Il 12 novembre entreranno in vigore in Italia nuove norme che impongono alle piattaforme di verificare l’età degli utenti per impedire l’accesso ai minori ai contenuti pornografici. La misura, decisa dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) con una delibera di aprile e collegata al Decreto Caivano, recepisce anche gli obblighi stabiliti dall’articolo 28 del Digital Services Act europeo.
L’intervento rientra in un programma più ampio promosso dall’Autorità, che include anche le linee guida per l’attivazione dei sistemi di parental control sui dispositivi mobili, il codice di condotta rivolto agli influencer e il patentino digitale destinato agli istituti scolastici.
Siti porno, l’age verification tra le nuove regole
Agcom ha individuato una prima lista di 48 servizi soggetti all’obbligo, comprendente grandi portali del settore come PornHub, YouPorn e OnlyFans. Le piattaforme interessate dovranno adottare sistemi di verifica dell’età che escludano l’accettazione diretta di documenti d’identità o l’uso di Spid per l’accesso.
Il modello indicato dall’Autorità prevede un meccanismo basato su codici numerici anonimi, una sorta di token digitale rilasciato da un soggetto terzo. Il sistema, concepito secondo il principio del “doppio anonimato”, consentirà alla piattaforma di confermare la maggiore età senza conoscere l’identità né la finalità dell’accesso. Una volta ottenuto il codice, l’utente potrà utilizzarlo per entrare autonomamente nei siti con contenuti per adulti.
L’app dello Stato e quella europea
Restano però punti aperti sulla concreta attuazione delle nuove regole per accedere ai siti porno. Come riporta “Domani”, l’applicazione “certificata” dello Stato, sviluppata da Agcom con PagoPA, il Dipartimento per la trasformazione digitale e la Zecca dello Stato e già valutata positivamente dal Garante per la privacy, non sarà operativa prima della fine dell’anno, oltre dunque alla scadenza del 12 novembre.
L’integrazione dell’age verification nell’IT-Wallet collegato all’app IO è prevista solo in seguito, con un possibile arrivo nella primavera del 2026. A livello europeo, la Commissione ha diffuso il 14 luglio una prima proposta di modello di verifica dell’età da testare insieme a diversi Stati membri, fra cui l’Italia.
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