunto il capitano Gianmarco Messina – ma lo smercio avveniva in quantità elevate soprattutto nel fine settimana. Dalle indagini – precisa ancora – è emerso che l’attività non si svolgeva nelle attività commerciali gestite o di cui sono titolari le persone arrestate. La compravendita della droga si svolgeva nei luoghi pubblici e per strada”.

 

 

 


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