Provarci. Provarci perché la cura Ballardini funziona e il Palermo può far bene anche lontano dal Barbera. Perché c’è un clima incandescente alla Juve, con Ranieri che deve invertire la rotta, pur se con qualche infortunio e con qualche “monumento”, come Nedved, destinato alla panchina. Provarci per cancellare il 5-0 con cui i rosa furono asfaltati nello scorso torneo in Piemonte. Per chiudere al meglio il mini-ciclo che precede la sosta per gli impegni delle nazionali. Provarci per far felice il primo dei tifosi Zamparini – che non ha mai vinto a Torino con una sua squadra – e tutti gli altri fans.
A Torino il Palermo tornerà nella formazione tipo, quella che prevede cioè Bresciano sulla linea dei centrocampisti. Fuori Migliaccio, che non ha demeritato contro la Reggina, ma con l’italo-australiano di nuovo al top Ballardini tira dritto, senza alcun tipo di turn-over. La formula che ha permesso al tecnico romagnolo di cogliere tre successi casalinghi consecutivi necessita di conferme anche in trasferta. Affidarsi lì davanti a Miccoli e Cavani è una scelta da fare ad occhi chiusi, perché i due attaccanti si trovano a meraviglia e stanno ottenendo risultati importanti. Alle loro spalle agirà ancora Simplicio, regista avanzato, con Liverani a dirigere l’orchestra, davanti alla difesa confermatissima, scortato da Bresciano e Nocerino. Proprio quest’ultimo, che ha tanta voglia di esultare dopo un eventuale gol, guida la carica degli ex. C’è Cassani, che nello scorso anno al Barbera fulminò Buffon e diede tre punti alla Juve. C’è Lanzafame, che parte dalla panchina e non ha ancora avuto chance per alimentare il suo soprannome… Lanciafiamme. C’è lo stesso Miccoli che dalla Juve di Moggi fu scaricato, e Balzaretti che lo stesso trattamento ha subito dalle attuali menti del club bianconero. Tante sfide nella sfida, da vivere nella consapevolezza che prima vengono gli interessi della squadra, poi certe rivincite personali. Gli unici due indisponibili per Ballardini continuano ad essere Budan e Fontana, ma entrambi saranno arruolabili solo dopo la pausa della serie A. Destinati alla tribuna Raggi, pagato un “botto” di euro all’Empoli, e i giovani Mchedlidze e Kjær. Il danesino è un pupillo di Zampa; se la squadra continuerà a far bene il presidente se ne farà una ragione, ma al primo svarione di Carrozzieri o Bovo, Zamparini invocherà il talento venuto dal Nord.
Nello spogliatoio bianconero ci sono ben altri problemi e… un sorriso. Il rientro più importante è quello di Buffon tra i pali. Il portiere ha superato i problemi muscolari patiti a Cagliari e deve irrobustire una difesa che ha perso Legrottaglie per circa tre settimane e in cui sarà in dubbio fino alla fine anche Chiellini: se il toscanaccio della Juve non assorbirà del tutto la botta al ginocchio destro rimediata in Champions Ranieri potrebbe essere costretto a schierare una coppia centrale super inedita, formata dallo svedese Mellberg e dall’ex livornese Knezevic. Dopo gli indigesti pareggi con Catania e Sampdoria in campionato e con i bielorussi del Bate Borisov in Champions, è quasi certo che Nedved si accomoderà in panchina. Stessa sorte sarebbe toccata a Del Piero, che appare fuori condizione da un po’, ma un problema muscolare dell’ultima ora di Iaquinta ha riportato in rampa di lancio Pinturicchio. Il tecnico bianconero aveva fatto scelte delicate dopo ripetute prove d’appello per quelli che il popolo bianconero considera “intoccabili”. La realtà era sotto gli occhi di tutti. Iaquinta stava benissimo e avrebbe fatto coppia con l’ex Amauri in avanti. Solo la dea bendata ha aiutato Alex, che adesso dovrà rispondere da campione per non essere accantonato nel prossimo futuro.
Con i bianconeri a un passo dalla crisi il compito del Palermo può essere facilitato. La difesa della Juve, con appena 2 reti al passivo, è la più impenetrabile della serie A, ma può sbandare per qualche presenza di troppo in infermeria. L’attacco, nonostante la buona vena dell’ex Amauri, è anemico, con la metà dei gol realizzati del Palermo. A centrocampo la classe e le geometrie di Liverani possono fare la differenza: Ranieri punta solo sui muscoli di Sissoko e Poulsen, ma non ha gente che ragiona e cuce la manovra. L’unica variabile “impazzita” può essere Giovinco: annullare il talentino significherebbe tagliare i rifornimenti alla “torre” Amauri e al capitano Del Piero. Prosciugare il gioco avversario e ripartire: il Palermo sa che così può arrivare il colpaccio. Trasferire questi concetti dalle lavagne al prato verde può cambiare tutto.