Cgil, tra caro affitti e redditi bassi cresce il disagio abitativo

Cgil, tra caro affitti e redditi bassi cresce il disagio abitativo

Il report del “Forum dell’abitare”

PALERMO – Il caro affitti incide pesantemente in Sicilia su redditi familiari mediamente bassi, in una Regione dove sono a rischio povertà ed esclusione sociale il 41,4% delle famiglie.

In questo contesto sono molte le case vuote, poche quelle disponibili di edilizia popolare e insufficienti anche i posti letto pubblici per studenti fuorisede. In aumento, invece, gli affitti brevi e parallelamente i ricavi per questo tipo di locazioni, soprattutto quelli gestiti dai grandi host. Sono elementi che emergono dal Report 2025 del Forum dell’abitare (costituito da Cgil, Sunia, Arci, Auser, Comunità Sant’Egidio, Legambiente, Udu, Federconsumatori) presentato oggi, e che confermano una situazione di disagio abitativo nell’Isola”.

“La situazione delle famiglie è grave – ha detto Angela Biondi, segretaria confederale Cgil Sicilia in conferenza stampa – e il problema abitativo meriterebbe un’attenzione da parte delle istituzioni che attualmente non c’è. Peraltro, assistiamo allo svuotamento dei centri storici con molte abitazioni che finiscono nelle mani di grandi host che esercitano un dumping nei confronti del settore alberghiero”.

La crescita degli affitti brevi

Il report dà conto della crescita tra il 2017 e il 2024 degli affitti brevi: del + 90% a Catania, del +51% a Palermo, del +49% a Messina. E se guardiamo ai grandi host ( quelli che gestiscono più di 10 abitazioni, molti del quali raggiungono le 35 unità), la crescita è esponenziale: del +171% a Catania, del +274% a Messina e del +162% a Palermo. Parallelamente in forte aumento ricavi: del +235% a Palermo, del +171% a Messina e del +150% a Catania.

Il report quantifica ”il tasso di sforzo”, cioè quanto incide l’affitto sul reddito della famiglia. E le percentuali sono alte, a Catania, ad esempio, incide per il 28%, a Palermo per il 26%, percentuale che sale al 27% nella provincia. Nella città di Siracusa 26%, 25% a Ragusa, 22% a Messina.

Questo a fronte di redditi da lavoro (17.735 euro annui nel settore privato) e da pensione bassi (470 mila inferiori a 1.000 euro lordi e 656.453 inferiori a 1.300- Fonte Inps 2025) , di una percentuale di persone a rischio povertà ed esclusione sociale del 41,4% ( fonte Defr 2025/2027 della Regione siciliana).A Catania in media si affitta per 8,7 euro a metro quadro, quasi 900 euro dunque per un’abitazione di 100 metri quadri, a Palermo per 8,6 euro, a Messina di 7,9 euro a metro quadro. La città dove abitare è più “conveniente”, almeno sotto il profilo della casa, è Caltanissetta dove il costo medio è di 5,3 euro metro quadro. A fronte di questa situazione, e del disagio socio- economico le domande giacenti per assegnazione di casa popolari sono 23.938 ( Fonte Sunia 2023).

“L’edilizia residenziale pubblica e sociale – ha detto Giusy Milazzo, segretaria regionale del Sunia – va implementata per andare incontro alle famiglie, a lavoratrici e lavoratori con reddito medio basso, ai pensionati. Ma questo – ha sottolineato – non significa creare nuovi ghetti ma definire nei programmi di rigenerazione urbana, soprattutto nei centri storici, la quota da destinare all’edilizia residenziale pubblica e sociale. In questo contesto il piano europeo per la casa non ci soddisfa, perché non dà il giusto spazio all’edilizia residenziale pubblica”.

“Gli anziani e le persone a reddito più basso – ha rilevato Emiliano Abramo, presidente della Comunità Sant’Egidio – vengono oggi sbattuti fuori dai centri storici per l’avvento dei B&B. Case prima sostenibili ora costano di più e questo soprattutto per gli anziani è disorientante”. Abramo ha anche parlato del numero in crescita dei senza tetto, sottolineando che “la casa è dignità e punto di partenza per chi cerca lavoro e per l’integrazione sociale. Negare la possibilità di averla è essere complici del fallimento di tanti”.

Giuseppe Montemagno, dell’Arci, ha aggiunto: “Il problema abitativo è una delle facce dell’assenza di politiche sociali nella nostra regione. Dalla sanità, alle politiche giovanili, alla casa, non c’è una valida programmazione e spesso viene chiesto al terzo settore di intervenire in sussidiarietà”.

Giorgio Scirpa, presidente dell’Auser Sicilia, ha rimarcato la necessità di non estirpare gli anziani dal prorpio ambiente con programmi adeguati di rigenerazione urbana. Ha inoltre detto : “Nel 2050 in Italia ci saranno e milioni e mezzo di abitanti in meno, 9 milioni di over 65 in più e 4 milioni e mezzo di under 15. Questo creerà squilibri se nel frattempo non ci saranno politiche adeguate a questo tipo di evoluzione”.

Per quanto riguarda gli studenti a fronte di 37.132 fuori sede iscritti alle università di Palermo, Catania e Messina, i posti letto pubblici sono solo 1.875. Evidentemente troppo pochi ed esigui i fondi per le borse di studio che finiscono puntualmente per escludere anche gli idonei che ne avrebbero diritto.

Le case, tuttavia, in Sicilia non mancano, tante infatti sono quelle vuote: nella città di Messina le abitazioni non occupate sono il 26,4%, a Catania il 23,4% a Palermo il 20,8%. Stesso ordine se guarda all’intera provincia, con Messina a quota 39,8%.

Il Forum propone la creazione di un assessorato alla casa e di un osservatorio regionale. Inoltre di una banca del riuso in cui fare confluire tutto il patrimonio pubblico riutilizzabile. Destinando anche all’edilizia pubblica residenziale e sociale quote nell’ambito dei programmi di rigenerazione urbana, per il Forum, si possono anche arginare i fenomeni meramente speculativi che hanno come conseguenza l’abbandono delle zone centrali da parte di chi ha i redditi più bassi. Viene anche chiesta la piena attuazione delle direttive europee per affrontare il problema dei senza tetto e riconosciuto il diritto alla residenza. Chiesto di garantire comunque l’abitare a tutti coloro che sono a rischio esclusione come migranti, disabili, donne a basso reddito con figli, donne vittime di violenza.

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