PALERMO – Ci sono le suore che recitano il rosario, i bambini che corrono, le donne con i cerchietti di rose in testa, fedeli e semplici curiosi. Palermo si ritrova ancora una volta alle falde di monte Pellegrino per la tradizionale “acchianata”, cioè la salita a piedi fino al santuario dedicato a Santa Rosalia.
L’omaggio a Santa Rosalia
La Santuzza che la città celebra due volte nel corso dell’anno: a luglio per il ritrovamento delle ossa e il 4 settembre, il giorno della morte, con la vigilia vissuta con una salita fatta di preghiera, mentre la città lentamente si addormenta. Dopo la “acchianata” la messa notturna, il 4 settembre il pontificale.
Lorefice: “Dobbiamo volerci bene”
Palermo si ritrova unita e alzando lo sguardo, facendosi strada lungo il percorso antico ripulito e illuminato almeno per una volta, prova ad immaginare un futuro diverso, sicuramente migliore.
“La cosa essenziale è che dobbiamo volerci bene”, dice l’arcivescovo, monsignor Corrado Lorefice, che appena arrivato omaggia la statua della santa.

“Come esseri umani dobbiamo ricominciare a dare spazio a Dio nella nostra vita – continua il presule -. Quel Dio di cui ci parla santa Rosalia e che si prende cura di tutti, specialmente di chi sta male. Palermo sia una città bella dove tutti abbiano l’essenziale, dal pane alla casa e al lavoro. Chiediamo anche la pace per il mondo”.
Lagalla e Cannella
Ad ascoltarlo il sindaco Roberto Lagalla e il vice Giampiero Cannella, insieme con centinaia di fedeli. “Rinnoviamo una tradizione popolare – dice il sindaco – e come Amministrazione abbiamo lavorato con l’arcidiocesi per preparare al meglio questa serata ma anche la giornata di domani che sarà piena di appuntamenti”.
Una città che prega e chiede il ripetersi del miracolo, la liberazione dalle pesti di oggi, dalle guerre, dalle sofferenze. “C’è bisogno di pace”, dice annuendo una fedele e gli occhi puntano dritti alla cima di un monte che per una notte racchiude i desideri e le speranze di Palermo.
