Di Matteo chiede nove anni | per l'ex generale Mario Mori - Live Sicilia

Di Matteo chiede nove anni | per l’ex generale Mario Mori

Massimo Ciancimino

Per quanto riguarda il colonnello Obinu, la richiesta è di sei anni e sei mesi. La requisitoria del pm: "Sono le dichiarazioni di Massimo Cinacimino che ci hanno consentito di riaprire l'indagine sulla trattativa Stato-mafia". Ultimo: "Chi ha preso i trenta denari?".

Il Processo per favoreggiamento alla mafia
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PALERMO – Il pm Nino Di Matteo, ha chiesto la condanna a nove anni di carcere per l’ex generale dei carabinieri Mario Mori, e sei anni e sei mesi per il colonnello Mauro Obinu. Entrambi sono imputati di favoreggiamento alla mafia. “Mori e Obinu non furono collusi o corrotti o ricattati dalla mafia, ma fecero una scelta di politica criminale sciagurata: fare prevalere le esigenze di mediazione favorendo l’ala ritenuta più moderata di Cosa nostra”, aveva detto Di Matteo nel corso della requisitoria del processo per favoreggiamento alla mafia agli ex ufficiali del Ros Mario Mori e Mauro Obinu.

“Nell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia abbiamo incontrato tante resistenze politico-istituzionali, resistenze che continuano ancora”, aveva aggiunto Di Matteo nella requisitoria. Il processo si intreccia con l’inchiesta sulla trattativa: secondo l’accusa i due imputati non avrebbero catturato il boss Bernardo Provenzano, nel 1995, nonostante le dritte di un confidente, proprio in nome del patto che parte delle istituzioni avrebbero stretto con la mafia. Il pm sta ripercorrendo le dichiarazioni dell’ex guardasigilli Claudio Martelli su quanto gli riferì l’ex direttore degli Affari penali di via Arenula Liliana Ferraro circa la richiesta di un sostegno politico che i carabinieri avrebbero avanzato alla loro attività di “contatto” con Vito Ciancimino. Attività finalizzata a fermare le stragi e secondo i pm avvio della trattativa.

Di Matteo aveva anche tracciato il ritratto di Massimo Ciancimino: “Sono le sue dichiarazioni che ci hanno consentito di riaprire l’indagine sulla trattativa Stato-mafia”, aveva affermato. Il pm aveva anche insistito sull’importanza della testimonianza del figlio dell’ex sindaco di Palermo, personaggio controverso che si è autoaccusato di diversi reati, che è anche finito sotto inchiesta per calunnia dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro e che è diventato teste chiave nell’inchiesta sulla trattativa e nel processo a Mori e Obinu. Il magistrato, che oggi chiederà la pena per i due ufficiali, aveva sostenuto la “necessità di accostarsi alle dichiarazioni del teste in modo laico e sereno”.

Per entrambi gli imputati il Pm ha chiesto anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici sollecitando i giudici della quarta sezione del tribunale, che celebrano il processo, a valutare “la gravità delle condotte contestate ai due ufficiali”. Mori e Obinu sono accusati di avere favorito la latitanza del boss Bernardo Provenzano in nome della trattativa che pezzi dello Stato, dal ’92, avrebbero stretto con la mafia. Condannando gli imputati, secondo il Pm, ”si renderà onore alla verità e al sacrificio di tanti uomini dello Stato, di tanti carabinieri, che affrontano i rischi del loro lavoro senza compromessi”. Il processo è stato rinviato per le arringhe dei difensori.

Il commento di “Capitano Ultimo”
“La richiesta di condanna è chiara e si commenta da sola. Il problema è capire chi, tra chi accusa, abbia preso i trenta denari”. Così risponde il colonnello Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo che arrestò Totò Riina, a chi gli chiede un commento alla richiesta di condanna del generale Mario Mori e del colonnello Mauro Obinu nel processo di Palermo per favoreggiamento alla Mafia.


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